[13/04/2011] News

Dopo il livello 7 Iaea e governo Giapponese provano a minimizzare

LIVORNO. Dopo che per il disastro nucleare in corso a Fukushima Daiichi (guarda caso il giono dopo le elezioni nelle prefetture e in importanti città del Giappone) è stato dichiarato il livello 7, il massimo della scala Ines dell'International nuclear energy agency (Iaea), sembra ci sia ora una corsa a minimizzare la gravità che sta nella stessa dichiarazione del livello 7 Ines.

Ieri il capo di gabinetto del governo giapponese, Yukio Edano, ha detto che «Non si avrannio cambiamenti nel modo in cui la crisi è gestita nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi» e che la decisione di elevare da 5 a 7 il livello di gravità dell'incidente «Non si tradurrà in un aggravamento della crisi. Non è dovuto ad una nuova emergenza, ma è basato sulle ultime analisi dei dati».

Un equilibrismo dialettico che è stato subito messo in luce dal corrispondente dell'Economist in Giappone che ha detto ad Edano che se il Giappone vuole essere credibile «Dovrebbe comunicare più informazioni al mondo attraverso i media stranieri» e ha deplorato il fatto che i politici giapponesi abbiano centellinato le dichiarazioni ai media dopo la catastriofe.

Ma la confusione è grande sotto il cielo nucleare del Giappone: Edano veniva smentirto praticamente in diretta da un rapopresentante della Tepco, che in un'altra conferenza stampa,, affermava : «Le conseguenze dell'incidente di Fukushima 1 potrebbero essere più gravi di quelle della catastrofe di Chernobyl del 1986. Le fughe radioattive non sono state ancora completamente bloccate e la nostra preoccupazione è che la quantità delle sostanze radioattive emesse possano finire per raggiungere, e forse eccedere, quelle emesse a Chernobyl».

Da Vienna l'International atomic energy agency smentisce la Tepco (che oggi fa una timida marcia indietro) e avalla le conclusioni del governo : «Anche se il Giappone ha elevato il livello di allarme per la sicurezza della centrale n. 1 di Fukushima, la crisi che la colpisce è molto differente dall'incidente di Chernobyl nel 1986». Il direttore aggiunto dell'Iaea, Denis Flory, ha rivelato alla stampa un'ovvietà: «I meccanismi di questi incidenti sono completamente differenti. Mentre l'incidente di Chernobyl ha implicato un'esplosione nel cuore del reattore e che l'incendio ed i vapori prodotti hanno riversato una grande quantità di sostanze radioattive nell'aria e nelle zone intorno, le esplosioni alla centrale di Fukushima hanno avuto luogo al di fuori della protezione contenente il nocciolo del reattore».

Che nessuno sappia dopo più di un mese quale sia la situazione reale all'interno di 4 reattori sembra un dettaglio trascurabile... Ma Flory si accontenta del fatto che «L'Autorità per la sicurezza nucleare giapponese ha stimato che la quantità di sostanze radioattive liberate nell'atmosfera dalla centrale di Fukushima rappresentano intorno al 10% di quelle liberate dall'incidente di Chernobyl».

A questo punto non si capisce perché le autorità giapponesi, con il consenso dell'Iaea, abbiano elevato a livello 7, il massimo possibile, l'incidente "moderato" di Fukushima, un livello Ines che prevede «Una liberazione importante di sostanze radioattive con un impatto esteso sulla salute e l'ambiente, che necessita della messa in opera di contromisure preparate e prolungate», come scrive l'Iaea in un comunicato. E' evidente che, se la pericolosità è passata tutto un tratto da 5 a 7 qualcosa è cambiato, a meno che il governo giapponese, che ora lo nega, non sia in mano ad allarmisti irresponsabili o ad un manipolo di no-nuke.

