[01/03/2011] News
LIVORNO. Si prevede una nuova battaglia, o più probabilmente una serie di scaramucce, per un trasporto nucleare tra polizie di due Paesi e attivisti no-nuke. Un comunicato di Réseau "Sortir du nucléaire", ripreso in Italia dalla Rete nazionale antinucleare (Rna), ha annunciato che «il 2 e il 3 marzo , un treno che trasporta rifiuti nucleari svizzeri attraverserà la Francia da ovest verso est, tre container "Castor", trasporteranno rifiuti ad alta attività "ritrattati" alla fabbrica Areva di La Hague. Portati in camion da La Hague a Valognes, dovrebbero lasciare il terminale ferroviario di Valognes, nella Manica, mercoledì 2 alle 14.06, per raggiungere quello di Würenlingen in Svizzera. Poi saranno nuovamente trasferiti per strada fino al centro di stoccaggio di Würenlingen. In Francia, attraverserà la Manica, il Calvados, l'Eure, la Seine Maritime, l'Oise, la Somme, l'Aisne, la Marne, la Meuse, la Meurthe-et-Moselle, la Moselle, il Bas-Rhin e l'Haut-Rhin. Questo nuovo convoglio entra nel quadro del contratto passato tra la Cogema (diventata oggi Areva), e le compagnie svizzere di elettricità, negli anni settanta. Mandati in Francia a partire da 1975, questi rifiuti tornano dal 2001 in Svizzera, dopo il loro trattamento alla fabbrica Areva di La Hague».
Gli antinucleari francesi sottolineano che «Un nuovo trasporto ad alto rischio si prepara quindi nel più grande segreto» e pubblicano l'itinerario e gli orari del trasporto chiedendo, congiuntamente a Sud-Rail, «Che l'Hcstin, (Haut Comité pour la Transparence et l'Information sur la Sûreté Nucléaire), «Si appropri della questione e che esiga una moratoria di questi trasporti finché le misure e i chiarimenti richiesti dall'ispettorato del lavoro della Sncf non saranno stati effettuati e finché l'industria nucleare non si sarà impegnata a pubblicare informazioni su questi trasporti, gli orari ed i loro inventari radioattivi» e quindi pubblicano sul loro sito l'itinerario del treno delle scorie nucleari franco-svizzero. I loro cugini italiani li appoggiano e attaccano direttamente e pesantemente la lobby nucleare: «Rna si batte per violare i segreti della coltre Mafiosa di "chi fa impresa": con qualsiasi mezzo: a qualsiasi costo. Quindi la diffusione di queste notizie entra nel dare attuazione allo scopo stesso di Rna: Fare Danno al Fronte del Male per la legittima difesa degli interessi individuali e delle persone da contrapporre alla Mafia Criminale delle Aziende e delle loro organizzazioni "ufficiali"».
Secondo Réseau "Sortir du nucléaire" e Sud-Rai «La radioattività emessa dai container "Castor" comporta un rischio di irradiazione dei ferrovieri e delle persone residenti nelle regioni attraversate. Come ogni trasporto di materiale radioattivo, questo convoglio presenta anche dei rischi in termine di sicurezza. E tuttavia, le autorità non forniscono nessuna informazione su questo tipo di trasporti. Tacciono anche sulla sua pericolosità per gli abitanti ed i lavoratori coinvolti». Gli ambientalisti ricordano che «E' consigliato, agli agenti ed alla popolazione, di tenersi lontano da un convoglio altamente radioattivo fermato in stazione ed incitano i ferrovieri ad esercitare il loro diritto ad astenersi. I servizi dello Stato e delle collettività (Sncf, collettività locali, ospedali, pompieri, agenti della Sncf) che dovrebbero essere informati e formati per potere reagire e mettere in opera un piano di emergenza in caso di problemi, sono tenuti nell'ignoranza. Quanto alla popolazione, spesso non immagina nemmeno lontanamente che i convogli nucleari passano così vicino alle loro abitazioni. Questa situazione non può più continuare, bisogna rompere la legge del silenzio e l'omertà in materia di nucleare!»
Ritrattare le scorie è una "falsa buona idea, secondo gli antinucleari francesi: «Per anni, i Paesi stranieri hanno mandato le loro scorie nucleari a La Hague affinché "venissero ritrattati". Queste tonnellate di scorie tornano oggi ai loro mittenti ed attraversano regolarmente l'esagono, esponendo così le popolazioni senza altro motivo che quello di far lavorare l'impianto di La Hague. Lungi dall'essere una soluzione, il "ritrattamento delle scorie" genera rischi e trasporti supplementari e contamina in modo irreversibile la pointe du Cotentin scaricando effluenti chimici e radioattivi nell'acqua e nell'ambiente circostanti. Soprattutto, non serve a niente. Non solo il ritrattamento nella fabbrica di La Hague non diminuisce la radioattività delle scorie ma aumenta il loro volume. Per una tonnellata ritrattata, sono prodotti circa altri 65 m3 di scorie».
In Francia aumentano le proteste contro questi trasporti radioattivi, che stanno diventando un problema per l'immagine di quella che è una delle più potenti, e meglio protette politicamente, industrie nucleari del mondo. Réseau "Sortir du nucléaire" e Sud-Rai sottolineano che «Le mobilitazioni in occasione degli ultimi convogli di scorie nucleari (tedesche, belghe ed italiane), attesta una viva volontà delle popolazioni di essere informate sull'esistenza di questi trasporti, sulla loro frequenza, sul loro contenuto e sui rischi e pericoli associati. Dovunque in Francia, gli amministratori pubblici si sono uniti alle manifestazioni per esigere il rispetto della legge relativa all'informazione del pubblico in materia di sicurezza ambientale. L'ispettorato del lavoro della Sncf, a Parigi, ha chiesto di essere informato sulla frequenza e sulla composizione di questi convogli. Chiede anche che sia realizzata una valutazione dei rischi per i lavoratori e che sia condotta una campagna di misurazioni».