
[30/03/2011] News
LIVORNO. L'ultimo briefing del 29 marzo dell'International atomic energy agency (Iaea) sul disastro nucleare giapponese dice che «La situazione dell'impianto di Fukushima Daiichi rimane molto grave. Accumuli di acqua contaminata sono stati trovati in trincee situate vicino agli edifici delle turbina e delle unità 1 - 3 . I dose rates sulla superficie di questa acqua erano di 0,4 millisievert/ora per l'unità 1 e di oltre 1 000 millisievert/ora per l'unità 2 alle 18,30 Utc del 26 marzo. La Nuclear safety Commission of Japan, suggerisce che l'attività più alta nell'acqua scoperta nell'edificio della turbina dell'unità 2 dovrebbe essere causato dall'acqua, che è stata in contatto con le barre di combustibile in fusione per un certo tempo e poi rilasciata direttamente nell'edificio della turbina attraverso alcuni e non ancora identificati percorsi. È in corso un'inchiesta su come l'acqua si sia accumulata nelle trincee. Le misurazioni non possono essere effettuate presso l'unità 3 per la presenza di detriti».
Intanto acqua dolce viene continuamente pompata nei Reeactor pressure vessels (Rpv) delle unità 1, 2 e 3 . Nell'unità 1 c'è stato un aumento della temperatura nel feed-water nozzle del Rpv da 273,8° C a 299° C. Le temperature nell'unità 2 sembrano o relativamente stabili. Nell'unità 3, le temperature al feed-water nozzle del Rpv sono intorno ai 61,5° C e 120,9° C nel bottom del Rpv, ma queste ultime misurazioni sono sotto esame. Con l'aumento della temperatura nell'unità 1 c'è stato un corrispondente aumento della pressione del Drywell. Nel Drywell dell'unità 2, la pressione indicata è leggermente diminuita ed è appena al di sopra di quella atmosferica. Da ieri dovrebbe essere iniziato il pompaggio di acqua dolce nella piscina del combustibile esaurito dell'unità 4. Le unità 5 e 6 rimangono in cold shutdown.
Preoccupa sempre di più il plutonio (plutonio-238 e plutonio-239 - plutonio -240) trovato il 21 e 22 marzo nei campioni di terreno raccolti a distanze tra i 500 ei 1.000 metri dal tubo di scarico delle unità 1 e 2 della centrale nucleare di Fukushima. Il plutonio-238 è stato rilevato in 2 dei 5 campioni, mentre plutonio-239/240 è stato rilevato in tutti i campioni. Le concentrazioni trovate sono simili a quelle presenti in Giappone dopo la sperimentazione di armi nucleari da parte di britannici, francesi e americani nel Pacifico e nei Paesi "vicini" (Russia, Cina, Usa, India e Pakistan). Ma l'Iaea sottolinea che «Il rapporto tra le concentrazioni di plutonio-238 e plutonio 239/240 in due dei campioni indica che piccole quantità di plutonio sarebbero state rilasciate durante l'incidente Fukushima, ma questo richiede di essere ulteriormente chiarito».
Continua a preoccupare la contaminazione del mare, anche se l'Iaea dice che «Nessun nuovo risultato è stato riportato per il 27 o il 28 marzo dalle stazioni di monitoraggio marino 30 km al largo. Tuttavia, nuove analisi in mare 330 m ad est, fino a punti di scarico delle unità 1 - 4 della centrale nucleare sono stati resi disponibili per il 27 marzo. Queste concentrazioni mostrano una diminuzione significativa di 74.000 becquerel per litro di iodio-131, 12.000 becquerel/l di cesio-137 e 12.000 becquerel/l di cesio-134 il 26 marzo dagli 11.000 becquerel/l di iodio-131 e 1. 900 becquerel/l di cesio-137 del 27 marzo».
Campioni d'acqua vengono anche raccolti ogni giorno a 30 m dal punto di scarico comune delle unità 5 e 6 ed anche qui il 26 marzo si è verificato un aumento delle concentrazioni di radionuclidi, con un calo il 27 marzo. L'Iaea avverte:«Si può prevedere che i dati saranno molto variabili in un prossimo futuro a seconda dei livelli di scarico. In generale, le diluizioni dalle correnti oceaniche e in acque più profonde e il decadimento dei radionuclidi a vita breve, ad esempio iodio-131 o iodio-132, porterà presto a valori più bassi».
