[21/03/2013] News toscana

Spiaggiamenti di cetacei, Bramerini: «Convocheremo l'Osservatorio toscano per capire le cause»

Gli esami sulle stenelle spiaggiate evidenziano infezioni di vario tipo. Esclusa una tossicità di origine antropica

Mentre si susseguono le notizie di cetacei spiaggiati sulle coste del Tirreno ed in particolare in Toscana l'assessore regionale all'Ambiente, Annarita Bramerini, che condivide la preoccupazione degli ambientalisti e dell'opinione pubblica, ha annunciato: «Convocheremo al più presto l'Osservatorio dei Cetacei, il soggetto istituito dalla Regione che, in caso di spiaggiamenti, interviene attraverso l'Arpat coordinando le operazioni di recupero e che, tra le altre cose, si occupa di coordinare gli studi e le attività presenti nel territorio sul tema della biodiversità marina e delle iniziative per la tutela dei cetacei. Lo scopo è fare il punto sulla situazione e individuare le cause di queste morti anche grazie alle professionalità del mondo scientifico e accademico toscane che ne fanno parte».

All'indomani del nuovo caso della balenottera comune spiaggiata sull'arenile di Rosignano Solvay, l'allarme cresce: «Da gennaio a oggi - spiega in una nota la Regione Toscana -  si sono verificati 25 spiaggiamenti di cetacei in Toscana, eventi che si sono concentrati nella parte più meridionale della Toscana comprese le isole d'Elba e Pianosa. Al momento sono ancora in corso gli esami di laboratorio sui campioni prelevati sulle stenelle morte e non si possono quindi fare ipotesi di alcun tipo sulle cause dei decessi». Tra i 25 animali registrati fino ad oggi, 19 sono stenelle striate (stenella striata), 2 tursiopi (Tursiops truncatus) e  4 cetacei sono stati registrati come "indeterminati" a causa delle pessime condizioni di conservazione della carcassa.

L'assessore Bramerini sottolinea che «Arpat si sta preoccupando di tenere sotto controllo la situazione coordinando i vari soggetti, Izs, Usl, Università di Siena e Padova, che a vario titolo sono chiamati a dare il loro apporto. Un ruolo che va a supporto della Regione e che non perde di vista il coordinamento diretto quasi quotidiano con il Ministero dell'Ambiente».

Secondo i tecnici di Arpat, «La numerosità degli eventi registrati in questo periodo in Toscana, confermata dal fatto che analoghi spiaggiamenti stanno avvenendo lungo l'intera costa Tirrenica, appare anomala, pur considerando che il maggior numero di spiaggiamenti viene di solito registrato nel periodo invernale ed anche tenendo conto dell'efficienza raggiunta dalla rete di monitoraggio regionale che permette di anno in anno di segnalare un maggior numero di casi (lo scorso anno sono stati registrati 35 spiaggiamenti, il numero più alto registrato in Toscana dal 1986)».

Le analisi effettuate fino ad oggi su alcune stenelle spiaggiate evidenziano infezioni di vario tipo e gli esami di laboratorio finora hanno rivelato che «Un animale è risultato infetto da Dolphin morbillivirus, un agente virale responsabile di due gravi epidemie in passato nel Mediterraneo (1990/1992 e 2006/2008) e di altri episodi analoghi nel resto del mondo. Inoltre in due esemplari è stato isolato anche il batterio Photobacterium damselae subsp. damselae, responsabile di sindromi emolitiche ed emorragiche. In generale, tutti gli animali si sono presentati fortemente parassitati, indice di un quadro immunitario significativamente compromesso. Tra le possibili ragioni, oltre al ruolo del Morbillivirus o di altri agenti biologici, è in corso di valutazione analitica anche quello di agenti inquinanti organici che si accumulano nei tessuti dei cetacei e che possono alterarne la risposta immunitaria».

Ma i tecnici dell'Arpat, a differenza da quanto temuto da alcuni ambientalisti, tendono «Ad escludere il verificarsi di un episodio di tossicità acuta dovuta ad incidenti di origine antropica, perché allora sarebbero state coinvolte anche altre specie, non solo mammiferi e non essenzialmente stenelle, contemporaneamente e con tempi ridotti».

Foto del diving La Torre di Calafuria

 

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