[15/05/2013] News toscana

Agrobiodiversità, valore aggiunto da preservare per l'economia e il territorio toscano

Tema centrale per la programmazione 2014-2020

Ieri ad Alberese undici regioni e rappresentanti del ministero delle Politiche agricole, oltre a operatori del settore, durante il seminario "La tutela della biodiversità e i nuovi Psr regionali" si sono confrontati sui punti focali della nuova programmazione 2014-2020, per individuare punti di forza e debolezza della programmazione precedente e impostare al meglio quella relativa al prossimo settennato. «Tema centrale su cui puntare è quello della tutela dell'agrobiodiversità, un filone su cui la Toscana ha fatto da apriprista approvando per prima in Italia, nel 1997, una legge specifica per tutelare e valorizzare il germoplasma autoctono vegetale e animale», ha sottolineato l'assessore regionale all'agricoltura Gianni Salvadori (nella foto).

Tra l'altro la legge attualmente in vigore (64/04) individua bene le varietà vegetali e specifica altrettanto bene dove queste varietà si trovano e vengono conservate. «Grazie a questo lavoro è stato possibile attivare e sostenere, attraverso il Psr, 114 ‘coltivatori custodi' che conservano circa 200 delle 536 varietà locali a rischio di estinzione di specie toscane sia frutticole (meli, peschi, ciliegi, e altri) che erbacee (come aglio, patate, cipolle, fagioli) che hanno destato più interesse nei territori da parte degli agricoltori - ha aggiunto l'assessore- Vengono inoltre sostenute 10 banche del germoplasma che conservano circa il 90% delle varietà locali individuate».

Durante il seminario è stato ribadito il ruolo che in questo ambito dovrà avere l'ente Terre regionali toscane, che tra i vari compiti ha anche la conservazione delle biodiversità e la valorizzazione delle risorse genetiche autoctone, e la "banca della terra" che metterà a disposizione soprattutto dei giovani, che hanno difficoltà di accedere alla disponibilità di terreni, delle terre su cui puntare alle produzioni agricole, con particolare attenzione all'agrobiodiversità.

«La tutela di tale patrimonio di vecchie varietà toscane oltre ad essere appetito dagli agricoltori per la vendita diretta nelle proprie aziende o nei mercatini locali o altre forme di filiera corta- ha continuato l'assessore-, è anche ricercato dall'imprenditoria agricola interessata a valorizzare prodotti legati al territorio. In ogni caso rappresenta una opportunità anche per la ricerca, sia per individuare specifici valori nutrizionali che le vecchie varietà possono avere rispetto a quelle attualmente coltivate a larga scala, che per adeguare le produzioni vegetali ai cambiamenti climatici che stanno interessando anche la nostra regione», ha concluso Salvadori.

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