[01/03/2011] News

Sopravvivere alle crisi di Jacques Attali

Il libro che commentiamo è uscito qualche mese fa. L'autore nell'introduzione afferma che un giorno o l'altro questa crisi si concluderà lasciando molto vittime e qualche raro vincitore. Probabilmente sarà così, ma per ora nella crisi ci siamo ancora, almeno nella parte occidentale del pianeta dove non è possibile mantenere il livello di vita attuale senza indebitarsi (indicatore di crisi) e ci resteremo ancora un bel po' se non comprenderemo la logica che ha condotto a questa situazione.

Jacques Attali, giornalista esperto di economia (è stato consigliere di Mitterand e primo presidente della Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo) in questo volume non fornisce un programma politico per uscire dalla crisi ma suggerisce alcuni consigli (dal livello personale a quello globale) per sopravvivere o più precisamente per "sopra- vivere", cioè vivere meglio, ponendo come orizzonte temporale il prossimo decennio.

L'autore ripercorre nel dettaglio l'origine della crisi che ha causato la valanga planetaria che in America ha riguardato un settore finanziario particolare di quel paese (quello dei mutui per la casa), ma il suo iniziò è collocato nel 1979 e non nel 2008. I particolari di tutte le vicende, da quella data fino alla fine del 2009, sono riportate nel libro che da questo punto di vista, al di là di come la si pensi, ha un valore documentale molto interessante. Un solo dato riguardante l'ultimo periodo di analisi per capire quello che è successo: da gennaio a settembre 2009, le abitazioni di più di 20 milioni di famiglie americane sono state pignorate.

Attali conferma che questa è crisi dell'Occidente, crisi provocata dalla globalizzazione in cui le economie emergenti fuori dal contesto occidentale hanno saputo trasformare la criticità in crescita economica: la scommessa è ora quella di orientare questo trend, che pare inarrestabile, verso la sostenibilità dello sviluppo.

Per dare suggerimenti su come meglio adattarsi alla situazione attuale, da cui non usciremo a breve, l'autore analizza gli scenari e i fenomeni (alcuni già in atto) che si potrebbero verificare od accentuare nei prossimi anni. L'esplosione demografica (con un aumento della popolazione in soli 10 anni come è avvenuto dalla comparsa dell'uomo sulla terra fino alla seconda guerra mondiale), è un fatto dato praticamente per certo e che sicuramente porterà forti sconvolgimenti. Questo fenomeno si verificherà soprattutto in Africa e Asia dove si sposterà sempre di più il centro dell'economia mondiale. Economia significa crescita dei consumi delle classi medie (quelle scomparse nel nord del mondo) e crescita dell'industria che possiamo solo auspicare che sia sostenibile (il processo può essere aiutato) altrimenti il pianeta imploderà schiacciato dal peso della sua impronta ecologica. Contemporaneamente si accentuerà il fenomeno dell'inurbamento, cioè la migrazione verso le città dove si concentrerà il maggior numero di essere umani. L'instabilità in alcune aree del pianeta (ne abbiamo già piena testimonianza) porterà all'aumento dei flussi migratori, avremo maggiore richiesta di risorse primarie, acqua e cibo, ma anche grandi necessità di infrastrutture. D'altro canto assisteremo ad un insieme di progressi tecnici e tecnologici (sviluppo delle nanotecnologie) che cambieranno il modo di vivere con modifiche anche nel settore dell'informazione. Attali in positivo vede una continua diminuzione di consumi energetici e di materia che si estenderà  anche ai paesi asiatici e africani dove tra l'altro maggiori democrazie e nuovi modelli di gestione attrarranno maggiori investimenti. Secondo l'autore avremo «un mondo policentrico e frammentato che, fatte le debite proporzioni, somiglierà a quello della fine del Medioevo».  Ma la libertà individuale continuerà ad essere il valore dominante di tutte le popolazioni del mondo e «la traduzione economica di questa ideologia della libertà sarà il proseguimento dell'invasione dell'economia da parte del mercato». Democrazia e mercato, secondo Attali si rafforzeranno reciprocamente in ogni paese fino ad entrare poi in contraddizione e in collisione perché «il mercato è mondiale per sua natura» mentre la democrazia rimarrà a lungo ancora nazionale e lo stesso mercato spingerà «verso la scomparsa dei servizi pubblici, principali strumenti operative delle democrazie». Ancora quindi avremo il perpetuarsi della massimizzazione dei profitti di pochi a scapito dell'interesse generale con gli intermediari finanziari che faranno aumentare l'instabilità del sistema sociale. Un film già visto seppur in un contesto in continua evoluzione.

Questo scenario pessimistico ed altri più favorevoli sono delineati da Attali che incrocia la crisi finanziaria con quella economica, sanitaria, politica, energetica, ecologica che si potrebbero manifestare ancora più apertamente nel prossimo decennio. Per ognuna vengono proposte dall'autore alcune vie d'uscita, delle strategie attive a carattere personale o politico collettivo, che aiutano ad uscire dalle crisi, ma il tutto si riconduce a sette semplici regole definite indispensabili per la sopravvivenza: il rispetto di sé (cioè  prendersi sul serio ma che implica anche rispetto di tutti gli altri); l'intensità (cioè il fattore tempo «il solo bene la cui penuria per gli individui come per le organizzazioni è assolutamente incontestabile»); l'empatia (farsi un'opinione personale del mondo); la resilienza (l'essere capaci di resistere ad un attacco); la creatività (trasformare ogni minaccia in opportunità); l'ubiquità (non accontentarsi di una sola identità); il pensiero rivoluzionario (saper essere rivoluzionari nelle rivoluzioni in atto e non lasciarsi chiudere in un solo paradigma). Questi principi concepiti e spiegati dall'autore (su cui noi abbiamo solo accennato con l'auspicio di stimolare la curiosità dei lettori) si applicano alle persone, alle imprese, alle nazioni, all'umanità con particolari e risposte nei singoli casi per forza diverse, ma tutte dettagliate meticolosamente nel volume.

Per sopra-vivere alle crisi ci vuole una governance mondiale, un governo che prenda come unità di misura quella della sostenibilità (ambientale, sociale ed economica in quest'ordine decrescente) con influenze incisive sugli aspetti finanziari ed economici. L'aspetto tempo rimane determinante e purtroppo questa svolta non è proprio dietro l'angolo come invece sarebbe necessario. Quindi intanto possiamo partire dalle parole del Mahatma Gandhi: «Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo».

Torna all'archivio