[03/03/2011] News
LIVORNO. Ne avevamo già dato notizie (vedi link), ma oggi si aggiunge una novità: Greenpeace ribadisce che il più potente e diffuso social-network - Facebook - «alimenterà il suo nuovo colossale data center in Oregon a carbone!», e lancia - ecco la novità - la campagna virale "Unfriend Coal" per convincere Facebook «A cambiare strada: abbandonare le fonti fossili inquinanti e superate e scegliere una conversione totale alle energie rinnovabili».
Gli ambientalisti ricordano che «Quasi un anno fa Facebook annunciava la realizzazione in Oregon, Stati Uniti, di un colossale data center fornito dei più moderni computer ad alta efficienza energetica, per poter permettere a centinaia di milioni di utenti di connettersi al loro social network preferito. Ottima notizia se non fosse che...l'azienda scelta per la fornitura energetica produce gran parte dell'elettricità dal carbone».
Greenpeace non ci sta a coprire il maldestro grenwashing del social-network e sottolinea che «Un colosso come Facebook può sicuramente scegliere dove costruire le sue infrastrutture e che contratti stipulare per la fornitura di energia. In più può usare la forza del suo marchio per promuovere politiche forti a sostegno delle energie rinnovabili, eliminare gradualmente il carbone e mostrare al resto del settore dell'Information Technology che è possibile farlo. Da un'azienda così innovativa ci aspettiamo un impegno in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici. Attraverso "Unfriend Coal", migliaia di internauti stanno chiedendo a Facebook di preparare un programma di abbandono del carbone e diventare "carbon free" entro i prossimi 10 anni. Gli abbiamo dato una scadenza per l'annuncio del piano: il 22 aprile, in occasione Giornata della Terra.
Al grido di «Facebook deve "rimuovere dagli amici" il carbone», Greenpeace spiega come fare pressione: «Se utilizzi Facebook ma vuoi che si converta alle rinnovabili, ecco tutto quello che puoi fare: - clicca "mi piace" sulla pagina "Unfriend Coal", condividi "Unfriend Coal" tuo profilo».