
[15/05/2013] News
Ma arriva una parziale apertura: «Deve essere coerente con un'economia low carbon e con la gestione dei rischi sanitari e ambientali»
Dal momento della prima rivoluzione industriale, le nostre economie sono cresciute e ampliate basandosi sull'energia abbondante e a buon mercato. Con una piuttosto bassa retribuzione oraria in Belgio, oggi possiamo comprare benzina sufficiente per viaggiare in auto per 100 km. Se non avessimo il motore e la benzina, avremmo bisogno di giorni per trasportare noi stessi su quella distanza. L'energia ha sostituito e incrementato la produttività del lavoro umano. Così, quando i prezzi dell'energia aumentano, siamo preoccupati.
In tempi di crisi economica, non è quindi sorprendente aver sentito alcune voci che accusano della lenta crescita il prezzo elevato dell'energia. In una tale situazione, la gente cerca soluzioni. Alcune persone credono che se avessimo avuto accesso all'energia a buon mercato, saremmo stati presto fuori dai guai: l'economia sarebbe cresciuta, avremmo creato posti di lavoro. Eppure, là fuori, ci sono alcuni segnali preoccupanti che indicano che c'è di più per questa storyline.
Siamo a corto di vapore: dobbiamo scavare più o più a fondo per ottenere la stessa quantità di energia. Questo ci costa di più rispetto a prima. Nell'Unione europea, la produzione nazionale di gas è in costante declino negli ultimi 10 anni. La domanda mondiale di energia è destinata a continuare a crescere rapidamente. Le fortemente popolate economie emergenti hanno bisogno di un crescente volume di energia per soddisfare le esigenze della loro popolazione, in crescita e più ricca. Mentre le risorse diventano meno facilmente accessibili e più costose da estrarre, c'è la necessità di utilizzare tecniche spesso più complesse ed intensive, e la concorrenza per accedere all'energia diventa più agguerrita. Noi, gli europei, siamo in una posizione di svantaggio dato che dipendiamo fortemente da fonti esterne.
Abbiamo anche gli effetti collaterali non voluti e indesiderati del nostro uso di energia: le emissioni che respiriamo e quelle che riscaldano il nostro pianeta. Il cambiamento climatico è una scomoda realtà. Dobbiamo tagliare le nostre emissioni di gas serra, se vogliamo rimanere entro il limite dei 2° C. Non esiste una soluzione semplice a questa sfida globale. Questo implica una transizione energetica radicale in tutto il mondo: abbiamo bisogno di riuscire a liberarci progressivamente di combustibili come il carbone o il petrolio e passare alle più pulite rinnovabili, come l'energia idroelettrica, eolica o solare. Abbiamo anche bisogno di ridurre il nostro consumo di energia, per promuovere l'efficienza energetica e l'efficienza delle risorse. Investimenti in questi settori possono effettivamente aiutare a tagliare i costi energetici taglio dell'Ue ed essere più competitivi.
Contro questo background, è fondamentale come approcciarci agli investimenti sull'energia che facciamo ora, dato che avranno implicazioni per i prossimi 40 anni o anche di più. L'attuale generazione di policy-makers ed investitori ha una forte responsabilità nel rendere possibile la transizione energetica. La maggior parte di voi, sono sicuro, condivide questa diagnosi.
In questo contesto, nuove fonti di gas, come quello da scisto, sembrano interessanti: un possibile sostituto per i combustibili fossili più inquinanti, come il carbone e la lignite, una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti con una minore dipendenza dai fornitori di energia dominanti dall'estero, così come una fonte di entrate pubbliche.
L'esperienza negli Stati Uniti è stata indubbiamente un punto di svolta. I prezzi sono scesi in maniera molto significativa fino all'anno scorso (anche se quest'anno questi ultimi iniziano ad aumentare). Secondo la US Energy information administration, gli Usa potrebbero diventare un esportatore netto di gas entro il 2020. Ciò ha già avuto impatti significativi sul resto del mondo. Ha portato a diventare disponibili a livello globale maggiori forniture di Gas naturale liquefatto (Gnl), influenzando indirettamente i prezzi Ue del gas, nonché a stimolare più economiche esportazioni di carbone verso l'Ue. E abbiamo appena sentito dal presidente americano, giorni fa, che in futuro possiamo aspettarci più esportazioni di Gnl.
