[31/05/2013] News

Warren Buffett ha un problema: il carbone (e i cow boys, i cheyenne e gli amish) del Montana

Marc Gunther, un collaboratore di Fortune che ha un blog molto seguito negli Usa, ha scritto per la Beyond coal campaign di Sierra Club un articolo che si occupa di una delle icone de liberal statunitensi: Warren Buffet, probabilmente l'investitore più ammirato d'America. L'82enne presidente e amministratore delegato della  Berkshire Hathaway ha guadagnato 53,5 miliardi dollari e si è impegnato a darne via il 99%. «Nonostante la sua ricchezza, Buffett è folksy, senza pretese, e grato per quella che lui descrive come la sua buona fortuna - spiega Gunther - Vive ad Omaha, in Nebraska, in una modesta casa che ha comprato nel 1958 per 31.500 $ e mangia al Dairy Queen locale (è il proprietario della catena). Buffett offre un'immagine di favorevole attenzione, e meritatamente, per i suoi grandi investimenti della Berkshire nell'energia solare, negli impianti eolici e nella company del'auto elettrica cinese Byd». 

Quando a gennaio la MidAmerican Energy Holdings Company della Berkshire ha acquistato un progetto solare fotovoltaico a 579 megawatt nell'Antelope Valley, in California,  i giornali hanno titolato: "Warren Buffett in $2 Billion Solar Deal" e "Warren Buffett Continues His Solar Buying Spree". Buffett è così influente che la notizia ha fatto schizzare in alto le azioni del fotovoltaico Usa.  Ma Buffett ha un problema: il carbone. «Oltre alle sue attività solari  ed eoliche, MidAmerican Energy Holdings si basa sul carbone per circa la metà della sua capacità produttiva di 18.000 megawatt - scrive Gunther.  La Buffett Burlington Northern Santa Fe (Bnsf) Railway Company deriva un quarto del suo fatturato annuo, da 20 miliardi di dollari, dal trasporto del carbone e fa lobbying aggressiva per conto dell'industria. La Berkshire Hathaway è una delle poche grandi aziende statunitensi che non rivela le proprie emissioni di gas serra e si è opposta agli azionisti che chiedono di farlo». 

Ma la reputazione verde di Buffett rischia di subire il colpo più duro in un remoto e scarsamente popolato angolo del Montana, dove allevatori, nativi americani ad agricoltori Amish si stanno battendo per salvaguardare i loro mezzi di sussistenza ed il territorio minacciato da quella che, se realizzata, sarebbe una delle più grandi miniere di carbone della "strip mines" del West. Il trasporto di tutto questo fino alla West Coast sarebbe assicurato proprio dalla Bnsf Railway della Warren Buffett. L'area è quella della Big Sky Country, ai confini del Parco nazionale di Yellowstone. Il Southeastern Montana è bello, ma anche arido e inospitale: qui cavalcano ancora cow boys come i McRae che ci allevano bestiame dal 1880, prima che il Montana diventasse uno Stato, a pochi km di distanza c'è Colstrip, 2.300 abitanti, nel cui territorio si materializzano di tutte le loro paure: una miniera a cielo aperto che alimenta una centrale elettrica da 2.094 MW, la seconda più grande a carbone ad ovest del Mississippi e la centrale più sporca del West. L'escavazione a cielo aperto ha drenato le falde acquifere che rendono possibile l'allevamento. A marzo Sierra Club e il Montana Environmental Information Center hanno denunciato l'impianto per la carenza di controlli dell'inquinamento atmosferico. Anche le autorità ambientali del Montana riconoscono che i suoi stagni tossici di cenere di carbone hanno perdite da anni, ma lo Stato, che potrebbe multare la centrare per 10.000 dollari al giorno per gli ultimi 30 anni, non ha chiesto un dollaro.

