[31/05/2013] News

Cugini animali: un essere umano su 13 ha i piedi "flessibili" come gli scimpanzé

Due ricercatori dell'università di Bosto, Jeremy DeSilva del Department of anthropology e Simone Gill del Department of occupational therapy, hanno pubblicato sull'American Journal of Physical Anthropology uno studio, Brief communication: A midtarsal (midfoot) break in the human foot, che dimostra quanto l'evoluzione umana sia ancora vicina, forse parallela, a quella dei nostri più vicini parenti, i bonobo e gli scimpanzé.  «L'assenza del midtarsal break  è stata a lungo considerata come una caratteristica derivata del piede umano - spiegano  DeSilva e Gill - Gli esseri umani possiedono un centro del piede  rigido che agisce come una efficace leva durante la fase propulsiva dell'andatura bipede. I primati non umani, al contrario, hanno un plantare più mobile che è un adattamento per arrampicarsi sugli alberi». Lo studio presenta impronte plantari e video che provano che «Una piccola percentuale di esseri umani moderni (n = 32/398)», ha piedi in grado di comportarsi come quelli degli scimpanzé.

Probabilmente quella persona su 13 che ha queste capacità di arrampicarsi sugli alberi come una scimmia non sa di averle. La scoperta mette in discussione l'assunto che il piede umano è rigido per consentirci di camminare in maniera più efficiente, mentre gli altri primati hanno i piedi flessibili più adatti a d afferrare i rami mentre si spostano tra gli alberi. 

I due ricercatori hanno chiesto a 398 adulti di camminare a piedi nudi intorno al the Boston Museum of Science mentre filmavano i loro piedi. Hanno scoperto che l'8% degli esseri umani hanno una certa flessibilità al centro del piede, un po' come le scimmie arboricole. La loro ricerca è corroborata da un altro studio in via di pubblicazione realizzato dal britannico  Robin Huw Compton, dell'università di Liverpool, che ha scoperto che la metà del piede flessibile potrebbe essere ancora più comune di quanto dicano DeSilva e Gill.

Chi è in possesso del piede flessibile non solo è in grado di  piegarne la  pianta, ma di farlo anche a metà tra il tallone e la pianta. Tutti i piedi umani hanno questa struttura, ma la maggior parte ha  legamenti rigidi che avvolgono quel punto e mantengono il piede rigido. In alcune persone, tuttavia, i legamenti sono più morbidi, consentendo la metà del piede di piegarsi. 

I filmati dei piedi umani flessibili dimostrano questa flessibilità durante la deambulazione, ma DeSilva spiega su New Scientist che chi  aveva questo tipo di piedi non sapeva di  avere qualcosa di insolito, né la loro andatura era diversa e aggiunge: «Sono stato e continuerò ad essere sorpreso di questo».

Crompton pensa che possiamo avere  i piedi flessibili fin dagli albori della nostra specie, come ricordo dei  nostri lontani giorni arboricoli, mentre avremmo perso lungo la strada dell'evoluzione altre caratteristiche, come ad esempio le dita opponibili dei piedi degli scimpanzé in rado di afferrare rami ed oggetti.

Crompton  però crede che la maggior parte dei piedi umani possano possono produrre questo tipo di  flessibilità in circostanze specifiche, aggiungendo così la stabilità essenziale alla nostra "strana" e difficoltosa  deambulazione bipede: «Per esempio, il nostro lavoro dimostra che è importante durante un improvviso cambiamento di velocità».

DeSilva ha un'altra teoria: i piedi flessibili renderebbero la camminata meno efficiente, perché la flessibilità sarebbe diventata un inconveniente quando i nostri antenati hanno lasciato gli alberi. «Se è così - spiega su New Scientist - è più probabile che il tratto sia riapparso di recente. La mia ipotesi è che ci sono sempre più variazione che mai, forse perché le scarpe hanno avuto un impatto sull'anatomia del piede».

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