[28/05/2013] News

L'Asos ritira dal mercato una partita di cinture radioattive

Ma il fornitore indiano dice che non sono le sue

Una partita di cinture borchiate in ottone vendute dalla Asos - discover fashion online, che ha anche una filiale italiana e si autodefinisce «Il più grande guardaroba del mondo», sono state in tutta fretta ritirate dal mercato alla vendita dopo che sono state trovate radioattive.

Secondo quanto scrive The Guardian, che cita un rapporto interno dell'Asos, «Le cinture-peplum, che hanno un volant allegato, potrebbero causare lesioni a chi lo indossa, se indossate per più di 500 ore». Il lotto di cinture radioattive,  dopo essere risultate positive al cobalto 60, sono ora custodite in un deposito per materiali radioattivi.

The Guardian dice di aver potuto vedere il rapporto, chiamato "Project Purple Flower" nel quale si dice che una delle cinture  è stata trovata positiva ai test sulla radioattività fatti alla frontiera statunitense. La Asos ha quindi deciso di ritirare le cinture che erano in vendita in 49 dei suoi magazzini online in 14 Paesi, chiedendo ai clienti di restituirle, ma nessuno sa quanti lo abbiano fatto, mentre  e lo stesso rapporto dice che «Nessuno di queste cinture sono adatte per l'uso pubblico o il possesso».

La multinazionale della moda online aggiunge: «Purtroppo, questo tipo di  incidente è un evento piuttosto comune. L'India e l'estremo Oriente sono grandi consumatori di rottami metallici per uso interno e per i mercati esteri. Durante il processo di raffinazione di questi metalli, allo stesso tempo vengono talvolta fuse accidentalmente sorgenti radioattive "orfane". Questo a sua volta [contamina il processo] e intrappola la radioattività nel metallo, sia come lega che in sospensione».

Un portavoce della Asos ha detto che «E' un prodotto fornito alla Asos non conforme alle norme di sicurezza e salute nel Regno Unito e Asos ha lavorato con tutte le autorità competenti ed ha intrapreso un ritiro precauzionale del prodotto, in linea con i nostri elevati standard di qualità e di attenzione al cliente Nessun altro prodotto della linea Asos è interessato».

Ma intanto è scoppiata una lite tra Asos e Haq International, il gruppo indiano che la company accusa di averle fornito  per più di un anno 641 cinture che sarebbero tutte radioattive, ma a Faizan Haq, il capo della ditta Indiana, non è stato permesso di controllare le cinture perché la Asos ha detto che le agenzie anti-terrorismo ritengono che sia un rischio per la sicurezza.

The Guardian scrive che secondo i documenti in suo possesso «Le cinture che Asos afferma siano contaminate non corrispondono alla descrizione delle cinture fornite da Haq, o ad uno qualsiasi dei 30 prodotti forniti dalla ditta. Nonostante questo, Asos esige 100.000 sterline dal fornitore per le spese di richiamo ed ha trattenuto 64.000 sterline dovute all'uomo d'affari, che ha dovuto annullare gli ordini con Miss Selfridge (un altro gigante della moda online, ndr)  e chiudere la sua fabbrica per cinque mesi, lasciando 18 lavoratori indiani senza lavoro». Haq sostiene di aver dovuto anche vendere la sua auto per pagare gli avvocati.

In effetti qualcosa di strano c'è: le cinture ritirate dopo il Project Purple Flower hanno 801 borchie di metallo e pesano 316 g, mentre le cinture-peplum  della Haq International, disponibili in quattro modelli, contengono fino ad un massimo di 750 borchie in ottone, con il modello più piccolo che pesa 370 g. Asos sostiene che i codici sulle scatole con le cinture radioattive corrispondono a quelli forniti da Haq e che le discrepanze sul numero di borchie in metallo è dovuta al fatto che tutte le cinture sono fatte  a mano.

Ma test indipendenti eseguiti dalla Health Protection Agency al magazzino della Haq International a Londra non hanno trovato nessuna radiazione in una qualsiasi delle cinture e nei componenti di metallo, mentre in India l'Atomic energy regulatory board ha effettuato un controllo nella fabbrica di Haq del quale non si sa ancora niente. Il Project Purple Flower  ha confermato che «La maggior parte delle 801 borchie in ottone nelle cinture sono stati contaminate», ma la Asos utilizza diversi fornitori di cinture.

Intanto a rimetterci è come sempre il primo ed ultimo anello della catena produttiva di questa globalizzazione impazzita delle merci: gli operai.  

 

Nell'Uttar Pradesh, nel nord dell'India, i lavoratori della fabbrica di cuoio Royal Ascot, che guadagnano meno di 50 sterline  al mese, stanno protestando davanti all'impianto chiuso, chiedono che la Asos gli dia un nuovo posto di lavoro nuovo e bruciano le effigi dei boss della  Asos bruciando. Haq, che aveva fondato la sua impresa 8 anni fa, ha detto: «La mia vita è stata rovinata da questa grande azienda, che pretende di prendersi cura dei suoi fornitori. Scrivo all'Asos ormai da mesi nel tentativo di vedere le cintole che sostengono siano mie, ma ho girato a vuoto ed ora mi viene detto che sono bandito dal controllo di questi prodotti»

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