[19/03/2013] News

Nucleare iraniano: spiragli positivi nella trattativa tra G5+1 e Teheran

Il Gruppo dei 5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania) avrebbe messo a punto una serie di proposte "allargate" rivolte a Teheran per sbloccare il dossier nucleare iraniano.

Una riunione di esperti del G5+1 ed iraniani, tenutasi il 17 e 18 marzo ad Istanbul, in Turchia, avrebbe dato buoni risultati, tanto che è stato fissato un nuovo round dei negoziati ufficiali per il 5 e 6 aprile ad Alma Ata, in Kazakistan. La delegazione del G5+1 era guidata dall'esperto nucleare Klement Stephan.

I diplomatici occidentali hanno detto di aspettarsi dall'Iran «Una risposta concreta» alle loro proposte che poi sono state meglio chiarite da Michael Mann, portavoce di Catherine Ashton, l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri, che ha evidenziato che gli esperti del gruppo delle 5 grandi potenze nucleari militari  e della Germania hanno presentato all'Iran ulteriori dettagli circa la loro proposta di future colloqui.  . «L'incontro ha fornito un'ulteriore occasione per le 3 delegazioni Ue e gli esperti iraniani di esplorare le reciproche posizioni su una serie di argomenti tecnici». Iran e il G5 +1 hanno entrambi espresso ottimismo sul futuro dei colloqui di Istanbul.

Dopo l'ultimo round negoziale ufficiale del 26 e 27 febbraio ad Alma Ata, la Aston aveva annunciato: «Il G5+1 dovrebbe adottare maggiori misure affinché si possa arrivare ad una comunicazione costruttiva basata sulla fiducia  con l'Iran» e il  28 febbraio la Reuters, citando un diplomatico occidentale anonimo, scriveva «i colloqui di Alma Ata sono stati più costruttivi e più positivi dei colloqui precedenti perché si sono concentrati realmente sulla proposta sul tavolo».

Che il clima fosse cambiato lo si era è capito anche da un'intervista concessa l primo marzo alla Tv austriaca Orf dal ministro degli esteri iraniano Ali Akbar Salehi  che aveva definito il meeting in Kazakistan «Una pietra miliare e un punto

Gli americani hanno evidentemente fatto un passo indietro per lasciare sbrogliare la matassa diplomatica  agli europei, ma   il presidente Usa Barack Obama, in un messaggio in occasione del Noruz, il capodanno iraniano, aveva detto: «E' venuto il tempo che il governo iraniano prenda misure immediate e serie per ridurre le tensioni ed aprire ad una risoluzione durevole del dossier nucleare. Gli Stati Uniti preferiscono risolvere questo problema con mezzi diplomatici. Se i leader iraniani dichiarano che il loro programma nucleare ha un carattere pacifico, questo permetterebbe all'Iran di accedere all'energia nucleare civile e di risolvere le gravi questioni che la comunità internazionale si pone sulla reale natura del programma nucleare iraniano». Obama però ha detto dio non farsi troppe illusioni sulla possibilità dui superare «Decenni di sfiducia» tra Washington e Teheran, che non hanno più rapporti diplomatici dalla rivoluzione islamica del 1979.

Lo stesso giorno, il 15 marzo, in un'intervista alla televisione israeliana, Obama ha detto:  «Stimiamo che ci vorrà un po' più di un anno all'Iran per creare un'arma nucleare,  ma va da sé che non abbiamo intenzione di ritardare la risoluzione di questo problema».

Il 20 marzo Obama sarà in visita in Israele (che oggi ha bombardato il Libano) è il dossier nucleare iraniano sarà al centro dei colloqui con il nuovo governo di destra appena varato da Benjamin Netanyahu. Obama ha rassicurato gli israeliani: «Il nostro obiettivo è di assicurarci che l'iRan non possieda un'arma nucleare in grado di minacciare Israele o di innescare una corsa agli armamenti nella regione, che sarebbe estremamente pericolosa».

Obama punta però sempre più decisamente ad una soluzione diplomatica, anche se l'opzione del blitz militare contro gli impianti nucleari iraniani, che tanto piace a  Netanyahu, resta sul tavolo. Il nuovo protagonismo della diplomazia Ue potrebbe essere molto utile ad Obama per trovare un accordo con l'Iran senza doversi esporre troppo sul fronte interno e con il sempre più inaffidabile alleato israeliano.

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