
[21/04/2011] News toscana
Si ripropone la competizione tra tutela di alcune produzioni locali di qualità e della biodiversità. Un caso "scuola" e rappresentato dal lupo specie da salvaguardare ma che crea anche problemi ad alcuni settori produttivi se il suo inserimento nell'ambiente non è controllato e gestito. Le notizie che arrivano dal senese non sono confortanti. Un allevatore di Trequanda in soli tre mesi ha visto morire 36 capi tra agnelli e pecore a causa delle aggressioni di lupi come certificano i documenti della Asl. «È esponenziale l'aumento di attacchi alle greggi da parte di branchi di lupi- ha dichiarato Fausto Ligas, presidente di Coldiretti Siena - Le segnalazioni arrivano da tutti i territori della provincia di Siena, alla quale i nostri allevatori chiedono interventi urgenti per arginare una situazione drammatica, che pesa sempre di più nelle tasche degli allevatori».
Bisogna riconoscere che per gli allevatori colpiti, al danno si aggiunge la beffa. Infatti oltre alle ingenti perdite di capi, si sommano i costi sanitari e di smaltimento delle carcasse azzannate e uccise. Per ogni capo abbattuto dagli attacchi di lupi affamati, l'allevatore deve sostenere un costo di oltre 60 euro per lo smaltimento.
«Alla perdita di ogni animale - informa Niccolò De Gori, allevatore di Trequanda - devo sommare i costi legati al trasporto, all'abbattimento e all'incenerimento della carcassa. Nel 2010, dopo aver perso ben 69 capi a causa delle continue aggressioni sono stato costretto a chiudere il mio caseificio, attivo da 50 anni, e licenziare il personale». Ma la Coldiretti sulla situazione dei lupi in provincia di Siena avanza anche qualche perplessità. «Non vorrei che l'inserimento dei lupi nel nostro territorio, per il contenimento della sovrappopolazione di caprioli e cinghiali, fosse avvenuto con ibridi. Il sospetto nasce dall'assenza di randagismo nel nostro territorio, fenomeno invece denunciato oggi come causa di soggetti ibridi» ha sottolineato Ligas. Del resto questo aspetto era emerso anche nel 2009 in occasione della manifestazione "Cantieri della biodiversità", durante il workshop "L'ibridazione tra animali selvatici e domestici: una minaccia per la biodiversità" promosso da Federparchi, Ispra e provincia di Siena. Le aziende agricole chiedono quindi maggiore attenzione alle problematiche della pastorizia soprattutto in un periodo di crisi economica, in cui è vitale arginare perdite e danni.
«Per la sopravvivenza degli allevamenti ovini occorre stabilire un giusto equilibrio tra territorio e fauna selvatica- ha dichiarato Massimiliano Volpone, direttore di Coldiretti Siena - Il ripopolamento del lupo non deve assolutamente portare al dissesto economico delle piccole e medie aziende locali. La pastorizia non è solo la principale fonte di reddito di molte aziende senesi, ma anche un volano per l'economia dell'intera area, per questo è importante attuare politiche in grado di ridurre drasticamente gli attacchi alle greggi» ha concluso Volpone.