La situazione nucleare giappoonese dunque preoccupa sempre di più i Paesi alleati e vicini.
L'ammiraglio Usa Robert Willard, comandante in capo della zona Pacifico ha detto davanti alla Commissione forze armate del Senato Usa che «Gli Stati Uniti condividono col Giappone ed altri Paesi le foto ed i dati di osservazione relativi ai reattori danneggiati della centrale Fukushima Daiichi». I dati vengono raccolti dai droni che sorvolano ogni giorno la centrale nucleare giapponese. Willard ha precisato che «Gli aerei senza pilota registrano le fluttuazioni delle temperature presso i reattori e scattano foto. Grazie ai dati raccolti attraverso dei detector a bordo degli aerei, i militari americani tracciano delle carte dei livelli di radioattività vicino al complesso di Fukushima».

Dall'altra parte del Mar Cinese Occidentale, il governo di Pechino si sta sforzando di non far salire le preoccupazione tra un'opinione pubblica fino ad ora quasi totalmente filo-nucleare, per la sicurezza delle centrali nucleari cinesi, nel Paese che ne sta costruendo di più al mondo.

Il governo della regione autonoma del Guanxi Zhuang ha organizzatoi un incontro a Fangchenggang, il capoluogo, per dire che le installazioni atomiche sono sicure. I governanti cinesi sono terrorizzati perchè sull'onda di Fukushima potrebbe subire ritardi il progetto di costruire proprio sulla costa di Fangchenggang una mega-centrale nucleare con 6 reattori. Un responsabile del governo, ripreso dall'agenzia ufficiale Xinhua, ha detto che «Diverse voci si stanno diffondendo in Cina dopo l'incidente alla centrale di Fukushima» e ha sottolineato «Il bisogno di fornire all'opinione pubbolica delle informazioni basate scientificamente al riguardo».

Peccato che le uniche informazioni scientifiche al riguardo possibili in Cina siano quelle filo-nucleari, infatti a Fangchenggang, sono apparsi manifesti che spiegano che la futura centrale cinese non rischia di essere colpita da un terremoto o da uno tsunami. Attualmente in Cina ci sono 13 centrali nucleari operative (alcune vecchissime e che hanno subito danni da terremoti) e 28 in costruzione e il governo ha confermato che continuerà la sua politica atomica.

Il premier cinese Wen Jiabao ieri ha telefonato al primo ministro giapponese Naoto Kan per esprimergli tutta «L'inquietudine del governo e del popolo cinese di fronte allo sversamento da parte del Giappone dell'acqua contaminate dal nucleare nel Pacifico», chiedendo al governo di Tokyo «Di fare molta attenzione agli effetti che questo potrebbe avere sull'oceano e sui Paesi vicini». Poi ha chiesto al Giappone di «Rispettare strettamente il diritto internazionale collegato a questa situazione, a prendere delle misure preventive ed efficaci e ad informare rapidamente e precisamente la Cin»».

Kan ha ringraziato Wen per aver inviato subito una squadra di soccorso e si è scusato per l'incidente nucleare, promettendo che «Il Giappone informerà rapidamente ed esattamente la comunità internazionale, compresa la Cina, farà in modo che la trasparenza prevalga, indagherà sulle ragioni dell'incidente e contribuirà alla cooperazione mondiale oper la sicurezza nucleare». Il premier giapponese ha aggiunto che «Al Giappone piacerebbe collaborare con la Cina per rafforzare la comunicazione e la cooperazione tra i due Paesi sulla prevenzione delle catastrofi e i soccorsi, la sicurezza nucleare e l'energia pulita».

L'altro vicino di oltre mare del Giappone, la nucleare Corea del sud, ha rilevato tracce di particelle radioattive in 40 campioni di prodotti agricoli. Secondo il ministero dell'alimentazione, agricoltura, pesca e foreste di Seoul, «Delle tracce di iodio e di cesio radioattive sono state rilevate in tre tipi di prodotti alimentari: la lattuga coltivata nell'isola meridionale di Jeju, gli spinaci di Tongyeong e di Namhae, sulla costa sud-est».

I livelli non sarebbero preoccupanti per la salute umana e nessun tipo di radiazione è stata trovata nel latte crudo nell'isola di Jeju e nei 23 campioni di frutti di mare controllati nel Paese. Il ministero si è comunque impegnato ad aumentare i controlli di fronte alla crescente preoccupazione dei sudcoreani per quel che sta accadendo nel vicino Giappone.

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