[18/03/2011] News

Foreste e industria della carta, moratoria bluff in Indonesia?

LIVORNO. Le associazioni ambientaliste della provincia di Riau, a Sumatra, si sono coalizzate per richiede al governo indonesiano di applicare la moratoria sull'abbattimento delle foreste alle concessioni già rilasciate. La coalizione indonesiana Eyes on the Forests ha pubblicato una nuova serie di mappe che dimostrano come la metà delle foreste ancora intatte della provincia di Riau è già stata data in concessione ai gruppi cartari.

«1,2 milioni di ettari di foreste naturali assegnate in gran parte ai gruppi cartari - spiega Salva le Foreste - La moratoria fa parte dell'accordo da un miliardo di dollari firmato con la Norvegia nell'ambito del programma Redd (riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado). Entro breve sarà pubblicato il decreto presidenziale con le specifiche della moratoria, ma non è ancora certo se questa coprirà anche le aree recentemente assegnate ai due grandi gruppi cartari: Asia Pulp & Paper (App, del gruppo Sinar Mas) e Gruppo Asia Pacific Resources International Limited (April, del gruppo Royal Golden Eagle). Sia la April che la App hanno avuto in concessione le foreste primarie della penisola di Kampar, identificate come aree di alto valore di conservazione. La App sta anche abbattendo le torbiere della Riserva della biosfera dell'Unesco di Giam Siak Kecil Bukit Batu, minacciando le tribù indigene e uno degli ultimi habitat dell'elefante di Sumatra, della tigre di Sumatra e dell'orango».

I due terzi delle foreste di Riau (800.000 ettari) sono sotto il controllo di App ed April, che da sole hanno già distrutto due milioni di ettari di foreste in questa provincia di Sumatra, metà dell'intera deforestazione, «Contribuendo sensibilmente a fare dell'Indonesia il terzo paese al mondo per emissioni di gas serra - sottolinea Salva le Foreste. Se le foreste controllate da queste due imprese saranno abbattute, la provincia di Riau si troverebbe ad aumentare le proprie emissioni del 15%o, arrivando a quasi 0,5 miliardi di tonnellate di CO2». Sergio Baffoni, di Terra! aggiunge: «Se queste foreste saranno comunque destinate ad essere distrutte per fare spazio alle piantagioni di acacia, la moratoria sarà solo una beffa».

App è considerato dagli ambientalisti come il gruppo cartario più distruttivo più nel mondo. Secondo il Wwf è responsabile della distruzione di milioni di ettari di foreste pluviali di Sumatra, per soddisfare le sue esigenze in fibra, con un impatto devastante sugli ecosistemi e le specie, le comunità locali e il clima. Greenpeace ha accusato la App di pianificare segretamente un aumento massiccio della deforestazione in Indonesia.

Per il Rainforest Action Network, la conversione delle foreste naturali e torbiere in piantagioni di App e dei suoi fornitori di fibra, sta rilasciando più di CO2 nell'atmosfera di 165 nazioni nel mondo.

Secondo gli ambientalisti, «La maggior parte delle foreste assegnate in concessione alla App e alla April sarebbero dovute essere già protette ai sensi della legge indonesiana, in quanto si trovano in aree in cui la torba è più profonda di tre metri. Alcune di queste licenze sarebbero state rilasciate a suon di mazzette».

La commissione presidenziale per l'eradicazione della corruzione ha chiesto alla polizia di Riau di riaprire le inchieste sul taglio illegale di foreste che ha coinvolto molte delle concessioni April ed App, chiuse nel dicembre 2008 dopo pesanti pressioni politiche. Hariansyah Usman, di Walhi Riau, spiega che «I funzionari governativi che hanno rilasciato le licenze per alcune di queste concessioni sono sotto inchiesta per corruzione e due sono già stati incarcerati».

