[01/03/2011] News
NAPOLI. La settimana scorsa, il 24 febbraio, è ufficialmente nato a Napoli - ne abbiamo già parlato su greenreport - l'European Marine Biological Resource Centre (EMBRC), una rete europea costituita da 15 laboratori di biologia marina distribuiti in 8 diversi paesi (Italia, Portogallo, Grecia, Svezia, Regno Unito, Norvegia, Germania, Francia). Il network ha due obiettivi principali: studiare in maniera coordinata la biodiversità e l'ecologia marine, anche per individuare fonti di "risorse genomiche"; individuare nel mare organismi modello per lo studio della biologia molecolare e la sperimentazione di nuovi farmaci.
L'EMBRC è coordinato dalla Stazione Zoologica "Anton Dohrn" di Napoli e, per la fase organizzativa iniziale durata 3 anni e venuta a termine con l'incontro di febbraio, ha potuto contare su un investimento di 3,9 milioni di euro da parte dell'Unione Europea. Nei prossimi 5 anni i 15 diversi istituti investiranno complessivamente 100 milioni di euro in questa ricerca integrata, che si avvale anche dei migliori strumenti informatici.
La notizia è rilevante per almeno due motivi (più uno). Il primo, come rileva la rivista Nature, è che l'Europa si è data una rete di istituti scientifici interessati alla biologia marina analoga alla National Association of Marine Laboratories degli Stati Uniti. Anzi - come riconosce Gary Borisy, direttore del Marine Biological Laboratory di Woods Hole, Massachusetts - poiché i 15 istituti europei si daranno comuni tecnologie, l'EMBRC si candida a diventare la rete di laboratori di biologia marina più attrezzata al mondo. Realizzando il sogno di Anton Dohrn, il naturalista tedesco, che - in un articolo pubblicato proprio su Nature nel 1872, l'anno in cui fondava la Stazione Zoologica di Napoli - ha per primo proposto la creazione di un "rete di stazioni scientifiche" lungo le coste europee. In definitiva, con EMBRC la biologia marina europea diventa, in qualche modo, "big science" e si attrezza per competere alla pari con il resto del mondo.
EMBRC è parte, infatti, di ESFRI, lo European Strategy Forum on Research Infrastructure, il programma europeo che cerca di dotare il continente di grandi infrastrutture scientifiche.
Il secondo motivo è strettamente scientifico. L'EMBRC consentirà di accelerare l'integrazione tra la biologia marina e la genomica marina. Inoltre tenterà di individuare un organismo modello che vive in acqua, capace di "competere" con gli organismi modello "terrestri", che sono soprattutto la Drosophila (il moscerino della frutta) e il topo. Il mare è l'ambiente dove è nata la vita ed è tuttora ospite importante della biodiversità. Studiare le specie che lo popolano servirà a comprendere meglio i meccanismi fondamentali della biologia.
L'ultimo motivo riguarda l'Italia e, in particolare, il Mezzogiorno. Sebbene la politica della ricerca nel nostro paese - e nel Sud in particolare - non viva la sua stagione più felice, resta un'enorme tradizione, come quella lasciata da Anton Dohrn, e resta una riconosciuta capacità di svolgere studi scientifici al più alto livello. Per questo quella che viene da Napoli è una buona notizia.