[23/03/2011] News

Farmaci nelle acque di scarico: l’Ue sostiene la ricerca per valutarne l’impatto

FIRENZE. Grazie a tre progetti sostenuti dall'Unione europea si sta cercando di fare chiarezza, dal punto di vista scientifico, sull'impatto dei farmaci che, attraverso le acque di scarico, potrebbero arrivare nell'ambiente. E' noto che molti dei farmaci usati come antivirali, ad esempio per prevenire o curare l'influenza, sono ancora attivi quando entrano nel sistema delle acque di scarico.

In caso di pandemia quindi, potrebbero esserci grandi concentrazioni di tali sostanze dirette verso gli impianti di trattamento delle acque reflue, con possibilità di "danneggiamento" della microfauna che opera la degradazione della sostanza organica.

In questo contesto si inseriscono i tre filoni di ricerca sostenuti dalla Ue che hanno analizzato i rischi ecotossicologici della risposta medica ad un'ipotetica pandemia di influenza. Si tratta del Dinanets (elaborazione fenomeni del mondo reale con cambiamento dinamico di reti complesse), l'Epifor (Complessità e prevedibilità delle epidemie: verso una infrastruttura di calcolo per le previsioni di un'epidemia) e Epiwork (Sviluppare il quadro di una infrastruttura previsionale in un'epidemia). I ricercatori hanno esaminato la quantità di antivirali e antibiotici che potrebbero finire nelle acque di scarico in seguito a casi di pandemie virali come appunto l'influenza, visto che il nostro organismo non assorbe completamente i farmaci.

Gli scienziati hanno realizzato vari modelli e simulazioni per valutare le conseguenze sull'ambiente. Per valutare il rischio per l'approvvigionamento di acqua,  sono stati messi insieme un modello computerizzato che simulava le quantità di farmaci che sarebbero usati durante una pandemia di influenza di varia gravità e un modello della qualità dell'acqua per la zona di captazione delle acque del Tamigi (Inghilterra). Un altro modello è stato usato per valutare i possibili effetti sui fiumi e uno sugli impianti di trattamento delle acque reflue. Alte concentrazioni di antivirali e antibiotici potrebbero avere conseguenze per la microfauna usata nei depuratori per degradare la sostanza organica dalle acque reflue, impendendone la crescita e riducendo l'efficacia del "fango attivo". Conseguentemente, le acque reflue non sufficientemente trattate, potrebbero entrare nei corpi idrici ricettori, ed avere conseguenze significative per la qualità dell'acqua potabile e per l'ambiente (eutrofizzazione o perdita della vita acquatica).

Ulteriori criticità sono state evidenziate da Andrew Singer, del Centro di ecologia e idrologia del Regno Unito. «Il potenziale rilascio diffuso di antivirali e antibiotici nell'ambiente potrebbe accelerare lo sviluppo di patogeni resistenti con implicazioni per la salute umana durante, e potenzialmente ben oltre, la fine formale della pandemia».

I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista Environmental Health Perspectives, indicano che le implicazioni ecotossicologiche di una pandemia lieve sono probabilmente trascurabili, invece, una pandemia moderata o grave potrebbe causare problemi all'ambiente. Secondo le proiezioni dei ricercatori la soglia dell'inibizione della crescita microbica sarebbe superata per la maggior parte degli impianti di trattamento delle acque reflue e ciò potrebbe avere conseguenze sulla qualità dell'acqua per una percentuale del fiume che va dal 5 al 40%.

Sul fronte della prevenzione lo studio ha messo in evidenza che la distribuzione efficace di vaccini pre-pandemici e pandemici contro l'influenza, potrebbe contribuire significativamente ad alleviare tutti i problemi per la salute pubblica e l'ambiente  identificati nella ricerca. Come sottolineato da Singer siamo ancora nel campo delle ipotesi e della sperimentazione per questo la ricerca nel settore deve andare avanti ed essere sostenuta. «Dobbiamo sviluppare migliori conoscenze sull'ecotossicità degli impianti di trattamento delle acque reflue prima di poter valutare in modo affidabile i rischi causati dalla risposta medica a una pandemia di influenza» ha concluso Singer.

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