Ora l'Arch Coal, uno dei più grandi King Coal Usa, vuole scavare una miniera nell'Otter Creek coal tracts  nella Powder River County, e la ferrovia Tongue River di 42 miglia dovrebbe collegare la miniera alla Bnfs: Buffet è uno dei tre soci della linea Tongue River. Nove di queste miglia di ferrovia passano proprio in mezzo al Rocker Six ranch dei McRae e se la linea otterrà i permessi federali e statali la Tongue River potrebbe espropriare molti terreni. I McRae ed i loro vicini, tra i quali ci sono un piccolo insediamento di contadini Amish, che non utilizzano nemmeno l'elettricità, ed una tribù dei Cheyenne del Nord, si sono uniti per combattere la miniera di carbone, la ferrovia, e l'intenzione di ampliare i porti sul Pacifico di Washington e dell'Oregon che sono necessari per spedire il carbone in Asia. Gli alleati di cowboy, indiani ed amish sono Sierra Club, National Wildlife Federation e Northern Plains Resource Council. I nemici sono Arch Coal, Bnsf e due degli uomini più ricchi d'America: Buffett e Forrest E. Mars Jr, il re dei dolciumi, che possiede un ranch di oltre 100.000 acri a Birney, Montana, non lontano da Colstrip. Fino a poco tempo fa l'81enne Mars si opponeva in ogni modo alla miniera di Otter Creek ed alla Tongue River Railroad, ma ha cambiato idea dopo che ha comprato una quota della linea ferroviaria e ha fatto cambiare il percorso originario, che ora aggira il suo ranch: un modo singolare per risolvere la sindrome Nimby di un eccentrico miliardario. «La posta in gioco è alta - dice Gunther - Otter Creek contiene circa 1,2 miliardi di tonnellate di carbone. Se la ferrovia del fiume Tongue sarà costruita ed i porti verranno ampliati, altre miniere potrebbero seguire». Per Bill McKibben, di 350.org, «Ci sono un paio di "choke points" cruciali su questo pianeta, dove abbiamo qualche possibilità di fermare l'emorragia del flusso infinito di carbonio nell'atmosfera. Su quella lista, nessuno può essere più importante del Montana».

Ma cosa pensa Warren Buffett dell'energia e del clima? Scoprirlo  non è un compito facile. A differenza del suo buon amico nuclearista Bill Gates, che siede nel board of directors della Berkshire, Buffett su questo non ha detto quasi nulla. La Berkshire non ha una vera politica ambientale: oltre alle sue notevoli partecipazioni nell'energia eolica e solare, i suoi investimenti includono una quota dell'1,98% nella ConocoPhillips, una delle Big Oil americane, ed il 4,37% nella Phillips 66. La MidAmerican Energy Company, la stessa utility  che gestisce l'eolico dello Iowa, produce quasi la metà della sua elettricità dal carbone. Ma le imprese di Buffet in futuro bruceranno meno carbone: il miliardario amico di Obama ha raggiunto un accordo con Sierra Club per eliminare gradualmente 5 centrali a carbone, bonificarne altre due e costruire un impianto solare allo Iowa State Fairgrounds.  

Cathy Woollums, senior vice president della MidAmerican Energy Holdings, ha detto a Gunther che le utility di MidAmerican vorrebbero sostituire il carbone con fonti più pulite di energia ma  «Dove è conveniente farlo. La company deve anche mantenere l'elettricità a prezzi accessibili per soddisfare i clienti e le autorità di regolamentazione. Noi non impostiamo la politica. Senza una chiara politica sul clima, è difficile per noi andare avanti in fretta».

In realtà la Berkshire Bnsf Railway, che vuole espandere il suo business del carbone, ha usato la sua influenza per contrastare gli sforzi del governo federale per regolamentare il settore. Come più grande trasportatore di carbone degli Usa, Bnsf è un influente membro dell' American coalition for clean coal electricity, una potente lobby che combatte gli sforzi dell'Environmental protection agency  per regolamentare l'inquinamento da carbone ed è anche uno dei soci fondatori della Alliance for  Northwest jobs & exports, che conduce una campagna per realizzare 4 terminal carboniferi negli Stati di Washington e dell'Oregon, essenziali per l'industria estrattiva, dato che la domanda interna Usa di carbone continua a diminuire. Nilles definisce la Bnfs «Uno dei peggiori protagonisti quando si tratta di attività di lobbying e per promuovere l'espansione del l'uso del carbone». 

