[18/03/2011] News toscana

Quasi un toscano su due beve acque del rubinetto. Presentato il rapporto Cispel

FIRENZE. Come ormai tradizione con l'avvicinarsi della Giornata mondiale dell'acqua che si celebrerà come il 22 marzo, Confservizi Cispel Toscana fa il punto sugli utilizzi dell'acqua del rubinetto come bevanda da tavola. Dal rapporto, in sintesi, emergono luci e qualche ombra.

«A fine 2010 sono oltre un milione e mezzo, pari al 44 per cento i toscani che bevono regolarmente l'acqua del rubinetto, pur avendo tra i migliori acquedotti d'Italia, con una crescita dell'ultimo anno, pari al 4 per cento (140.000 toscani), resa possibile anche grazie all'istallazione di oltre 140 fontanelli di acqua qualità disseminati in tutta la Toscana. La nostra regione vive poi il paradosso di essere la regione dove una famiglia media spende di più per l'acquisto di acque minerali imbottigliate che per la bolletta dell'acquedotto» dichiarano da Cispel.

Quindi, nonostante i progressi, il dato evidenzia che da una parte si paga ancora un pregiudizio culturale (molti cittadini ritengono che le acque dell'acquedotto siano non affidabili) e dall'altra si riscontrano oggettive carenze qualitative delle acque del "sindaco" che in molte aree della Toscana hanno caratteristiche organolettiche non soddisfacenti per essere messe in tavola.

Il dato sicuramente positivo, è rappresentato dal fatto che comunque dal 2005 al 2010 i cittadini toscani che bevono regolarmente acque del rubinetto sono passati dal 26 al 44%, anche se nella contingenza sicuramente può aver influito la crisi economica. Infatti approvvigionarsi dal rubinetto costa certamente meno che acquistare acque minerali: un litro dell'acqua di casa costa 0,1 centesimi di euro contro i 25 centesimi di quella in bottiglia.

Altri dati presentati nel rapporto Cispel riguardano i fontanelli: in Toscana ci sono 50 fontanelli di alta qualità, 80 fontanelli da interno e 9 case dell'acqua che erogano oltre ad acqua di alta qualità anche acqua raffreddata e gasata. Nel complesso i fontanelli nel 2010 hanno erogato oltre 34 milioni di litri di acqua che hanno fatto risparmiare 22 milioni di bottiglie di plastica.

«Questo è un bel risultato che le aziende hanno raggiunto negli ultimi due anni di lavoro- ha sottolineato Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana - Fino al 2008 i fontanelli di alta qualità in Toscana erano solo due, adesso grazie ad un impegno straordinario delle aziende in termini di investimenti e di progettazione, è stato raggiunto un traguardo ambientale importante. Se sommiamo l'acqua in più che i toscani vanno a prendersi ai fontanelli di alta qualità a quella che viene ormai bevuta regolarmente nelle case dei toscani le bottiglie di plastica di acqua minerale risparmiate sono oltre 220 milioni».

In termini ambientali significa il risparmio di oltre 15 mila tonnellate di petrolio, 140 milioni di litri d'acqua che servono per produrre il Pet di cui sono fatte le bottiglie, un risparmio di emissioni di gas serra di 23 milioni tonnellate di CO2 equivalente. A questi vantaggi se ne aggiungono altri che riguardano la riduzione del trasporto dell'acqua in bottiglia che genera emissioni di anidride carbonica e meno plastica da differenziare, raccogliere e riciclare.

L'iniziativa dei fontanelli è senza dubbio positiva, ma l'unico vero obiettivo da perseguire (anche per il maggior peso specifico delle ricadute ambientali) è quello del miglioramento qualitativo dell'acqua del rubinetto per attuare il quale sono necessari investimenti. Le casse delle aziende non sono floride ma spesso si tratta di scegliere dove andare a tagliare.

Torna all'archivio