La App ha finalmente deciso di rispondere alle accuse. «Ma invece di dare una ripulita alle proprie operazioni forestali - dice Salva le Foreste - ha preferito limitarsi a ripulire la proprie immagine: per combattere le accuse di deforestazione si è affidata ai servizi di un leader delle pubbliche relazioni, la Cohn & Wolfe (C&W). La Cohn & Wolfe lavorerà per rilanciare la reputazione globale della App in regioni chiave in Europa, Asia, Australia e Nord America». La direttrice di C&W, Donna Imperato, ha confermato di lavorare per il gigante cartario asiatico: «La App è stata trattata ingiustamente, è un'impresa che ha una bella storia da raccontare». Per Baffoni è «Facile rispondere alle critiche pagando un'impresa di pubbliche relazioni. La App dovrebbe lasciar perdere le storie e impegnarsi a fermare subito la conversione di foreste naturali e torbiere in piantagioni».

La battaglia tra ambientalisti e industria cartaria si è infiammata proprio mentre il Journal Global Change Biology pubblica un nuovo studio scientifico (Long-term change within a Neotropical forest: assessing differential functional and floristic responses to disturbance and drought) di ricercatori Usa che rivela che «I cambiamenti climatici minacciano di alterare il profilo delle foreste tropicali, con possibili conseguenze per lo stoccaggio del carbonio e di biodiversità» e che «Se il trend del cambiamento climatico continua, la maggiore aridità favorirà le latifoglie decidue a scapito di altre specie».

Lo studio tira le conclusioni di 20 anni di osservazione dei cambiamenti in una foresta del Costa Rica e secondo Brian Enquist, coautore dello studio con Carolyn A. F. Enquist, entrambi dell'università dell'Arizona, «E' importante perché, a secondo del tipo di cambiamento e delle specie che popolano le foreste, vengono influenzati i processi di numerosi servizi ecosistemici. Per esempio, abbiamo dobbiamo sapere quanto carbonio le foreste tropicali stoccano e quanto ne preserveranno in futuro. Dobbiamo anche sapere quanta CO2 assorbono dall'aria. Siamo stati fortunati poiché tra le due date (dal 1976 al 1996), si sono verificati fenomeni di siccità piuttosto impressionanti , i periodi di siccità sono stati più intensi e in grave aumento nel lungo periodo».

I ricercatori hanno osservato una «Riduzione enorme nel numero totale di alberi nella foresta.:La maggior parte di tale riduzione ha riguardato nei gli alberi di dimensioni ridotte, come gli alberelli e gli alberi più piccoli nel sottobosco. Abbiamo allora iniziato a osservare quale fosse la causa della moria di alberi. E abbiamo trovato caratteristiche particolari negli che tendevano a sopravvivere ed altre negli alberi che sono morti, legato alle differenze di vita di questi alberi. Abbiamo scoperto che le specie che tendono a richiedere condizioni di umidità maggiore erano le prime a declinare rapidamente, a vantaggio di quelle che erano in grado di gestire meglio le condizioni di siccità persistente. La conseguenza è che gli ecosistemi dominati da latifoglie decidue tendono ad immagazzinare meno di carbonio e ad accumulare meno biomassa, con un impatto negativo in termini di capacità l'intera biosfera per contribuire a regolare o attenuare gli effetti di cambiamento climatico globale. I nostri risultati indicano l'importanza di valutare i cambiamenti proporzionali nella composizione della foresta e non solo i cambiamenti in numeri assoluti. I nostri risultati sono coerenti con l'ipotesi che le specie tropicali abbiano una sensibilità differenziata alle variazione delle precipitazioni. La prevista diminuzione delle precipitazioni in futuro può portare a rapidi cambiamenti rapidi differenziati in funzione delle foreste, della fisiognomica e della composizione delle specie. Quantificare le composizione proporzionale funzionale offre una base per un quadro predittivo s di come la struttura, e la diversità delle foreste tropicali risponderà al cambiamento globale».

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