
[12/04/2011] News
Ma Kan cerca di tranquillizzare: «La situazione si sta stabilizzando»
LIVORNO. La situazione «si sta stabilizzando passo dopo passo». Lo ha detto il premier nipponico Naoto Kan aggiungendo che «le radiazioni stanno diminuendo». Kan, quindi, cerca di fornire messaggi rassicuranti nel primo appuntamento con i media dopo il rialzo della classificazione della crisi nucleare a livello 7, spiegando inoltre «di aver dato istruzioni al gestore della centrale»'di presentare una relazione sulle prossime iniziative «per la messa in sicurezza della struttura».
Poco prima la Tokyo Electrical Co, (Tepco), ha detto nuovamente che fermerà lo sversamento di acqua radioattiva in mare che sta facendo arrabbiare cinesi e sudcoreani che temono per l'innalzamento del livello di radiazione nelle loro acque e nei pesci. Il problema è che nessuno sa davvero dove stoccare queste enormi quantità di acqua radioattiva e che i reattori danneggiati sono ben lungi dall'essere messi sotto controllo: gli stessi ingegneri della Tepco dicono che la cosa potrebbe richiedere mesi per stabilizzarli e anni per "riciclare" le scorie tossiche che questo si lascerà dietro.
La Tepco ha provato di tutto per raffreddare i nuclei dei 6 reattori di Fukushima Daiichi: pompaggio di acqua di mare, getti d'acqua dagli elicotteri, idranti della polizia anti-sommossa e pompe per il cemento e dei vigili del fuoco... ma alla fine l'acqua contaminata che ne è derivata ha trovato diverse strade per arrivare all'Oceano. In più lo tsunami ha causato enormi pozze d'acqua altamente contaminati negli edifici dei reattori e una perdita di acqua altamente radioattiva che finiva direttamente in mare dal reattore n. 2, presumibilmente causata dalle operazioni di raffreddamento dell'impianto.
Domenica l'agenzia stampa Kyodo ha confermato i dubbi di quanti temevano che la falla di acqua radioattiva tappata scaricasse altrove: il livello dell'acqua contaminata in una trincea collegata al reattore è salito di 10 centimetri.
La Tepco sta continuando a pompare azoto nei reattori 1,2 e 3 per raffreddarne il nocciolo ed evitare nuove esplosioni di idrogeno , ma i suoi stessi tecnici ammettono di non essere sicuri di cosa bisognerà fare dopo e Hidehiko Nishiyama, vice direttore generale della Nuclear and industrial safety agency (Nisa) del Giappone ha sottolineato: «Non possiamo dire quali prospettive ci siano per la fase successiva. Appena possibile ci piacerebbe realizzare un raffreddamento stabile e impostare una road map verso il controllo delle radiazioni».
La Toshiba, che produce reattori nucleari, ha proposto un piano di 10 anni per smantellare 4 dei 6 reattori danneggiati a Fukushima Daiichi, ma il governo ha risposto che è troppo presto per avere una «Road map specifica» per porre fine alla crisi nucleare.
La Tepco ha proposto di fermare lo scarico di acqua «Con livelli di radiazione relativamente bassi», re immettendo l'acqua contaminata nei reattori surriscaldati e nelle piscine del combustibile esaurito e prevede di l'area per il trattamento delle scorie per immagazzinare l'acqua altamente radioattiva che sta raccogliendo nelle fondamenta dell'edificio del reattore 2.
Dopo l'ennesima scossa di terremoto che ha mandato in tilt gli impianti nucleari di Fukushima, Higashidori, nella prefettura di Aomori, gestito dalla Tohoku Electric Power, Nishiyama era costernato: «Avevamo già detto che era assolutamente sicuro [...] ma alla luce di questa esperienza, abbiamo bisogno di rivedere tutto per garantire la sicurezza senza essere vincolata dai precedenti». Ma Corea del sud e Cina protestano sempre più duramente e la Tepco già domenica aveva promesso: «Stiamo facendo controlli sull'acqua residua, e la verifica finale è prevista per domani».
Il fisico nucleare di Bellona Nils Bohmer, che segue da vicino il disastro nucleare giapponese per conto dell'Ong norvegese-russa, è molto scettico sul fatto che gli sversamenti di acqua radioattiva in mare finiranno molto presto e sottolinea che «La perdita di acqua altamente radioattiva in mare, collegata al reattore n. 2, misura circa 1000 millisievert, sarà un altro rompicapo che dovrà essere rivisto. Qualsiasi "fede" che la radioattività non è nociva per pesci e altri animali marini è sia fisicamente impossibile e che la visione psicologica del settore della pesca del Giappone sarà danneggiata per anni. Ci vorranno mesi per riportare in sicurezza le fumanti questioni di Fukushima Daiichi».
Intanto il Giappone sta subendo le pesanti ricadute economiche del peggior disastro subito dopo la seconda guerra mondiale: diversi Paesi hanno limitato le importazioni alimentari provenienti dall'impero del sol levante e il disagio della catena di approvvigionamento giapponese si riverbera in tutto il mondo. La Cina ha vietato le importazioni di prodotti agricoli, compresi i prodotti alimentari e i mangimi, da 12 aree del Giappone e ha già detto di aver individuato, da metà marzo, almeno 10 casi di navi, aeromobili o merci in arrivo dal Giappone con livelli di radiazioni superiore al normale. Inoltre tracce di radioattività sono state rilevate in 22 province cinesi. Pechino è sempre più preoccupata e arrabbiata con i giapponesi: l'8 aprile ha chiesto di poter seguire da vicino le azioni del Giappone per riprendere il controllo della centrale ed ha chiesto a Tokyo di fornire informazioni rapide e accurate sulla crisi. Anche la Corea del Sud ha criticato il Giappone, accusandolo di incompetenza per la mancata comunicazione ai suoi vicini che avrebbe pompato acqua radioattiva in mare.
La Tepco ha risposto che sta installando barriere di acciaio nell'impianto nucleare per evitare altre fuoriuscite di acqua altamente radioattiva nell'Oceano Pacifico e per bloccare un tubo di aspirazione dell'acqua di mare,.
Ma la cosa sembra davvero una nuova Chernobyl che si comporta in modi diversi e inaspettati: secondo la Preparatory commission della Comprehensive nuclear-test-ban treaty organisation (Ctbto).«Le radiazioni dal Giappone si sono diffuse in tutto l'intero emisfero nord, nelle prime due settimane della crisi nucleare». Le 30 stazioni di monitoraggio della Ctbto hanno rilevato livelli minimi di radioattività in America del Nord dopo 3 giorni, in Europa dopo 12 giorni e in tutto l'emisfero settentrionale dopo 15 giorni. Sebbene i governi di tutto il mondo si siano affrettati a definire "innocue" queste radiazioni, gli ambientalisti sostengono che «le particelle radioattive, una volta inalate, possono provocare il cancro e che i dispositivi di rilevazione di radiazioni determinano solo la quantità di radiazioni nell'aria, non il numero di particelle radioattive che sono presenti in qualsiasi misurazione indicata».