[09/04/2013] News

Greenpeace: «Stiamo perdendo le api, eliminiamo subito i pesticidi killer nell'Ue»

Un nuovo rapporto ed una campagna per salvare gli impollinatori

Greenpeace ha pubblicato oggi il rapporto "Api in declino - le minacce agli insetti impollinatori e all'agricoltura europea" che mette in evidenza «L'importanza sia ecologica che economica di proteggere e mantenere in buone condizioni le popolazioni di api e la necessità di eliminare dalle pratiche agricole i pesticidi che le minacciano. L'eliminazione di tali sostanze è un primo passo cruciale ed efficace per tutelare la salute delle popolazioni di api e per salvaguardare la loro attività di impollinazione, un servizio vitale per la produzione di cibo e per l'ecosistema».

Federica Ferrario, responsabile della campagna agricoltura sostenibile di Greenpeace, spiega che «Le evidenze scientifiche sulle conseguenze dei pesticidi più dannosi per le api sono chiare. Non possiamo permetterci di perdere le api e il resto degli impollinatori naturali: l'Italia e gli altri Paesi europei devono agire per vietare queste sostanze killer. La drastica riduzione delle api è solo un sintomo di un sistema agricolo che ha fallito, basato sull'uso intensivo di prodotti chimici per servire gli interessi di potenti multinazionali come Bayer e Syngenta. Incrementare subito metodi agricoli sostenibili è l'unica soluzione a lungo termine per salvare le api e l'agricoltura in Europa».

"Api in declino" segna il lancio di una nuova campagna europea di Greenpeace per salvare le api (www.salviamoleapi.org), e «Per promuovere un'agricoltura di stampo ecologico, in grado di produrre alimenti sani riducendo l'uso di sostanze chimiche e fornire habitat sicuri per gli insetti impollinatori domestici e selvatici».

Secondo gli ambientalisti , «Il  drammatico calo complessivo delle api è il risultato di molteplici fattori: malattie e parassiti, cambiamenti climatici, pratiche agricole di stampo industriale. In particolare alcuni pesticidi, fra i quali i neonicotinoidi, rivestono il ruolo di veri e propri killer nei confronti degli insetti impollinatori. Oltre ai fenomeni di intossicazione acuta che portano alla morte immediata delle api, sono molti gli effetti sub-letali legati a questi pesticidi, come ad esempio effetti sulla fisiologia, interferenze con la capacità di approvvigionamento del cibo, problemi d'orientamento e l'impatto sui processi di apprendimento. La capacità delle api di resistere a malattie e parassiti sembra essere direttamente influenzata dalla loro esposizione a tali sostanze tossiche, con conseguenze catastrofiche per la salute e la sopravvivenza delle api e degli altri impollinatori naturali.Senza api sono a rischio interi ecosistemi, l'agricoltura e la produzione alimentare».

Greenpeace individua 7 pesticidi che devono essere subito vietati per la loro tossicità estremamente alta e degli effetti sub-letali e/o sistemici sulle api: imidacloprid e clothianidin della Bayer, thiamethoxam della Syngenta, fipronil della Basf e clorpirifos, cipermetrina e deltametrina «Prodotti da diverse aziende agrochimiche che incamerano profitti significativi  dall'uso massiccio di queste sostanze chimiche in agricoltura». Inoltre , «I governi europei devono sostenere, come primo passo, il divieto dei tre neonicotinoidi come proposto dalla Commissione europea lo scorso 15 marzo; approvare adeguati piani d'azione a livello europeo per vietare tutti i pesticidi dannosi per le api e gli altri impollinatori; aumentare i finanziamenti per ricerca, sviluppo e applicazione di pratiche agricole ecologiche».

Il rapporto prende in esame anche la situazione italiana: «Il cosiddetto Colony Collaps Disorder, la sindrome di spopolamento degli alveari, non ha risparmiato l'Italia. Nel corso degli ultimi anni sono state osservate morie anomale di api, in particolare negli anni 2007 e 2008. Il 17 ottobre 2008 è così entrato in vigore il primo divieto temporaneo dell'uso, per la concia di sementi, dei prodotti fitosanitari contenenti quattro sostanze attive: clothianidin, thiamethoxam, imidacloprid e fipronil. In corrispondenza delle aree di coltivazione del mais trattate con queste sostanze, e della polvere diffusa durante le operazioni di semina contenente le quattro sostanze attive, si sono riscontrate infatti le morie più pesanti per le colonie di api. Queste sostanze, anche a dosi molto basse, sono in grado di scatenare inoltre una serie di effetti sub-letali: ad esempio agiscono su capacità  di orientamento, perdita di memoria olfattiva, difficoltà di apprendimento, tutte caratteristiche fondamentali per l'organizzazione e la sopravvivenza delle colonie».

Gli ambientalisti ricordano che «Per indagare le cause alla base delle morie anomale di api e valutare efficacia ed effetti del decreto di sospensione dell'uso dei neonicotinoidi nella concia delle sementi di mais, nel 2009 è stato avviato il progetto "Apenet: monitoraggio e ricerca in apicoltura", coordinato dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra), attraverso la propria Unità di ricerca in apicoltura e bachicoltura (Cra-Api).  Le ricerche di Apenet hanno dimostrato la presenza di effetti sinergici e di interazioni tra le diverse sollecitazioni cui l'alveare è sottoposto, il legame tra la presenza di pesticidi e alcuni fenomeni patologici, e tra la qualità dell'alimentazione proteica e il livello di resistenza ad alcuni fenomeni ambientali e ai patogeni. I dati raccolti hanno inoltre evidenziato che diversi agenti di stress, interferendo con il sistema immunitario dell'ape, possono, indirettamente, facilitare esplosioni virali che rischiano, rapidamente, di condurre a morte le colonie.

Dopo la sospensione dei neonicotinoidi per la concia delle sementi di mais, dai dati Apenet risulta inoltre che gli agricoltori non hanno segnalato maggiori problematiche legate alla gestione dei parassiti e non sono state riportate diminuzioni statisticamente rilevanti dei rendimenti. Sebbene il divieto alle sementi conciate con neonicotinoidi abbia dato immediatamente un respiro di sollievo alla popolazione di api - la sospensione delle quattro sostanze sopra citate, è stata prorogata fino al 30 giugno 2013 - il problema non è risolto. I neonicotinoidi sospesi per la concia dei semi vengono comunque diffusi in ambiente tramite formulazioni differenti (sotto forma di spray per i trattamenti fogliari e granulare per la geodisinfestazione), e lo stesso avviene per altri insetticidi particolarmente tossici per le api. Anche nel corso del 2012 infatti sono stati registrati ulteriori spopolamenti di alveari, in particolare in corrispondenza di coltivazioni intensive soggette a trattamenti con pesticidi (ad esempio mais, vite, melo)».

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