[14/05/2013] News

Salvare il raro dik-dik argentato. L'appello del ricercatore italiano Giuseppe Bellani

La minuscola antilope vive in una delle ree più pericolose del mondo, tra Somalia ed Ogaden

Giovanni Giuseppe Bellani, dottore in scienze naturali e Specialist member dell'Associazione italiana esperti d'Africa, ha pubblicato un interessante articolo (Notes on the silver Dik-dik Madoqua piacentinii Drake-Brockman, 1911) su GnusLetter, organo dell'Antelope Specialist Group dell'International  union for conservation of nature (Iucn), su una rarissima specie di Dik-Dik, il Dik-Dik argentato o di Piacentini (Madoqua  piacentinii).

L'animale, spiega Bellani, «Sopravvive in una stretta fascia delle coste somale (da Obbia Obyo a Mogadiscio) e dell'Ogaden Etiopico, regioni dove, come  purtroppo è risaputo, non esistono ne Parchi ne Riserve per la protezione di questa specie, da caccia, bracconaggio e distruzione dell'ambiente. La Red List delle specie in via di estinzione redatta dall'Iucn considera questo Dik-Dik come appartenente alla categoria DD (Deficient Data) poiché si sa pochissimo sulla consistenza delle popolazioni residue e delle condizioni di sopravvivenza; il tutto aggravato dal fatto che le zone dove la specie sopravvive sono martoriati da guerre, carestie e carenza di comunicazioni con gli altri Paesi».

Il ricercatore italiano sottolinea che «Purtroppo, al contrario di altre specie, non esiste un contingente di esemplari in cattività che ne possa garantire la sopravvivenza, tranne due femmine (delle quali forse una è morta) ospitate nello Zoo di Mosca, il quale però non ha ancora riconosciuto questi esemplari come appartenenti alla specie Madoqua piacentinii  (classificandoli come M. saltiana) e non ha finora dato spiegazioni sulla loro provenienza. Mancano dati riferibili al Dna della specie e rischiamo di perdere una delle più interessanti piccole antilopi (Dwarf Antelopes) prima ancora di averla ben conosciuta nei suoi aspetti genetici, ecologici e comportamentali. Parlarne e divulgare alcune notizie, potrebbe essere utile affinché qualche organizzazione internazionale, fra quelle che si occupano di conservazione delle specie rare e in via di estinzione, si interessi a questo Dik-Dik, magari cercando di creare un contingente riproduttivo in cattività (ex situ). Sarebbe anche interessante iniziare da una ricerca sulle collezioni zoologiche del periodo coloniale italiano che senz'altro contengono materiale interessante sulle specie di Dik dik del Corno d'Africa».

Il dik-dik (genere Madoqua) sono piccole antilopi che vivono principalmente nel Nord-est e l'Africa orientale, con una popolazione periferica in Namibia e Angola. Sono caratterizzati da dimensioni e la struttura delle ossa premascellari e nasali che conferiscono un aspetto peculiare al loro muso: il naso è incurvato come una breve proboscide: piuttosto lungo e mobile, con le narici che spesso sporgono dal mento. Un'altra caratteristica del gruppo sono i ciffi f di peli eretti sulla testa che spesso nasconde le brevi corna dei maschi.

