[28/03/2011] News toscana

Firenze: volumi zero sì, ma i pasti gratis non esistono...

FIRENZE. La polemica, cosi come è stata presentata da alcuni quotidiani nei giorni scorsi, tra l'assessore regionale all'urbanistica Anna Marson (Nella foto) e Palazzo Vecchio in merito ad alcuni contenuti del Piano strutturale, a nostro avviso non aggiunge molto al dibattito. Appartiene a quella partita a scacchi che si sta giocando su vari tavoli per definire il futuro della Piana fiorentina, dell'aeroporto, del parco e di altre varie funzioni. Per cui anche certe dichiarazioni hanno peso come segnale politico per attestare le posizioni più che determinare conseguenze pratiche.

Nel merito l'assessore regionale, a nostro avviso, ha ragione: il Piano strutturale stando proprio ai numeri non è a "volumi zero", ma forse nemmeno Renzi, che da tempo sbandiera questo slogan, dal punto di vista aritmetico ci crede davvero. Il "giochino" dei crediti edilizi per le aree dismesse da destinare a funzioni nobili per la città (es giardino pubblico) con la possibilità dei proprietari di costruire con il "premio" (il 10% in più di superficie) è cosa nota e poco criptata nel Piano. In questo caso è da verificare nel Regolamento urbanistico quali nuovi spazi si andranno ad occupare e se verranno occupati con l'attenzione alla sostenibilità dell'intervento secondo tutte le declinazioni del termine (ambientale, sociale ed economica). I volumi poi, come rileva Marson, vanno conteggiati tutti anche quelli con superficie lorda inferiore a 2.000 metri quadrati.

Ma detto questo è necessario però sottolineare che sull'aspetto delle volumetrie, una qualche discontinuità rispetto al passato si registra e si potrebbe convenire che si sta andando (salvo inversioni di marcia) "verso volumi zero". Semmai le criticità del Piano strutturale sono altre: ad esempio adottando una metodologia sbagliata si continua a guardare la "punta dei propri piedi", cioè sostanzialmente i limiti amministrativi comunali, senza allungare lo sguardo verso orizzonti più lontani (vedi Piana fiorentina), cioè senza incrociare anche le esperienze pianificatorie dei comuni contermini in ottica di collaborazione.  

Del resto anche la stessa Valutazione ambientale strategica (Vas) prende in considerazione solo gli impatti presunti dalle previsioni strutturali ed urbanistiche con un approccio limitante rispetto "agli orizzonti" che si propone il Piano stesso: cioè "disegnare" la Firenze del futuro, come si aspettavano i cittadini intervenuti negli appuntamenti della manifestazione "I Fiorentini cambiano la Città. 100 incontri in 100 luoghi" di qualche mese fa. Uscire dai campanilismi e ragionare in termini di sostenibilità questo è l'imperativo. Ciò ovviamente vale per le cose  che sono ancora da realizzare ma anche per la situazione in essere: ad esempio gli impatti che stanno soffrendo alcune aree della città per la presenza dello scalo aeroportuale vanno assolutamente mitigati.

Parlando a braccio qualcosa può sfuggire, ma in un Piano non possono essere elusi tutti questi aspetti.

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