[22/03/2011] News

La gestione dell’acqua durante gli eventi estremi: l’Oms lancia le linee guida

FIRENZE. La gestione dell'acqua durante gli eventi estremi. Non solo carenza idrica ma anche l'altra faccia della medaglia rappresentata dal rischio idrogeologico. Nella Giornata mondiale dell'Acqua, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si è soffermata su questo aspetto lanciando le nuove linee guida internazionali.

«Affrontare i bisogni crescenti relativi alla fornitura in sicurezza dei servizi igienico-sanitari e acqua potabile in ambiente urbano- spiegano dall'Oms- è una delle questioni più urgenti a livello globale e una delle sfide principali poste dal cambiamento climatico». Il numero degli eventi estremi legati agli effetti dei cambiamenti climatici è aumentato del 65% in Europa tra il 1998 e il 2007, con una perdita economica raddoppiata fino a quasi 14 miliardi di euro rispetto alla decade precedente. Circa 40 milioni di persone hanno richiesto negli scorsi 20 anni assistenza di base e sanitaria (un riparo sicuro, assistenza medica, acqua potabile) con una crescita del 400% rispetto agli 8 milioni di persone colpite nelle precedenti due decadi. In questo contesto si inserisce la pubblicazione presentata dal Centro europeo ambiente e salute dell'Oms e dal ministero dell'Ambiente. Nel nostro paese sono oltre 6.500 i comuni italiani con zone ad alta criticità idrogeologica per un totale di oltre 3,5 milioni di abitanti (il 6%) esposti al pericolo di frane o alluvioni: nel 54% dei casi le abitazioni sono costruite in aree ad alto rischio e nel 19% vi sono strutture pubbliche sensibili come scuole e ospedali. L'Italia, ha un tasso di urbanizzazione del 68% con un aumento annuale dello 0.4%,  ha molte infrastrutture per cui - si legge nel rapporto - i danni potrebbero essere potenzialmente più ingenti. Per questo secondo gli esperti dell'Oms le città hanno bisogno di grandi quantità di acqua potabile, un sistema di fognature ben funzionante e un adeguato sistema di depuratori, idonei a resistere sia alle piogge intense, alle siccità prolungate e ai black-out elettrici.

«In condizioni di piogge o siccità estreme- ha dichiarato Francesca Racioppi, responsabile del Centro europeo ambiente e salute dell'Oms- i servizi per l'approvvigionamento idrico e di smaltimento e trattamento delle acque reflue possono essere danneggiati o non funzionare correttamente, con conseguente limitazione del servizio o contaminazione dell'acqua potabile e effetti importanti sulla salute dei cittadini. Con questa pubblicazione desideriamo assistere i decisori e gli operatori europei del settore a rendere i servizi di fornitura di acqua e igiene resistenti agli eventi estremi, proteggendo così la salute umana dai rischi di contaminazione ambientale». Del resto di questo servizio almeno in Italia ed in particolare al Sud, pare che ce ne sia bisogno. Secondo quanto contenuto nel rapporto, sono pochi i comuni che svolgono una politica efficace e adeguata di prevenzione, informazione e pianificazione d'emergenza. Solo il 22% delle amministrazioni nazionali interviene per mitigare il rischio idrogeologico, mentre il 57% lavora per prevenire i danni derivanti da alluvioni e frane. «L'acqua è al centro delle politiche di adattamento dei cambiamenti climatici- ha aggiunto Corrado Clini, direttore generale del ministero dell'Ambiente- testi come questo si distinguono per essere riusciti ad affrontare problemi complessi in una visione di insieme, attraverso un approccio integrato, ambiente e salute, alla sostenibilità, con motivazioni e elementi tecnici utili per pianificatori e decisori pubblici ma anche per cittadini e media».

Torna all'archivio