Sono conosciute 4 specie di dik-dik e diverse sottospecie: Madoqua kirkii (sottospecie: kirkii, cavendishi, thomasi, damarensis); M. saltiana (saltiana, hararensis, swaynei, phillipsi, lawrancei); M. guentheri (guentheri, smithii); M. paicentinii. Bellani su GnusLetter spiega che «Il dik-dik argentato è la meno conosciuta di queste forme» e che «E' stata talvolta considerata come una sottospecie della M. saltiana (Meester & Setzer 1974 Bellani 1997), ma è più spesso classificata come specie completa (Funaioli & Simonetta 1960 Yalden 1978 Grubb 2005). Inizialmente si credeva che il suo areale fosse limitato alla pianura costiera centrale della Somalia, dove si estende per non più di 10 km nell'entroterra (Simonetta 1988 Oriente 1999). East (1999) ha stimato questo range in circa 15.000 km2, e la sua densità in 2/km2 e quindi una popolazione massima di 30.000. Nessuna ricerca sul campo è stata condotta in questa regione per oltre 20 anni. Recentemente, dik-dik argentato è  stato segnalato e fotografato nell'Ogaden dell'Etiopia (Wilhelmi et al. 2006), dove si è verificato sympatricamente con la M. guentheri e M. saltiana. Wlhelmi et al. (2006) ha stimato che la sua distribuzione nella regione è estesa da 60 km a sud di Kebri Dehar a Wadi Shebelle e possibilmente verso est al confine con la Somalia, ma che era molto meno comune rispetto alle altre due specie. Questa scoperta indica che la specie è più ampiamente distribuita di quanto si pensasse. L'accesso alla regione dell'Ogaden è limitato, in modo che al momento  non sono possibili indagini sul campo. In Somalia, il dik dik argentato si trova in fitti boschetti nelle terre basse costiere in fertili terreni sabbiosi sotto- vento off-shore che ha un effetto di raffreddamento (Kingdon 1997) e in Ogaden, nelle dense boscaglie di i Acacia-Commiphora boscaglia (Wilhelmi et al. 2006)».

Il dik-dik argemntato è stato distinto dalle altre specie da Yalden (1978) sulla base delle sue piccole dimensioni, del colore uniforme argenteo del mantello  e della lunghezza della fila di denti superiori.  Inoltre, per aiutare l'identificazione degli esemplari in natura, queste informazioni sono state integrate con  campioni i seguenti campioni e materiali: elli di M. piacentinii dalla collezione del Museo di Storia Naturale, Università di Firenze, Dipartimento di Zoologia "La Specola"; Tre esemplari classificati da me e parte della collezione Faraggiana-Ferrandi nel Museo di Storia Naturale di Novara (Italia); Una foto originale di M. piacentinii scattata dal professor AM Simonetta dell'Università di Firenze. Ne sono risultate alcune caratteristiche distintive dal M. saltiana (testa e corpo 45-50 cm in Piacentini e 52-67 cm in saltiana.), diversa colorazione del mantello, delle bande delle macchie e dei ciuffi di peli, orecchie più piccole e con il bordo esterno nero, inltre nel M. piacentinii il cerchio bianco intorno agli occhi è meno evidente che nel M. saltiana.

De Georges e Reilly, in uno studio del 2009, negli anni '60 venivano esportati vdalla Somalia (ex colonia e poi protettorato italiano) 350.000 pelli di dik-dik all'anno verso l'Europa. Secondo Amir (2006), «Anche il o dik-dik argentato è tra le specie soggette alla cattura per l'esportazione illegale (insieme ad altre specie di antilopi somali) - scrive Bellani - Ci sono veramente poche informazioni specifiche disponibili sulle tendenze demografiche. Wilhelmi et al. (2006) ritenevano che, anche se meno abbondanti rispetto ad altre specie di dik-dik,  nell' Ogaden, sembrava di essere stabile, ed  hanno classificato il suo status regionale come non minacciato. Non ci sono aree protette all'interno della sua area di distribuzione conosciuta. Anche se molti potenziali minacce sono operative (caccia e il bracconaggio per la carne e le pelli, catture per l'esportazione di animali vivi, pascolo eccessivo e degrado degli habitat) il loro impatto è sconosciuto e la resilienza della specie non può essere valutata».

Il ricercatore italiano scrive che «Tenuto conto della situazione politica ed economica in Somalia e della situazione in Ogaden, non è realistico sperare anche in un coinvolgimento minimo da parte di organismi governativi nella sua conservazione. Stabilire la sua effettiva distribuzione e le dimensioni della popolazione è urgente, ma indagini sul campo rischiano di restare impraticabili, almeno per il prossimo futuro». Ma ce ne sarebbe un gran bisogno, se si vuole salvare questo piccolo gioiello quasi sconosciuto della biodiversità africana. 

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