
[10/04/2013] News
Minacce al Giappone: «Si trasformerà in un campo di battaglia»
Secondo l'agenzia stampa sudcoreana Yonhap, che cita fonti militari di Seoul, oggi gli Usa e la Corea del sud hanno innalzato il livello di vigilanza in Corea del nord perché il regime nazional-stalinista della Repubblica popolare democratica di Corea (Rpdc) starebbe completando i preparativi per un nuovo lancio missilistico. Ieri il governo di Pyongyang ha invitato «Tutte le organizzazioni straniere, le imprese ed i turisti» che si trovano in Corea del sud «A mettere a punto delle misure di evacuazione» ad abbandonare il Paese perché «La situazione evolve verso una guerra nucleare. Un portavoce del governo sudcoreano ha definito questi appelli della Rpdc «Attacco psicologico. Crediamo che i sudcoreani, così come gli stranieri, diano fiducia al governo ed all'esercito del Paese e che non cederanno a questo attacco psicologico».
Però il livello di allerta in Corea del sud e nelle basi Usa è lo stesso di quando la Rpdc ha condotto test nucleari nel passato e di quando il nord ha bombardato l'isola sudcoreana di Yeonpyeong nel 2010 ed oggi il governo sudcoreano e fonti diplomatiche hanno detto che ci sono segni che Pyongyang si prepara a lanciare missili scud Rodong verso il Mar del Giappone. I Rodong hanno una portata di circa 1.300 Km. Secondo il ministero della difesa di Seoul un missile Musudan, con un raggio di azione di 3.000 - 4.000 km, potrebbe essere lanciato già entro oggi, inoltre ha avvertito che «La Corea del Nord potrebbe lanciare molteplici missili allo stesso tempo, o uno dopo l'altro».
La settimana scorsa Pyongyang aveva spostato sulla sua costa orientale due missile balistici Musudan, e gli esperti americani pensano che la Rpdc potrebbe lanciarli per celebrare a modo suo il 101esimo anniversario della nascita, il 15 aprile 1912, del fondatore e del nume tutelare della Corea del nord.
L'innalzamento della tensione preoccupa anche Pechino che di fatto ha chiuso il più importante posto di frontiera con la Corea del nord, quello di Dandong nella provincia di Liaoning. La municipalità di Dandong ha infatti sospeso le visite guidate nella Rpdc. Restano invece aperti gli uffici doganali. Dandong è stato il punto di partenza per gli autobus e treni cinesi verso le città nordcoreane di Sinuiju e Pyongyang ed il blocco cinese evidenzia le crescenti preoccupazione di Pechino per la tensione nella penisola coreana.
Anche l'altro Paese confinante con la Rpdc è sempre più preoccupato: il ministro degli esteri della Russi, Sergei Lavrov, ha detto in un'intervista alla RTVi: «Stimiamo che la situazione sia già molto grave, perché esplosioni nucleari e lanci di missili non sono uno scherzo. Da qualsiasi parte venga, la retorica non è meno pericolosa. Accuse, minacce e messe in guardia reciproche possono, da un momento all'altro, raggiungere un punto critico. Per questo motivo Mosca non cesserà di operare per la normalizzazione della situazione nella penisola coreana. L'abbandono di ogni iniziativa legata alla dimostrazione di potenza militare è una scelta positiva».
Intanto la Rpdc ha intensificato la sua provocatoria retorica bellicistica anche contro il Giappone: l'organo del Partito dei lavoratori, il Rodong Sinmun, oggi scrive che «L'intero Paese si trasformerà in un campo di battaglia, se Tokyo innescherà una guerra». L'editoriale del giornale del regime avverte il Giappone che «La politiche ostili contro La Corea del Nord porteranno solo devastazione per il Paese». Dopo che il Giappone ha piazzato batterie anti-missile nel centro di Tokyo e si è detto pronto ad abbattere i missili nordcoreani che penetrassero nel suo spazio aereo o nella sua Zona economica marittima esclusiva, il Rodong Sinmun scrive che «Il Giappone si trova vicino alla Corea del Nord e quindi non può evitare di essere il bersaglio di attacchi di rappresaglia» e stila addirittura la lista delle 5 città dell'Impero del Sol Levante che sarebbero nel mirino dei missili nordcoreani: 'Tokyo, Osaka, Yokohama, Nagoya e Kyoto, dove vive circa un terzo della popolazione giapponese, ed avverte: «Questo significa la capacità offensiva e difensiva del Giappone potrebbe andar persa in un colpo solo». Pyongyang non dice che per ottenere (forse) questo risultato anche la sua capacità missilistica sarebbe praticamente ridotta a zero. Ma il Rodong Sinmun aggiunge: «Se il Giappone si innesca la guerra, l'intero arcipelago giapponese diventerà un campo di battaglia». Secondo la radio-televisione giapponese Nhk, «La minaccia sembra riflettere la frustrazione della leadership nordcoreana per il più stretto coordinamento del Giappone con gli Stati Uniti e il potenziamento delle sanzioni contro Pyongyang da parte dei due Paesi». La settimana scorsa la Rpdc aveva già minacciato di lanciare missili su Yokosuka, Misawa e Okinawa che ospitano basi militari Usa, l'8 aprile Pyongyang aveva detto che «I militari Usa in Giappone sono inclusi tra i potenziali bersagli della Corea del Nord».
Nel bel mezzo di tutto questo macello, l'agenzia ufficiale Kcna oggi annuncia che la Corea del Nord il 14 aprile organizzerà a Pyongyang una maratona internazionale per celebrare l'anniversario della nascita di Kim Il Sung, alla quale parteciperanno atleti nordcoreani e di altri Paesi. L'agenzia ha anche detto che in questi giorni verranno organizzati altri giochi sportivi si sono svolti presso istituzioni, impianti industriali, cooperative e università e che «I tornei sportivi in corso stanno portando nel Paese un'atmosfera vacanziera». Da non crederci: da una parte si invitano atleti stranieri e dall'altra si dice che i diplomatici e le organizzazioni straniere ed i lavoratori della zona industriale inter-coreana devono abbandonare il Paese perché sta per scoppiare una guerra e Pyongyang da oggi non sarebbe in grado di garantire la loro sicurezza.