[16/05/2013] News

Pesca intensiva, con le reti a tramaglio uccisi 400mila uccelli marini ogni anno

E' noto che attraverso i metodi di pesca intensiva si possano uccidere anche gli uccelli marini, ma ora uno studio pubblicato dal biologo marino di BirdLife International Ramunas Žydelis, e diffuso nel nostro Paese dalla Lipu-BirdLife Italia, per la prima volta fornisce una stima globale delle catture accidentali. Ogni anno sono 400mila gli uccelli che vengono uccisi nelle reti a "tramaglio" (una tecnica di pesca intensiva molto utilizzata in tutto il mondo), un numero che supera quello relativo alle uccisioni di uccelli documentate nella pesca con palangari.

«A differenza di palangari e reti a strascico, per le quali già esistono semplici soluzioni tecniche disponibili per ridurre le catture accidentali di uccelli marini -  ha dichiarato Ramunas Žydelis - la ricerca di misure analoghe per i tramagli è stata molto limitata fino ad oggi e ulteriori sforzi per fronteggiare il problema sono urgenti».

I tramagli sono reti fisse utilizzate in gran parte nella pesca costiera e realizzate in nylon che le rende invisibili. Gli uccelli marini vi rimangono spesso impigliati e annegano mentre inseguono le loro prede sott'acqua. Tra le specie catturate accidentalmente vi sono i pinguini Humboldt, la moretta codona, la rarissima urietta mormoreggiata, ma i tramagli sono una grave minaccia anche per delfini, balene, foche e tartarughe. Per quanto riguarda le aree geografiche, i livelli più elevati di catture accidentali di uccelli marini sono stati riscontrati nel Mar Baltico, dove si stima che 76mila uccelli vengano uccisi ogni anno, ma per altre zone vi è carenza di informazioni, come il sud dell'Oceano Atlantico, il Mediterraneo e il Sud-Est del Pacifico, così come per le acque giapponesi e coreane.

«Abbiamo dimostrato, attraverso il lavoro dei nostri team della Task Force Albatross sui palangari e pescherecci che effettuano pesca a strascico in tutto il mondo, che un approccio collaborativo, lavorando a stretto contatto con l'industria della pesca, è in grado di ridurre in modo consistente le catture accidentali di uccelli marini- ha sottolineato Rory Crawford, responsabile Policy del Global Seabird Programme di BirdLife International- Ciò è vitale per specie come edredone di Steller, moretta codona e orco marino, che sono tutti globalmente minacciati e in calo ad un ritmo allarmante nel Mar Baltico».

Almeno a livello di Unione europea c'è una presa d'atto del problema, ma il Piano d'azione Ue, lanciato lo scorso novembre per ridurre al minimo le catture accidentali di uccelli marini con attrezzi da pesca, prevede un'applicazione di natura volontaria. Per questo motivo  BirdLife sta richiedendo misure vincolanti da includere nell'ambito della Politica comune sulla pesca (Pcp), finalizzate a migliorare la raccolta di dati e a fornire finanziamenti per la ricerca al fine di individuare i migliori metodi per evitare che gli uccelli marini restino uccisi nei tramagli.

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