E' il pesce, una delle basi dell'alimentazione giapponese, a preoccupare di più, ma dalle prime analisi effettuate dal National research institute of fishery research su 5 campioni di pesce prelevati nel porto di Choshi (prefettura di Chiba) solo uno ha mostrato concentrazioni di cesio-137 di 3 Bq/kg, leggermente superiori ai limiti di rilevazione ma «Nettamente inferiore a qualsiasi preoccupazione per il consumo di pesce». L'Iaea sembra però molto più prudente dei giapponesi: «E' ancora troppo presto per trarre conclusioni sulle concentrazioni attese per gli alimenti marini, perché la situazione potrebbe cambiare rapidamente, tuttavia, si prevede che le concentrazioni rilevate inizialmente nell'acqua di mare potranno presto scendere a valori più bassi con la diluizione e sarà più probabile che i livelli negli alimenti marini non raggiungono livelli superiori ai limiti per la destinazione al consumo, (presumendo che gli scarichi di acqua di mare contaminati dal reattore non continueranno). Nella situazione attuale, non ci si aspetta che il pesce o altri alimenti marini verranno raccolti in una zona vicino alla centrale nucleare di Fukushima. Alcune alghe marine accumulano in particolare iodio-131 e tecnezio-99m. Tuttavia, questi valori non saranno presto più motivo di preoccupazione, a causa della breve emivita dei radionuclidi citati».
Tanto per non sbagliare l'Iaea non si fida molto della Tepco (e forse nemmeno del governo giapponese) e sulla dispersione delle sostanze radioattive in mare riporta i dati di Sirocco, il gruppo del Cnrs francese dell'Observatoire Midi-Pyrénées dell'università di Tolosa, che continua ad effettuare i calcoli basati sulla circolazione oceanica e sulle condizioni meteo che dimostrano «Un trasporto iniziale nordorientale dei rilasci liquidi dai reattori danneggiati e dell'acqua contaminata che dovrebbe raggiungere le stazioni di controllo a nord tra 1 e 2 settimane. Le immagini sui tracciati degli sversamenti mostrano una estesa propagazione in direzione sud, mentre a nord-est la propagazione si allontana dalla costa. Secondo queste proiezioni e tracciati che si basano anche sulle precipitazioni atmosferiche i rilasci di Fukushima Daiichi dovrebbero entra entro pochi giorni nella corrente di Kuro-Shivo, seppure fortemente diluiti.
Intanto, il 28 marzo iodio-131 è stato rilevato in 12 prefetture e cesio-137 in 9. I valori più alti sono stati osservati nella prefettura di Fukushima, con 23.000 Bq/m2 per lo iodio-131 e 790 Bq/m2 per il cesio-137. Nelle altre prefetture la deposizione di iodio-131 si situa tra 1,8 e 280 Bq/m2 e il cesio-137 tra 5,5 e 52 Bq/m2. Nel quartiere Shinjyuku di Tokyo, sia lo iodio-131 che il cesio-137 erano inferiori a 50Bq/m2.
Le restrizioni per l'acqua restano in vigore solo in quattro zone della prefettura di Fukushima e la contaminazione di ortaggi e verdure sembra entro i limiti previsti dalla normativa giapponese.
Il governo giapponese, su iniziativa del ministero dell'Industria, ha disposto poi stamani il controllo urgente di tutti i reattori nucleari del Paese per garantire che non si ripetano scenari come quelli che hanno portato al danneggiamento e alle "criticità" della centrale nucleare di Fukushima. Inoltre, ha detto il capo di gabinetto Yukio Edano, i 6 reattori della centrale nucleare di Fukushima n.1 dovrebbero essere tutti smantellati: «E' chiaro guardando alle circostanze, questa è la percezione». Tsunehisa Katsumata, presidente di Tepco (gestore dell'impianto), aveva detto poco prima di ritenere 'inevitabile' la disattivazione dei reattori 1-4. I reattori n.5 e n.6, quelli già fermi per manutenzione e meno problematici degli altri quattro, sono gia' in stato di arresto a freddo.