[01/03/2011] News
LIVORNO. Sono arrivate le note tecniche - redatte dalla Commissione europea - di orientamento sull'esportazione e importazione di sostanze chimiche pericolose. L'Ue pubblica sulla Gazzetta ufficiale di oggi la guida, che non crea una nuova normativa e che non crea nuovi diritti o obblighi, ma riflette l'interpretazione attribuita dalla Commissione al regolamento sull'esportazione e importazione di sostanze chimiche pericolose.
La guida, strutturata in una serie di capitoli, presenta la convenzione di Rotterdam, i suoi principi fondamentali e i suoi meccanismi. E indicata sinteticamente le aree in cui il regolamento UE si spinge più in là degli obblighi della convenzione.
La guida passa poi all'analisi articolo per articolo del regolamento del 2008 in cui vengono spiegati chiaramente gli obblighi principali previsti da ogni disposizione e viene messo in evidenza il rapporto tra le diverse disposizioni.
In un altro capitolo indica schematicamente il ruolo della Commissione nell'applicazione quotidiana del regolamento e nella gestione della banca dati Edexim (database europeo sull'esportazione-importazione di sostanze chimiche pericolose).
Infine, riporta alcuni esempi che illustrano come si applicano in alcuni casi concreti gli obblighi previsti dal regolamento. E non manca di trattare gli allegati del regolamento.
Il regolamento del 2008 sull'esportazione e importazione di sostanze chimiche pericolose è l'ultimo di una serie di strumenti adottati nel corso degli anni per affrontare questo problema.
Oltre ad attuare all'interno dell'Ue la convenzione di Rotterdam sulla procedura di previo assenso informato (Pic) per taluni prodotti chimici e pesticidi pericolosi nel commercio internazionale, dà attuazione a una delle prescrizioni della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti. Vieta, infatti, al di fuori dei casi a cui si applicano le deroghe specifiche previste dalla Convenzione, l'esportazione delle sostanze chimiche che la stessa Convenzione identifica come inquinanti organici persistenti.
In altre parole il regolamento conferma l'impegno dell'Ue ad assicurare un controllo adeguato degli scambi e dell'uso delle sostanze chimiche pericolose su scala mondiale in base al principio secondo cui tale controllo deve essere finalizzato a proteggere la salute umana e l'ambiente anche oltre i confini dell'Ue.
L'industria chimica dell'Unione europea figura tra i maggiori produttori di sostanze chimiche a livello mondiale. Tra le numerosissime sostanze prodotte, utilizzate per una grande varietà di scopi, alcune sono pericolose per la salute umana e per l'ambiente. Quindi devono essere utilizzate in condizioni controllate. Inoltre, alcune delle sostanze prodotte e destinate all'esportazione e all'uso in altri paesi sono vietate o soggette a rigorose restrizioni all'interno dell'Unione europea.
È dunque importante poter stoccare, trasportare, utilizzare e smaltire le sostanze chimiche pericolose in condizioni di sicurezza, così come è fondamentale sapere cosa fare in situazioni di emergenza e come affrontare con rapidità ed efficacia i problemi sanitari e ambientali. Purtroppo, però, in molti paesi, soprattutto in quelli in via di sviluppo, mancano le capacità per gestire i prodotti chimici in sicurezza e spesso i lavoratori non hanno una preparazione adeguata sulle procedure corrette di impiego e smaltimento delle sostanze chimiche pericolose. In questi paesi, i governi e le aziende non sempre dispongono di strutture adeguate per lo stoccaggio e lo smaltimento e addirittura in qualche caso non sono a conoscenza dei pericoli connessi con una sostanza chimica e dei sistemi da utilizzare per evitare danni alle persone e all'ambiente.