
[23/05/2013] News toscana
Negli ultimi anni è in atto una smobilitazione del patrimonio ferroviario italiano, bene demaniale, che, per una precisa scelta di indirizzo gestionale, si sta trasformando in bene privato, a vantaggio di quella minoranza di fortunati cittadini che possono usufruire di linee di collegamento veloci, i cosiddetti Tav, mentre la maggior parte dei viaggiatori, tra cui numerosi pendolari, sono costretti ad utilizzare altre linee, regionali e locali, considerate ingiustamente secondarie, percorse da treni lenti, affollati e con carrozze spesso fatiscenti.
Il non poter fruire del diritto alla mobilità mette questi cittadini in condizioni di disagio percependo chiaramente che, al di fuori dell'alta velocità, il trasporto ferroviario diventa lento e quasi in dismissione.
Non dimentichiamo che negli ultimi dieci anni le Ferrovie dello Stato hanno investito quasi 100 miliardi per l'Alta Velocità e soltanto 4 per il restante servizio. Tra le peggiori conseguenze, la privatizzazione del trasporto su ferro sta portando ad una inaccettabile divisione per fasce di reddito dei cittadini, in teoria tutti con pari diritti e doveri, almeno fino a quando l'attuale Costituzione ed i Regolamenti Europei saranno ancora vigenti.
Altro pericoloso segno dei tempi è la chiusura dei servizi all'interno di tante piccole stazioni, considerate secondarie: bar, parcheggi, biglietterie ed il degrado degli ambiti ferroviari, compresi i giardinetti, una volta angoli profumati ed accoglienti.
Qualche problema lo presenta anche la stazione centrale di Firenze, S.Maria Novella, un rilevante Bene artistico-architettonico inserito armoniosamente nel cuore della città storica.
La cattiva manutenzione dei particolari all'interno della stazione, che sembrano minori ma non lo sono, (ringhiere, numeri dei binari, indicazioni sulle pareti), rivela uno stato di abbandono preoccupante, che va subito fermato prima di arrivare al degrado. Ma non solo. Sempre nella stessa stazione, affollata in ogni periodo dell'anno da migliaia di turisti, non esiste più una sala d'attesa: le due comode ed eleganti sale sono riservate unicamente ai possessori di carta oro di Trenitalia e della concorrente N.T.V.
Gli altri passeggeri dovranno sistemarsi su scomodi sedili posti nell'atrio della stazione, (di fronte alle biglietterie), godendo delle piroette di alcuni colombi che deliziano i presenti con le loro deiezioni.
Sicuramente i colombi preferirebbero volteggiare a cielo aperto e non in una stazione ferroviaria tanto "movimentata", mentre i passeggeri vorrebbero tanto sostare comodamente seduti in una sala accogliente e decorosa e non nell'atrio rumoroso ed inospitale.
* Vicepresidente nazionale Italia Nostra - Gruppo Stazioni Storiche e Ferrovie