[07/04/2011] News toscana

Politiche urbane e professione, all’Inu un confronto per superare la crisi delle città

LIVORNO. ‹‹Non dobbiamo confondere la burocrazia con le regole: queste devono essere chiare e trasparenti, per dare efficienza e limitare la discrezionalità dei singoli soggetti. Tutto ciò è però diverso da una sterile burocrazia, che può solamente rivelarsi nociva››. Con questo ammonimento, Luciano Piazza, di Inu Toscana, ha aperto l'incontro tenutosi ieri al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo, che ha anticipato l'inizio del XXVII congresso dell'Istituto nazionale di urbanistica (vedi altro articolo, link in fondo).

Un tema, quello delle regole, che più volte si è reso protagonista nel confronto tra i rappresentati del settore, riunitisi per contestualizzare la difficoltà ormai cronica che molte città - Livorno compresa, con il progressivo indebolimento del suo centro storico - si trovano a dover fronteggiare nell'ambito di un periodo di crisi generale. Specialmente in questo momento di magra, infatti ‹‹il mercato non premia la qualità, ma il minor costo; lasciandoci trascinare, in balia di un mercato selvaggio, la qualità rimane schiacciata››, sottolinea Piazza.

Secondo Elisabetta Coltelli, Presidente dell'Ordine degli architetti di Livorno, sarebbe necessario restituire un'importanza preponderante alla professione che rappresenta, in quanto l'architetto, posto al centro delle politiche urbane pubbliche - da trattare ricorrendo maggiormente a dei concorsi, per valorizzare i giovani talenti - dovrebbe riuscire a garantire una visuale a 360°, offrendo uno sguardo d'insieme più "umanistico"; questa centralità è però fortemente limitata dagli scarni bilanci a disposizione che, tagliando direttamente alla fase di progettazione, nascondono nella costruzione delle opere dei costi occulti, che inevitabilmente verranno fuori, provocando diseconomie e contenziosi anche decennali.

Inoltre, precisa Coltelli, ‹‹la Federazione regionale degli architetti ritiene che una ridefinizione delle regole debba essere vincolata ad una maggiore presa di coscienza dei valori della sostenibilità e della partecipazione, la quale deve essere proposta come cardine sin dall'inizio della progettazione, e non presentarsi solo alla fine come mero contorno››. Il raggiungimento di una maggiore qualità urbana può dunque promanare anche dall'applicazione sistematica di questi indirizzi: i progetti andrebbero visti non solo come costi, ma come investimenti.

Nonostante le criticità del momento, nelle parole di Carlo Lancia (Ance Toscana), quello dell'edilizia non è un settore asfittico: ‹‹c'è una fortissima esigenza di riqualificazione e ristrutturazione e, in quest'ottica, è necessario rendere più costoso e complicato costruire delle nuove villette a schiera che non portare avanti un serio progetto di riqualificazione urbana. Bisogna poi considerare come, nonostante l'alta percentuale di persone che, nel nostro Paese, dispongono di una casa di proprietà, la tensione abitativa, e con essa la domanda, rimangono presenti››.

Da dove iniziare, dunque, per poter rilanciare concretamente l'intero settore? Considerata la penuria di risorse economiche, la strada della regolamentazione più efficace ed efficiente sembra davvero essere quella più immediatamente percorribile: ‹‹in mancanza di un rilevante quadro normativo statale, e di un ordinamento regionale complesso ma con difficoltà a relazionarsi con le altre realtà istituzionali, le poche risorse disponibili andrebbero usate in un'ottica di coesione interistituzionale, in modo da portare avanti un piano integrato e coerente, per evitare, come sempre più spesso succede, di continuare a lavorare in situazioni emergenziali››,  afferma Lorenzo Paoli di Anci Toscana, che conclude sottolineando come le norme già esistenti in Regione non debbano essere gettate via in toto, ma semplicemente razionalizzate, in quanto ‹‹siamo la migliore regione in Italia per la pianificazione del territorio, sia a livello regionale che in quello provinciale e comunale; non buttiamo via quanto di buono c'è in questa esperienza maturata, perché ricominciare da zero sarebbe un grave errore››.

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