I sostenitori dei terminal per esportare il carbone dicono che creeranno posti ed entrate fiscali ed un  portavoce della Bnfs  in una e-mail inviata a Gunther  scrive che «Le ferrovie sono il modo più ecologico di trasporto», cosa vera, ma forse bisognerebbe tener conto anche di cosa trasportano. Nell'agosto 2012, intervistato dal Columbian, un quotidiano dello stato di Washington, Matt Rose, presidente e amministratore delegato della Bnfs, disse che  «Le nazioni in via di sviluppo in Asia vogliono energia a basso costo, proprio come fecero gli Stati Uniti quando si stavano industrializzando». Alla domanda se il carbone esportato in Asia avrebbe contributo ad accelerare il global warming, Rose rispose: «Io non affronto il cambiamento climatico, perché non sono qualificato per farlo». Nemmeno il suo capo Buffett ha mai davvero affrontato il cambiamento climatico: nel 2007, rispondendo ad una domanda durante il meeting annuale della Berkshire, disse: «Credo che ci siano bune probabilità che il global warming sia grave». Ma nel 2011, su sua sollecitazione, gli azionisti della Berkshire Hathaway respinsero una proposta che chiedeva che le utilities della società fissassero obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra. Nel 2012, nella speranza di attirare l'attenzione di Buffett, gli ambientalisti canadesi minacciarono di bloccare un treno della Bnsf che trasportava  carbone a Vancouver. La ferrovia ottenne un decreto ingiuntivo contro il blocco e 13 manifestanti vennero  arrestati. Il liberal Buffett non spese una parola su questa vicenda.

A dire il vero nemmeno tra coloro che si oppongono al progetto di Otter Creek ed alla Tongue River Railroad la preoccupazione per il global warming è forte. Gli allevatori sono per lo più preoccupati per l'impatto del carbone sulle falde idriche, per la sicurezza e la salute del loro bestiame e per i possibili espropri. I  McRae ed i loro vicini sono andati fino a Seattle per parlare in udienza pubblica contro il terminal per l'export di  carbone di Bellingham: «Il carbone andrà in Cina, i profitti andranno alle compagnie del carbone e ferroviarie ed al Montana rimarrà solo il pagamento delle spese», hanno detto i cowboys. E il  cambiamento climatico non è stato toccato nemmeno nell'audizione di gennaio a Lame Deer, nella riserva dei Lame Deer  dei Northern Cheyenne. La tribù  ha spiegato ai funzionari del Montana department of environmental quality che la miniera di Otter Creek li preoccupa per altre cose. Otto Braided Hair Jr, un discendente dei superstiti del famigerato massacro di Cheyenne e Arapaho del Sand Creek, ha detto: «Ho legami spirituali con  questa terra. Legami affettivi. Legami storici. Siamo solo custodi di questa terra. Vogliono trasformare questo posto in un pozzo nero, e poi andarsene? Avete intenzione di avere nipoti? Avete intenzione di avere pronipoti? Che specie di terra avete intenzione di lasciargli?».  

Ma le poetiche preoccupazioni dei pellerossa probabilmente non commuoveranno il Department of environmental quality, noto per la sua amicizia con i King Carbon e che non ha mai rifiutato una richiesta di licenza mineraria. La carta migliore che possono giocare ambientalisti, cow boys, indiani e amish è probabilmente quella contro la Tongue River Railroad, senza la quale la miniera non potrà essere fatta e questo perché il Surface Transportation Board, l'agenzia federale che deciderà il futuro della ferrovia, deve valutare il suo impatto ambientale all'interno del National Environmental Policy Act. 

Gli avvocati della Tongue River Railroad cercheranno di limitare le analisi ambientali agli impatti immediati sull'aria e sull'acqua, ma gli oppositori insisteranno sul fatto che si deve tener conto anche dei 20 milioni di tonnellate di carbone all'anno che verranno trasportate. «Io credo che la legge sia molto chiara - conclude Jack Tuholske, un avvocato ambientalista che rappresenta il Northern Plains Resource Council ed il Rocker Six ranch dei McRae - Il consiglio deve guardare a tutti gli effetti, iniziando dall'Otter Creek, al fiume Tongue, alla linea principale di Burlington Northern ed all'impatto su tutte le comunità lungo quella linea ed alle comunità dell'export. Sono tutti interconnessi. L'industria del carbone, decisa a espandere le sue esportazioni, può anche ignorare il global warming. Ma un ente federale incaricato di pesare le conseguenze ambientali di una ferrovia che trasporta carbone dovrebbe fare di meglio. Così come dovrebbe farlo l'investitore più ammirato in America». 

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