
[27/05/2013] News
Si è tenuto in Germania (a Bonn) il convegno "Water in the Anthropocene: Challenges for Science and Governance. Indicators, Thresholds and Uncertainties of the Global Water System", organizzato dal Global water system project (Gwsp). Al centro dell'iniziativa le modifiche globali del "sistema acqua" causate da impatti di origine antropica e amplificate dai cambiamenti climatici, e le risposte di governance per superare le criticità evidenziate, come ad esempio cambiamenti di uso del suolo, variabilità nella fornitura idrica, crescente domanda di acqua.
Gli esperti chiamati a raccolta hanno evidenziato il ruolo della scienza e della ricerca per coadiuvare i decisori politici attraverso le innovazioni tecnologiche e istituzionali in materia di gestione sostenibile dell'acqua. Su alcuni numeri ribaditi anche nel corso del convegno, tutti gli scienziati sono d'accordo: i sistemi di acqua dolce del pianeta sono in uno stato precario e nel giro di un paio di generazioni, una gran parte dei 9 miliardi di persone che popoleranno il pianeta, si dovrà confrontare con carenze idriche più o meno gravi.
Ma questa criticità è autoinflitta dall'uomo e evitabile secondo gli esperti riuniti a Bonn. Molte le evidenze negative che esercita l'uomo sul sistema idrico globale, tra cui: l'acqua è immagazzinata in serbatoi e sottratta agli ecosistemi naturali; è prelevata in eccesso dai fiumi e dalle acque sotterranee con depauperamento delle falde; l'acqua disponibile è inquinata il che ne limita l'utilizzo da parte dell'uomo ed ha effetti negativi sulla salute delle forme di vita acquatiche, eccesso di impermeabilizzazione del territorio. Le soluzioni che fino ad oggi ha saputo proporre l'uomo per ovviare a questi problemi, sono di tipo ingegneristico, costose, e possono creare ulteriori effetti negativi di lunga durata sui sistemi sociali, ecologici (vedi perdita di servizi ecosistemici per generazioni attuale e future) e sugli stessi corpi idrici che forniscono la risorsa che si voleva preservare.
Queste soluzioni hanno però una caratteristica comune che ne spiega la diffusione: garantiscono guadagni economici nel breve termine. Il fattore velocità poi collega e mette in relazione le modifiche antropiche citate. In breve tempo abbiamo accelerato alcuni processi, decelerandone altri, influenzando tutti gli elementi del ciclo idrogeologico. Questo periodo di tempo molto breve può rappresentare, secondo molti scienziati, l'inizio di una nuova era geologica, l'Antropocene, «che rappresenta la rapida modifica del rapporto dell'uomo con il mondo naturale nella storia della nostra specie. Il termine Antropocene riflette la crescente predominanza del genere umano nel determinare il cambiamento ambientale globale» hanno dichiarato James Syvitski (Cattedra di Igbp dell'Università del Colorado a Boulder), Charles Vörösmarty (Co-presidente del Gwsp City University di New York) Sina Marx e Anik Bhaduri (Gwps Ufficio progetti di Bonn).
Dal 2004, il Gwsp ha promosso un programma di ricerca ampio e nuovo modi di pensare l'acqua come un sistema globale complesso, sottolineando i legami tra le componenti naturali e antropiche, ciò significa che le interazioni uomo-acqua devono essere viste come un sistema continuo e "accoppiato", che richiede una capacità di analisi interdisciplinare.
La ricerca presentata a Bonn ovviamente non trascura i progressi attuati per migliorare l'approvvigionamento idrico, i servizi igienico-sanitari e gli indubbi benefici per le persone di tutto il mondo, ma allo stesso tempo mette in evidenza la necessità di considerare obiettivi più ampi di sviluppo sostenibile nel contesto del sistema idrico globale. La gestione sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce tra l'altro è una necessità urgente che è stata ribadita in occasione del Vertice della Terra Rio+20, e che richiede un impegno congiunto di scienziati ambientali, sociologi, ingegneri, politici, e una vasta gamma di stakeholder.
Dalla ricerca è emerso anche che per attuare lo sviluppo sostenibile è necessaria l'innovazione sia tecnologica che istituzionale, ma allo stato attuale, molte regioni del pianeta presentano forti ritardi rispetto a questo tema.
Per ovviare a queste lacune dal convegno di Bonn gli esperti hanno lanciato una dichiarazione di intenti, "la Global water security", fondamentali per istituzioni e privati riuniti in una partnership per la governance sostenibile dell'acqua nell'Antropocene. Tra le raccomandazioni: prendere impegni per adottare un approccio multi-scala e interdisciplinare di scienza dell'acqua, al fine di comprendere la natura complessa e interconnessa del sistema idrico globale; eseguire studi di sintesi circa lo stato qualitativo e quantitativo dei corpi idrici evidenziandone criticità e rischi, approccio indispensabile per sviluppare strategie e promuovere una migliore protezione dei sistemi idrici; formare una nuova generazione di scienziati e professionisti specializzati in gestione globale della risorsa idrica; estendere il monitoraggio sul sistema acqua effettuato con metodi tradizionali, a osservazioni ambientali da satellite; in fase di progettazione, prendere in considerazione le alternative a basso impatto, rispetto alla soluzioni strutturali più costose; stimolare l'innovazione e politiche inclusive sull'acqua senza le quali sarà impossibile progettare efficaci strategie o politiche di crescita "green".
Secondo gli esperti queste raccomandazioni, prese nel loro complesso, possono costituire il fulcro di un progetto con base scientifica nella formulazione di obiettivi di sviluppo sostenibile.