[07/05/2013] News toscana

Piano manutenzione fiume Magra, chiarire vantaggi e svantaggi di ogni intervento

Il supporto tecnico scientifico che le Università di Firenze e Genova forniranno alle regioni Toscana e Liguria, che hanno intenzione di realizzare un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria nel bacino del fiume Magra, tranquillizza molto. L'obiettivo finale è quello della gestione della riduzione del rischio idraulico nel bacino e grazie al protocollo d'intesa siglato oggi sarà attivato un tavolo tecnico di lavoro che permetterà di redigere, entro 120 giorni dalla firma, il piano suddetto.

 «Alla luce delle criticità emerse dopo gli eventi alluvionali che hanno colpito il bacino del Magra nel corso degli ultimi anni - ha dichiarato l'assessore regionale all'ambiente Anna Rita Bramerini-, abbiamo ritenuto necessario questo atto per potenziare il coordinamento dell'attività ordinaria sull'intero bacino in modo da stabilire insieme alla Regione Liguria gli indirizzi che ci garantiscano il maggior livello di sicurezza idraulica possibile per questi territori».

Il piano di manutenzione dovrà individuare in modo chiaro sia il tipo di attività, sia i soggetti preposti a realizzarla e la relativa copertura finanziaria. Di ogni intervento sarebbe poi opportuno fare una analisi multicriterio per evidenziarne vantaggi e svantaggi.

Per realizzare il piano, spiega la Regione Toscana, l'impegno è anche quello di cercare di ottimizzare il funzionamento dell'attività dell'Autorità di bacino del fiume Magra in modo da aumentare le risorse disponibili per l'attività di manutenzione. Il pieno coinvolgimento dell'Autorità di bacino del fiume Magra (che facciamo presente ha compiti di pianificazione ed indirizzo e non di manutenzione) è molto importante, ma ricordiamo che dopo l'alluvione del 2011 l'azione di pianificazione e le norme tecniche emanate dall'Autorità di bacino finirono sotto accusa da parte dei 27 sindaci del bacino (toscani e liguri) che scrissero anche alle due regioni proponendo soluzioni molto lontane da un governo ed una gestione sostenibile del territorio e dimostrando di non aver compreso bene le cause che portarono a quel drammatico evento.

Si proponeva rimozione dei sovralluvionamenti, dragaggi del fiume, tagli a raso della vegetazione... "indicazioni" che  la stessa Università di Genova non ritenne idonee e di nessun beneficio per la difesa dalle esondazioni, senza contare i danni di carattere ambientale che quegli interventi avrebbero comportato.  

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