
[15/05/2013] News
Christiana Figueres (Unfccc) «Siamo di fronte ad un pericolo chiaro e presente»
Connie Hedegaard, commissaria Ue all'azione per il clima, ha detto che «Nonostante la difficile situazione economica, l'Unione europea ha raggiunto e addirittura superato il impegno per la fast start finance per i Paesi in via di sviluppo, fornendo più di 7,3 miliardi di euro di finanziamento per il clima. Questa è una chiara dimostrazione dell'impegno dell'Unione europea per trovare una soluzione globale a beneficio di tutti per gli impatti dei cambiamenti climatici». In effetti il Consiglio Ecofin ha approvato un rapporto che dimostra che «L'Ue ha fornito circa un terzo dell'impegno totale da parte dei paesi industrializzati per il periodo 2010-2012», esattamene 7,34 miliardi di euro.
Alla Conferenza delle parti dell' United nations framework convention on climate change (Unfccc) di Copenaghen del 2009 i Paesi sviluppati si impegnarono a fornire 30 miliardi di dollari nel periodo 2010 - 2012 per sostenere le attività di mitigazione del cambiamento climatico nei Paesi in via di sviluppo, che nelle successive Cop hanno sempre accusato i Paesi ricchi di non rispettare gli impegni presi.
Oggi l'Unione europea ricorda in una nota di essere «Il maggior contribuente di finanziamenti per il clima nei Paesi in via di sviluppo» e assicura che «Continuerà a fornire finanziamenti per il clima nei Paesi in via di sviluppo e che, in particolare, il sostegno andrà ai paesi in via di sviluppo più vulnerabili, tra cui i piccoli Stati insulari, i Paesi meno sviluppati e l' Africa, per adattarsi alle conseguenze dei cambiamenti climatici».
I ministri Ue dell'Ecofin hanno però ricordato che nelle loro conclusioni del novembre 2012 sottolineavano che «L'Ue ed altri Paesi sviluppati dovrebbero a definire dei mezzi per aumentare i finanziamenti della lotta contro il cambiamento climatico durante il periodo 2013-2020, a partire da fonti molto diverse, pubbliche e private, a livello multilaterale e bilaterale, comprese nuove fonti di finanziamento, al fine di poter raggiungere l'obiettivo a lungo termine fissato a livello internazionale, consistente nel mobilitare congiuntamente 100 miliardi di dollari all'anno entro il 2020, nel quadro di azioni significative ed ai fini della trasparenza della messa in opera». I ministri delle finanze europei hanno concluso sottolineando che «Lo sforzo deve essere equamente ripartito tra i Paesi sviluppati» e ribadendo l'appello alle economie emergenti «Perché contribuiscano al finanziamento dell'adattamento al cambiamento climatico e dell'attenuazione di questo fenomeno, conformemente alle loro rispettive responsabilità e capacità».
La segretaria esecutiva dell'Unfccc Christiana Figueres è convinta che qualcosa stia muovendosi: «Di fronte al pericolo chiaro e presente», ma avverte che «E' necessario fare un passo in avanti per una risposta coordinata per respingere gli impatti del cambiamento climatico, dopo che le concentrazioni di biossido di carbonio del mondo hanno superato il oro più alto livello in 4 milioni di anni. Il mondo deve svegliarsi e prendere atto di ciò che questo significa per la sicurezza umana, il benessere umano e lo sviluppo economico. Di fronte al pericolo chiaro e presente, abbiamo bisogno di una risposta politica che affronti veramente per la sfida». La Figueres ha sollecitato «Una grande risposta stepped-up per tutti i tre pilastri centrali dell'azione: l'azione della comunità internazionale, dal governo a tutti i livelli, e del business e della finanza»".
La comunità internazionale sembra finalmente ricominciato a preoccuparsi del global warming dopo l'annuncio dato dall'osservatorio di Mauna Loa che le concentrazioni globali di CO2 nell'atmosfera hanno superato le 400 parti per milione, il che rende quasi impossibile mantenere l'aumento delle temperature planetarie entro i 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, ritenuta la soglia limite per evitare una crisi climatica di grandi proporzioni
Sarà questo il fosco scenario che farà da sfondo ai nuovi climate change talks Unfccc che si terranno a partire dal 3 giugno a Bonn, in Germania e il cui tema centrale saranno i negoziati per la realizzazione di un nuovo accordo globale sul clima e per un immediato incremento dell'azione per il clima.