
[11/03/2013] News
Due anni fa il Giappone e il mondo rimpiombavano nell’incubo della catastrofe nucleare
Nel giorno del secondo anniversario della catastrofe nucleare di Fukushima Daiichi il giornale giapponese The Asahi Shimbun pubblica la quarta parte dell'inchiesta The Prometheus Trap/"Shadow units" che rivela i retroscena ed i compiti delle missioni segrete assegnate al Central readiness regiment (Crr), un'unità ombra della Ground Self-Defense Force (Gsdf). L'inchiesta, tra l'altro, mostra come si sia approfittato di quello che i giapponesi chiamano il Grande Terremoto del Giappone orientale del 2011 per accelerare la trasformazione delle Forze di autodifesa del Giappone in un vero esercito, aprendo la strada al nuovo militarismo invocato dalla destra giapponese e dal nuovo primo ministro liberaldemocratico Shinzo Abe.
Il 27 marzo 2011, una settimana dopo che il Crr aveva ricevuto l'ordine di salvare i "liquidatori" nell'edificio del reattore 1 di Fukushima Daiichi, i 50 uomini coinvolti nella missione sono andati a Camp Koriyama per un briefing tenuto dal tenente colonnello Katsumi Nakamura, che dirige la sezione chimica del Kanto Logistics Depot. I militari del Gsdf prescelti erano tutti novellini nel campo delle radiazioni: «Questo è stato evidente quando hanno chiesto "che cos'è un meltdown?"», scrive The Asahi Shimbun.
Tutti i partecipanti a quel briefing presero coscienziosamente appunti perché erano ben consapevoli che anche la mancanza della minima informazione per loro poteva significare la differenza tra la vita e la morte. Un'altra domanda insistente è stata quella se gli strati di materiale protettivo applicati all'interno dei blindati ad 8 ruote avrebbero davvero protetto gli uomini del Crr dalle radiazioni quando sarebbero penetrati nella centrale nucleare danneggiata. Nakamura ha risposto: «All'incirca tra il 20 e 30%» ed il cupo silenzio calato nella sala della riunione ha reso palpabile la gravità della situazione.
La durata prevista per il briefing era originariamente di un'ora, ma le perplessità dei soldati l'hanno fatto durare un ora e mezzo. Poi è cominciata la selezione dei comandanti e dei guidatori dei veicoli blindati che dovevano entrare nell'edificio del reattore 1 devastato da un'esplosione di idrogeno per salvare i dipendenti della Tokyo electric power company (Tepco) e nelle prime intenzioni avrebbe dovuto essere fatta da coloro che sarebbero stati coinvolti nella missione. Un procedimento simile a quello utilizzato per selezione membri della prima Helicopter Brigade, che aveva scaricato acqua sugli edifici dei reattori per raffreddarli dopo le esplosioni.
Per la missione di recupero dei "liquidatori" della Tepco erano necessarie 2 persone per ogni blindato, quindi 14 "volontari", oltre ai comandanti di reggimento e compagnia. Il primo comandante della compagnia, Atsushi Kikuchi, si è chiuso nella strategy room per analizzare un elenco di circa 60 persone, cominciando dall'esclusione di chi aveva una famiglia o stava per sposarsi. Ma i membri del Crr sulla lista erano quasi tutti giovani e quindi Kikuchi ha designato 14 militari senza chiedere il loro parere o dare una motivazione per le sue scelte.
I militari che non sono stati scelti per la missione, ma che avevano partecipato all'addestramento, dovevano comunque aiutare il conducente del blindato ad indossare il suo equipaggiamento protettivo ed ispezionare i veicoli. Ad ogni blindato sono state assegnate due o tre persone che dovevano provvedere al "backup support".
Visto che il posto di guida sarebbe stato completamente sigillato per impedire l'esposizione diretta alle radiazioni, i periscopi che i due militari dell'equipaggio erano costretti ad utilizzare avevano molti punti ciechi; il problema è che in queste condizioni dovevano muoversi all'interno di una centrale nucleare disastrata, in piena emergenza e senza che nessuno sapesse cosa fosse successo e cosa stesse succedendo all'interno degli edifici dei reattori.
In condizioni simili di solito vengono utilizzati i veterani e non i pivellini. Infatti uno di loro era il sergente di prima classe Yasufumi Suzuki, 30 anni, che aveva un'esperienza di guida con i blindati di circa 7.000 km e che era stato bloccato da un ordine a Camp Utsunomiya. Quando il terremoto/tsunami l'11 marzo colpì Fukushima Daiichi ed il Giappone orientale, chiamò sua moglie Mineko al telefono le disse semplicemente: «Annulla il ricevimento di nozze», infatti, come spiega The Asahi Shimbun, i due si erano sposati nel 2010, ma non avevano ancora festeggiato le nozze con i parenti e gli amici e la festa era fissata per il 21 marzo 2011. I due sposi avevano organizzato il ricevimento in un hotel a Yokohama ed aveva già inviato gli inviti a 60 persone, tra le quali i parenti e gli ufficiali di alto livello. Mineko, per tranquillizzarlo disse «Che cosa vuoi che sia? Tanto non sarà tutto a posto in 10 giorni?», ma Suzuki aveva capito bene quanto fosse drammatica la situazione e rispose: «Smettila di scherzare».
Mineko non comprese di quale missione si trattasse, ma capì subito che doveva essere segretissima visto che il marito non poteva rivelarle nulla e che gli unici contatti autorizzati tra i due dopo quella telefonata furono un messaggio e-mail dopo cena con frasi brevissime e semplici, come «Ho appena mangiato».
(segue)