
[22/03/2011] News
Putin: «Non rinunciamo a South Stream»
LIVORNO. Oggi il vicepremier della Russia Igor Setchin ha annunciato che «Quest'anno la Russia conta di raddoppiare le sue forniture di petrolio al Giappone a causa della crisi energetica che conosce il Paese. Nel 2011, le nostre forniture di petrolio al Giappone raddoppieranno per arrivare a 18 milioni di tonnellate. Le forniture di idrocarburi progrediranno di un milione di tonnellate, per un totale di e 4,5 milioni di tonnellate».
Intanto la Russia ha inviato in Giappone una prima metaniera con a bordo gas naturale liquefatto (Gnl) e Setchin ha spiegato dopo un incontro con Masaharu Kono, l'ambasciatore giapponese a Mosca «Abbiamo convenuto di accrescere nel miglior tempo possibile le nostre forniture al Giappone. La prima metaniera con 100.000 tonnellate di Gnl a bordo fa già rotta verso quel Paese».
Il 13 marzo il primo ministro russo Vladimir Putin aveva dato l'ordine di inviare quantità supplementari di Gnl in Giappone dopo il sisma/tsunami e la crisi energetica provocata dal disastro nucleare ancora in corso nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi.
Il governo di Tokyo ha chiesto aiuto ai russi che hanno deciso di fornire urgentemente fino a 150.000 tonnellate di Gnl e di aumentare anche le forniture di carbone.
Intanto Putin è arrivato in Slovenia dove, a proposito di gas, ha smentito le voci, circolate insistentemente anche in Italia, di una rinuncia della Russia alla realizzazione del gasdotto South Stream. Domani con il suo omologo sloveno Borut Pahor firmerà diversi documenti riguardanti la cooperazione energetica e in particolare per una joint-venture per la gestione del troncone sloveno di South Stream. Yuri Uchakov, un alto funzionario dell'ufficio del premier russo, ha detto oggi a Ria Noviosti che «Mosca intende così dimostrare la sua intenzione di mettere in opera questo importante progetto energetico malgrado la posizione della Turchia». Ad ulteriore smentita della fine del gasdotto che dovrebbe attraversare il Mar Nero per aggirare Ucraina e Turchia (come alternativa al Nabucco che aggirerà la Russia) oggi la russa Gazprom e la tedesca Basf hanno firmato davanti a Putin un protocollo di intesa sull'entrata di Basf nel progetto South Stream. La Basf deterrà il 15% delle quote, mentre Gazprom conserverà il 50%.