
[03/04/2013] News
La foglia di fico di un mondo che non funziona
«Richiesta patente, automunito». Sono innumerevoli gli annunci di lavoro a richiedere queste "qualifiche": lo sfortunato giovane italiano disoccupato lo sa bene, ne sfoglia a decine ogni giorno. A Londra, da oggi i traders che vorranno lavorare nella City dovranno invece rispondere ad una risposta ben più imbarazzante: «Lei ce l'ha la patente dell'onesto?». Se la risposta è negativa, l'aspirante operatore di borsa rischia di rimanere al palo.
È questa la surreale svolta che sta maturando nella capitale finanziaria d'Europa. Di fronte agli scandali che periodicamente si susseguono incuranti della crisi - il colpo più duro da digerire è stato quello della manipolazione del tasso Libor - a Londra si è deciso di optare per un palliativo. «Un esame obbligatorio per divenire membri del Chartered Institute for Securities and Investments (Cisi) garantirà ai più equipaggiati - riporta il Sole24Ore - il diploma dell'onesto, passaggio ineludibile verso le trading rooms».
IntegrityMatters - spiegano da Cisi - è «uno strumento di elearning progettato su misura» per evidenziare i dilemmi etici che può capitare di affrontare sul posto di lavoro. Questo strumento di elearning «l'importanza dell'integrità, e consente agli utenti di testare la loro capacità di prendere decisioni etiche nei luoghi di lavoro». La patente dell'onesto, dunque, oggi si compra su internet: si tratta di uno strumento che ha già raccolto un buon seguito, dato che il test IntegrityMatters è stato già affrontato da «oltre 7.000 professionisti».
Ma in che cosa consiste, di preciso, il corso online? «Si parlerà di note spese - spiegano ancora dal Sole - di pranzi pagati ovvero della cosiddetta corporate hospitality talvolta percepita come una forma silente di corruzione, di curriculum fasulli e bugie varie. I migliori, ovvero coloro che giureranno di non farsi indurre in tentazione potranno aspirare al pass per un lavoro nella City. Agli altri non rimarrà che un corso intenso in etica del business».
Si sorride amaro al pensare che un distinto signore in giacca e cravatta debba tirare fuori dalla ventiquattrore un patentino che lo identifichi come onesto per poter esercitare una professione, quella di trader, dove evidentemente si immagina che una buona parte non lo sia affatto. Ricorda tanto l'esibizione del certificato antimafia che si richiede qui in Italia per le imprese, e non è un complimento.
D'altronde, il mondo della finanza - con i suoi banchieri ribattezzati spregiativamente «fat cats» dal presidente Usa Barack Obama - ha fatto di tutto per inimicarsi l'opinione pubblica, e c'è da domandarsi quanto il patentino possa risollevarne adesso le sorti. Già da tempo è stato pubblicato uno studio dell'università svizzera di San Gallo che è giunto alla conclusione che gli operatori finanziari siano meno cooperativi e più aggressivi degli psicopatici. ‹‹Quello mostrato dal gruppo degli operatori finanziari osservato è un comportamento molto distruttivo - arrivò a osservare il coautore Thomas Noll, psichiatra e responsabile del centro di detenzione di Pöschwies - È come cercare di possedere la macchina più bella del quartiere rovinando quella del vicino con una mazza da baseball››. Nonostante ciò, non sembra che lo studio abbia avuto qualche impatto significativo sul comportamento del trader medio. C'è da scommettere che la patente dell'onesto, purtroppo, avrà un effetto simile.
Quanto è ancora lontano l'orizzonte disegnato dal britannico John Maynard Keynes per il 2030, all'interno del suo saggio Prospettive economiche per i nostri nipoti. Allora - all'inizio della Grande depressione del 1929 - il lungimirante economista vedeva nel futuro «gli uomini liberi tornare ad alcuni del principi più solidi e autentici della religione e della virtù tradizionali: che l'avarizia è un vizio, l'esazione dell'usura una colpa, l'amore per il denaro spregevole, e che chi meno s'affanna per il domani cammina veramente sul sentiero della virtù e della profonda saggezza. Rivaluteremo di nuovo i fini sui mezzi e preferiremo il bene all'utile. Renderemo onore a chi saprà insegnarci a cogliere l'ora e il giorno con virtù, alla gente meravigliosa capace di trarre un piacere diretto dalle cose, i gigli del campo che non seminano e non filano [...] Attendo, quindi, in giorni non troppo lontani, la più grande trasformazione che mai sì sia verificata nell'ambiente fisico in cui si muove la vita degli esseri umani come aggregato. Ma, naturalmente, tutto avverrà per gradi, non come una catastrofe. Tutto, anzi, è già incominciato». Speriamo solo che i nipoti di Keynes (cioè noi) non si fermino al patentino a marchio Cisi, fine tragicomica di un onesto disegno di grandezza.