[21/04/2011] News

L'erosione colpisce le coste, la vita e l’ambiente dell'Artico

Partendo da un workshop ospitata dal Norwegian Institute for Air Research nell'ottobre 2007, l'International Arctic Science Committee (Iasc), il Land-Ocean Interactions in the Coastal Zone poject (Lojcz) e l'International International (Ipa) hanno deciso di avviare una valutazione comune dello stato della costa artica. Il rapporto pubblicato, è stato  co-sponsorizzato dal Arctic Monitoring and Assessment Programme (Amap), un  gruppo di lavoro dell'Arctic Council. Il bollettino scientifico dell'Ue Cordis spiega che «Alla ricerca ha partecipato un team composto da oltre 30 esperti provenienti da 10 Paesi. Scienziati dall'Istituto Alfred Wegener (AWI) per la ricerca marina e polare presso l'Associazione Helmholtz e il Centro Helmholtz di Geesthacht in Germania hanno contribuito agli studi che hanno esaminato oltre 100.000 kilometri (km) di coste dell'Artico». Le conclusioni dello studio, oltre che nel corposo rapporto "State of the Arctic Coast 2010", sono state presentate sulla rivista "Estuaries and Coasts". Rachold Volker, dell'Iasc ed uno dei principali autori dello studio, sottolinea il ruolo svolto dai ricercatori dell'Helmholtz-Zentrum Geesthacht: «Questo rapporto internazionale e interdisciplinare attesta in particolare l'interesse e la competenza degli scienziati tedeschi nel campo della ricerca costiera artica».

La nuova ricerca internazionale dimostra che «Il cambiamento climatico sta sconvolgendo la linea costiera nella regione artica, intensificando l'erosione e facendo arretrare la costa di 50 centimetri (cm) ogni anno. Questa incessante azione sta colpendo sia gli ecosistemi nella regione che le popolazioni che ci vivono».

Il rapporto è diviso in quattro parti: una introduzione generale; la valutazione dello stato della costa artica all'interno di grandi temi disciplinari: fisico, ecologico e sistemi umani; considerazioni sulla necessità e il progresso verso approcci integrativi per il monitoraggio, comprensione e gestione del cambiamento nei sistemi costieri dell'Artico; sintesi dei dati e individuazione delle carenze e delle priorità di ricerca nel prossimo decennio.

Hugues Lantuit dell'Awi, a capo del Team che ha redatto "State of the Arctic Coast 2010", spiega che «Quando è iniziata l'acquisizione sistematica di dati nel 2000, erano disponibili informazioni dettagliate per appena lo 0,5% delle coste dell'Artico. Dopo oltre 10 anni di intenso lavoro abbiamo ora ottenuto una panoramica completa dello stato e del rischio di erosione in queste aree».

«I rapidi cambiamenti ambientali, sociali, economici, politici e istituzionali definiscono le caratteristiche degli ultimi dieci anni nel bacino dell'Artico - si legge nel rapporto -  Nell'ambiente fisico, la prospettiva di un oceano stagionalmente libero dai ghiacci appare sempre più probabile e imminente, da come si sono sviluppati successivamente in questi ultimi anni i  record di estensione minima annuale del ghiaccio marino, la dalla traiettoria della perdita di ghiaccio è più rapida rispetto alle più estreme proiezioni dei modelli del Fourth assessment report dell'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc, 2007).  L'ultimo decennio è stato anche il più caldo mai registrato per la temperatura globale dell'aria in superficie e alcune regioni artiche sono diventate più calde ad un ritmo ancora più veloce rispetto alla media globale, convalidando le proiezioni dei precedenti assessment reports che prevedevano un precoce e più grave cambiamento climatico alle alte latitudini. Di fronte a cambiamenti senza precedenti e fortemente impattanti sull'ambiente locale da dipendono i mezzi di sussistenza e le culture tradizionali, le comunità costiere artiche stanno affrontando una rapida crescita demografica, cambiamenti tecnologici, trasformazione economica, insieme a sfide sociali e sanitarie e, in gran parte della regione artica, ad un rapido cambiamento politico e istituzionale. E' evidente che la costa è una componente fondamentale del sistema artico che richiede un'attenzione esplicita. Come centro delle attività umane, con i pericoli che ne conseguono, la costa circumpolare artica è chiaramente una priorità per il monitoraggio e il rilevamento delle modifiche per supportare l'adattamento proattivo e lo sviluppo sostenibile».

Le coste dei mari artici che hanno subito i più grandi cambiamenti sono quelle del  Mare di Beaufort, del  Mare della Siberia Orientale e del Mare di Laptev. Secondo i ricercatori «I tassi annuali di erosione costiera potrebbero raggiungere persino gli 8 metri. Il punto di fondamentale, è che l'erosione costiera potrebbe colpire in futuro vaste aree costiere, in particolare perché circa il 33% delle coste mondiali si trovano nel permafrost (substrato "morbido" ghiacciato) artico. Nel complesso, le coste dell'Artico potrebbero sentire l'impatto maggiore del problema del cambiamento climatico a causa del continuo calo del ghiaccio marino. Fino a poco tempo fa, queste aree erano supportate da enormi aree di banchisa. Ma la minaccia è reale e molto prossima, in particolare a causa dei cambiamento che stanno emergendo in aree che erano state relativamente stabili per migliaia di anni».

Il team internazionale sottolinea che «Il 66% delle coste dell'Artico sono formate da permafrost e non da roccia. L'erosione ha un grosso impatto su queste aree. E anche se nella regione artica vivono veramente poche persone, le coste all'estremo nord sono i centri sia della vita sociale che economica. L'interesse dell'uomo per le regioni costiere dell'Artico sta crescendo a un ritmo veloce, in particolare poiché stanno aumentando la domanda di risorse energetiche globali e le attività turistiche e di trasporto».

Hartwig Kremer, capo ufficio del progetto Loicz, ha evidenziato che «L'Artico sta diventano sempre più uno specchio dei vari motori del cambiamento globale e un punto focale di interesse economico su scala nazionale e mondiale».Secondo i ricercatori la progressiva erosione della costa avrà pesanti conseguenze sull'ecologia dell'artico, in particolare sugli animali selvatici, compresi i branchi di renne/caribù, e sui laghi d'acqua dolce.

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