Alla luce di tutto questo, credo che abbiamo bisogno di risposte a due domande chiave: Questi sviluppi sono permanenti? In altre parole, per quanto tempo sarà disponibile gas abbondante e conveniente? Questo può essere replicato in altre parti del mondo, in particolare in Europa?
Riguardo al primo punto, alcune recenti analisi dalla US Energy information administration indicano che per il prezzo del gas naturale in realtà prevede un innalzamento, con un aumento previsto dei costi di produzione dopo il 2015, a causa del progressivo esaurimento delle risorse nelle inexpensive areas.
Sulla seconda questione, la giuria è ancora riunita, dato che ci sono grandi incertezze riguardo ai volumi recuperabili nell'Ue. Ma la maggior parte degli analisti riconoscono che, anche nel caso più ottimistico, lo sviluppo di gas shale europeo può compensare solo il calo della produzione del gas convenzionale. Ciò fondamentalmente aiuterebbe a mantenere l'attuale livello di dipendenza dell'Ue dalle importazioni per il 60%. Questo sarebbe certamente di aiuto a far abbassare un po' di pressione sui prezzi del gas, ma non renderebbe l'Europa autosufficiente in gas.
Le condizioni in Europa sono piuttosto diverse da quelle negli Usa. L' International energy agency si aspetta che il costo della produzione di gas non convenzionale sia circa due volte superiore nell'Ue rispetto agli Usa. La densità di popolazione e l'ambiente tecnico sono diversi. Ci sono stati alcuni importanti downscaling delle stime precoci delle riserve in alcuni Stati membri. Alcuni Paesi avrebbero anche bisogno di investire pesantemente per adeguare le loro infrastrutture gasiere, e gli operatori privati stanno cercando rassicurazione che il contesto giuridico e normativo sia prevedibile e coerente, fornendo condizioni di parità nell'Unione europea.
Particolare attenzione dovrebbe essere data a garantire l'integrità del clima, affrontando questioni quali la prevenzione delle fughe delle emissioni di metano dall'estrazione. Questo è possibile poiché esistono tecniche o buone pratiche, ma avrebbero bisogno di essere ampiamente adottate e attuate in modo rigoroso. Per assicurare l'integrità del clima a lungo termine, gli sforzi per esplorare e sfruttare lo shale gas devono anche essere accompagnati da uno sforzo per promuovere il risparmio energetico, ridurre il carbone ed accelerare la diffusione delle energie rinnovabili. Così lo shale gas potrebbe portare importanti benefici, ma solo come parte di un pacchetto per assicurare i benefici a lungo termine di una transizione verso un modello energetico più sostenibile in futuro.
E perché questo avvenga, deve essere affrontata la questione del consenso pubblico sull'estrazione di gas di scisto. Questa è in gran parte una questione di fare in modo che i rischi ambientali possano essere gestiti in maniera da rassicurare l'opinione pubblica che lo sfruttamento è sicuro. Dobbiamo riconoscere che l'opinione pubblica percepisce i rischi ambientali della tecnologia "fracking". I nostri amici americani ce lo hanno detto, molto chiaramente. La gente non crede a chi sostiene che non c'è nessun rischio. L'International energy agency nel suo rapporto "Golden Rules" riconosce che il gas non convenzionale impone generalmente una maggiore footprint ambientale dello sviluppo del gas convenzionale. E gli Usa hanno recentemente inasprito le regole che governano l'estrazione di gas di scisto, in particolare per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, mentre anche il Canada ha anche modernizzato la sua regolamentazione.
Le principali sfide che sono state segnalate riguardano in particolare l'utilizzo dell'acqua, l'inquinamento delle acque, le emissioni in atmosfera e la gestione delle acque reflue. Per rassicurare l'opinione pubblica si dovrebbero prevenire, gestire e ridurre tutti questi rischi. Come ho già detto, le tecniche e le buone prassi esistenti, parti importanti del necessario quadro normativo, sono a posto. Ma il nostro dovere è quello di garantire che queste tecniche e pratiche siano effettivamente utilizzate e che il quadro normativo fornisca garanzie adeguate ed efficaci per l'ambiente e la salute umana.
