
[20/04/2011] News
ROMA. Nucleare sì, anzi no, anzi forse. Non è escluso. Il puzzo di trucco e pateracchio sul referendum nucleare è sempre più forte dato che questa sembra essere oggi l'ondivaga posizione del governo italiano sull'energia atomica.
Una posizione che Legambiente definiosce senza mezzi termini «Equivoca e potenzialmente truffaldina che lascia ampi spazi di interpretazione sul futuro piano energetico del Paese a totale danno dei cittadini che, in questo modo, rischiano di non essere correttamente informati e quindi di non poter decidere legittimamente del proprio futuro. Ieri la maggioranza, consapevole della forza del movimento antinuclearista e dell'opinione della maggior parte degli italiani, dava per conclusa la stagione del nucleare in Italia. Oggi il ministro Romani, come il presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare Veronesi, tornano a riaprire il varco delle possibilità per un non ben identificato nucleare futuro, facendo intendere la reale intenzione di riavviare la spinosa questione in tempi più propizi».
Romani è più che imbarazzato per la svolta imposta da Berlusconi per evitare il raggiungimento del quorum ed ha spiegato così il repentino voltafaccia eseguito per sfuggire alla valanga dei sondaggi: «L'emendamento presentato al decreto legge 34 consentirà al governo di accelerare sulla presentazione di una nuova strategia energetica nazionale, a cui stiamo già lavorando con forte impegno».
«Il nostro obbiettivo - prosegue - è individuare le nuove misure necessarie per garantire la sicurezza e la diversificazione dell'approvvigionamento energetico, per potenziare lo sviluppo delle infrastrutture e per sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo di questo settore così importante per il nostro Paese. In questo senso, la decisione di abrogare i dispositivi di legge sulla realizzazione di impianti nucleari è perfettamente in linea con le strategie assunte da grandi Paesi come Germania, Stati Uniti, Giappone, Russia che, alla luce del disastro di Fukushima, stanno riprogrammando le proprie strategie. Scelte così importanti per il nostro futuro non possono essere fatte sulla base di ondate emotive o di strumentalizzazioni politiche. Bisogna invece procedere sulla base di linee razionali, forti e condivise anche a livello comunitario. Per questo è adesso importante andare avanti e guardare al futuro, impiegando le migliori tecnologie disponibili sul mercato per la produzione di energia pulita, in particolar modo per quanto riguarda il comparto delle rinnovabili e dell'energia verde. È nostra intenzione presentare al più presto, nell'ambito della Conferenza per l'Energia che convocheremo subito dopo l'estate, una nuova strategia energetica che rafforzi e potenzi il sistema produttivo ed energetico italiano per il prossimo ventennio».
Oggi in un intervista al Sole 24 Ore Romani, come se venisse da un altro pianeta e non avesse detto fino allo sfinimento che il nucleare era sicurissimo ed anche economico, afferma candidamente: «Abbiamo scoperto che nelle grandi centrali sono comunque possibili grandi incidenti» e che il nucleare tornerà in Italia «Solo con una decisione coordinata in tutta Europa».
Della serie ci si poteva pensare prima...
Secondo il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, «Tutto ciò è profondamente scorretto e dannoso per i cittadini. Con questa sorta di pubblicità ingannevole, infatti, si cerca di far calare l'attenzione sul referendum e sulla necessità di andare a votare per vincere definitivamente la sfida della modernità che deve essere basata sulle fonti rinnovabili e pulite. Noi non smetteremo di parlare dei rischi del nucleare e di sollecitare i cittadini ad andare a votare fin quando questo governo non farà azioni concrete per cancellare ogni ipotesi di ritorno all'atomo attraverso l'abrogazione delle norme per la realizzazione delle centrali».
Il Cigno verde ce l'ha anche con l'Agenzia nazionale per la sicurezza nucleare, che Romani vorrebbe lasciare in vita per contribuire agli studi europei sui nuovi standard di sicurezza, «Sarebbe bene rivedere le nomine - dice Cogliati Dezza - Se di sicurezza si deve occupare, bisognerà allora cambiarne i responsabili, perché gli attuali ultrà del nucleare, non rappresentano affatto una garanzia per l'obiettività dell'Agenzia».
Anche secondo il direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, «Il Governo ha paura dell'opinione degli elettori. È un caso di "furbizia preventiva" che coglie un dato reale: la forte opposizione degli italiani al nucleare. Molti dei commenti di ministri ed esponenti della maggioranza svelano il "trucco": cercare di prendere tempo, abrogando solo alcuni punti della legge, per evitare che gli italiani si esprimano attraverso il referendum e poi tornare a riproporre il nucleare tra un anno. Questa truffa non è accettabile. Piuttosto che continuare con queste manovre dilatorie, il Governo dovrebbe abrogare una volta e per sempre tutta la legge sul nucleare, prendendo impegni solenni per promuovere le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica.
Se il Governo italiano volesse fare seriamente dovrebbe reintrodurre gli incentivi sulle fonti energetiche rinnovabili, al momento completamente paralizzate dallo scellerato decreto Romani. Greenpeace chiede di adottare il sistema tedesco, alzando gli obiettivi per l'eolico e il fotovoltaico».