Permessi di prospezione o di esplorazione sono stati concessi o sono in corso di concessione in un certo numero di Stati membri, dalla Polonia fino al Regno Unito, dalla Spagna all'Ungheria. La Romania ha tolto di recente la sua moratoria temporanea. In alcuni Stati membri la produzione è prevista a partire dal 2015; allo stesso tempo, un certo numero sta rivedendo o ha avviato le revisione del loro quadro applicativo, in modo da facilitare la produzione di gas di scisto e garantire che i rischi specifici siano debitamente coperti.
Questo è il caso per esempio del Regno Unito, che ha introdotto norme specifiche che riguardano la sorveglianza della sismicità indotta. Diversi paesi hanno deciso o prevedono di imporre una valutazione di impatto ambientale obbligatoria sia per l'attività di esplorazione che di sfruttamento. Altri Stati membri hanno introdotto una moratoria temporanea o emanato divieti legislativi per l'uso della fratturazione idraulica. Queste varie iniziative nazionali che fioriscono possono alla fine portare ad un mosaico di diversi sistemi giuridici/interpretativi. Tutto questo può influenzare ciò di cui le aziende e gli investitori hanno più bisogno, cioè la parità di condizioni e di un quadro chiaro e prevedibile.
In effetti, naturalmente l'industria del petrolio e del gas vuole continuare ad esplorare per il gas di scisto ed avviarne lo sfruttamento. Ma affronta notevoli problemi di accettazione da parte dell'opinione pubblica in un certo numero di Paesi, questioni che sono state fatte proprie a livello comunitario da parte del Parlamento europeo. Attori pubblici e privati stanno quindi cercando il modo di aumentare la fiducia dell'opinione pubblica. A tal fine, sarà essenziale garantire la partecipazione pubblica e la trasparenza del processo.
Non spetta alla Commissione decidere se lo shale gas debba essere sfruttato o meno. Il Trattato è abbastanza chiaro: gli Stati membri sono competenti a deliberare sui loro mix energetico. Ma devono garantire che questo sia fatto in linea con le norme ambientali che si applicano, in modo da garantire la protezione dell'ambiente e della salute umana. Il ruolo della Commissione è quello di garantire che le regole del gioco siano chiare e prevedibili per gli operatori e le autorità di tutta Europa, fornendo rassicurazioni al grande pubblico che vengano attuate appropriate tutele climatiche ed ambientali.
Queste sono le ragioni per le quali la Commissione si impegna quest'anno ad una valutazione a livello comunitario degli aspetti ambientali, climatici ed energetici dello shale gas, al fine di consentire la sua estrazione sicura. Sto lavorando a stretto contatto con Gunther Oettinger e Connie Hedegaard sui dettagli. Questa valutazione è in corso e, se tutto va bene, dovrebbe essere rilasciata entro la fine di quest'anno. Come parte di questo exercise, tutte le opzioni sono state attentamente esaminate in consultazione con tutte le parti interessate. Dove devono essere incoraggiate le buone pratiche, la Commissione le promuoverà. Dove devono essere chiarite interpretazioni, saranno emesse linee guida specifiche. Qualora vengano identificate lacune giuridiche, la Commissione si prenderà le proprie responsabilità, sulla base del quadro esistente a livello sia comunitario che nazionale.
Per riassumere: la nostra strategia energetica deve avere un orizzonte di lungo periodo. Il disaccoppiamento della nostra domanda di energia dalla nostra crescita economica e la costruzione di un'economia low carbon, competitiva, altamente efficiente in risorse ed energia dovrebbe essere l'obiettivo finale. Lo shale gas può contribuire a questi obiettivi, purché il suo potenziale in Europa sia confermato e rischi connessi alla sua esplorazione e sfruttamento siano gestiti. Affrontare i rischi sanitari e ambientali sarà di fondamentale importanza per l'industria del gas shale per ottenere l'accettazione pubblica. La Commissione sta lavorando per fornire un quadro di riferimento che dovrebbe rassicurare l'opinione pubblica e permettere al settore di operare con regole chiare e prevedibili.
Io non sono a favore o contro lo shale gas. Io sono per l'utilizzo del potenziale dello shale gas, se confermato, in modo ecologicamente responsabile, tenendo a mente i nostri obiettivi a lungo termine e sostenendo le politiche che ci stanno portando verso tali obiettivi. Spero anche nel vostro sostegno per arrivare a questo.