[17/11/2011] News
Secondo il rapporto "Towards a Green Economy: Pathways to Sustainable Development and Poverty Eradication" presentato a Pechino dall'Unep «La ricerca sulla green economy è stata alla fine messa in pratica. I governi, così come numerosi businessman, prendono delle misure per accelerare la transizione mondiale verso un'economia verde, low carbon, che risparmia le risorse naturali e socialmente inclusiva. Dalla Cina a Barbados, passando per il Brasile ed il Sudafrica, gli Stati nazionali si mobilitano per elaborare delle strategie e delle attività che favoriscono una green economy. Il loro obiettivo è quello di rilanciare la crescita, la creazione di posti di lavoro e di proteggere l'ambiente e l'equità sociale» .
Per la redazione di "Towards a Green Economy" ci sono voluti 3 anni di ricerche a livello mondiale alle quali hanno partecipato centinaia di esperti. Il rapporto è stato successivamente sottoposto ad una public review di 6 mesi prima di essere reso noto. L'Onu ha organizzato una serie di consultazioni regionali sulla green economy che hanno sottolineato il crescente interesse suscitato dal rapporto. «Se le questioni finanziarie e commerciali sottintese nel concetto di green economy devono essere ancora approfondite - sottolinea l'Unep - è ormai unanimemente riconosciuto che il nostro modello economico attuale (basato sulla sola crescita del Pil) ha comportato una cattiva ripartizione del capitale lordo ed una distribuzione iniqua della ricchezza».
Una delle principali conclusioni conferma che «Un investimento del 2% del Pil mondiale in 10 settori economici chiave potrebbe, da solo, produrre una transizione dal nostro modello economico attuale (inquinante e inefficace) verso una green economy. Conseguentemente, un numero crescente di Paesi intraprende delle attività miranti ad accelerare questa transizione». Il 2% del Pil andrebbe dedicato ad agricoltura, energia, costruzioni, distribuzione dell'acqua, forestazione, pesca, manifattura, gestione dei rifiuti, turismo e trasporti, «Per riorientare l'economia mondiale su una traiettoria di crescita più sostenibile. L'economia verde genererebbe più benefici a lungo termine, sul mantenimento della crescita economica, di uno scenario "business-as-usual"».
Le raccomandazioni del rapporto riguardano le politiche da sviluppare nei 10 settori chiave e sui modi e mezzi di finanziamenti e le condizioni di abilitazione. Per esempio, per quanto riguarda i trasporti, Towards a Green Economy propone che «I prezzi tengano conto dei costi sociali prodotti dagli ingorghi, dagli incidenti e dall'inquinamento che, in alcuni casi, raggiungono più del 10% del Pil nazionale o regionale». Uno studio del 2009 concludeva che I costi sociali totali prodotti dai trasporti motorizzati sarebbero tra il 7,5 e il 15% del Pil della capitale cinese Pechino. Secondo il rapporto, «Globalmente, l'impatto del trasporto sulle risorse naturali è vasto: va dalla fabbricazione dei veicoli, passando per i metalli e le plastiche utilizzate, senza dimenticare il consumo di combustibili fossili (il che implica l'utilizzo di olio da motore, di caucciù e di altri materiali naturali). Dal 2007 al 2030, il settore de i trasporti dovrebbe, da solo, rappresentare il 97% dell'aumento mondiale dell'utilizzo di petrolio». Solo in Cina, durante questo periodo, se va bene il numero di mezzi a motore triplicherà e per far fronte a questo aumento insostenibile il governo promuove veicoli puliti ed a risparmio energetico, sviluppando le infrastrutture connesse. A Shengzhen, dove si produce la prima auto elettrica cinese, è già stata pianificata la costruzione della prima stazione di ricarica delle batterie ed entro 5 anni i bus tradizionali verranno rimpiazzati con 7.000 bus elettrici.
C'è poi l'enorme questione del cibo. Oltre 2 miliardi di persone vivono di piccola agricoltura di sussistenza ma, nonostante il loro contributo significativo alla sicurezza alimentare la maggioranza di questi contadini vivono in povertà e sono malnutriti. Secondo il rapporto «i bassi prezzi di vendita, le pratiche commerciali sleali della concorrenza e l'inefficacia dei trasporti contribuiscono alla loro situazione precaria». Towards a Green Economy conclude che «La messa in atto di pratiche agricole sostenibili provocherebbe un aumento dei rendimenti e dei profitti per questi agricoltori locali. Globalmente, un investimento compreso tra 100 e 130 miliardi di dollari nell'agricoltura biologica (entro il 2050), migliorerebbe la qualità del rendimento dei suoli delle principali culture. Questo rappresenterebbe un aumento del 10% in rapporto alle previsioni delle strategie business-as-usual. Dato che la maggior parte di questi agricoltori sono donne, i benefici prodotti saranno probabilmente ridistribuiti nelle loro famiglie e comunità».
Il settore della gestione dei rifiuti è un altro campo che dovrebbe permettere di migliorare l'equità sociale. Il rapporto evidenzia che «Gli sforzi per rendere ecologica questa industria fanno spesso seguito alla ricerca di risparmio di costi o a degli sforzi di sensibilizzazione ai problemi ambientali». Ma il rapporto fa notare che «gli sforzi di ecologizzazione dell'industria devono anche riguardare il miglioramento dei sistemi di trattamento dei rifiuti, la messa in conformità in rapporto alle norme, la formazione dei lavoratori ed un sistema di compensazioni più equo per assicurare loro una protezione adeguata. Decentralizzare le operazioni di gestione dei rifiuti su grande a scala potrebbe anche fornire delle possibilità di lavoro».
Il rapporto Unep affronta anche il problema dei rifiuti elettronici che riguarda particolarmente i Paesi in via di sviluppo: «Secondo le stime attuali, da 20 a 50 milioni di tonnellate di e-waste sono prodotte ogni anno. Di conseguenza, il commercio di questo tipo di rifiuti si espande rapidamente, il che accresce le minacce per la salute umana e per l'ambiente». Mentre le vendite di telefonini e di computer portatili continuano a crescere in Cina, in India e dappertutto in Africa ed in America latina, le rapporto constata che «Il recupero dei rifiuti ed il loro riciclo offre potenziali economici ed ecologici importanti»
Presentando il rapporto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha detto: «Mentre il mondo si prepara alla Conferenza di Rio+20 sullo sviluppo sostenibile del giugno 2012, il rapporto dell'Unep sulla green economy smonta il mito secondo il quale occorre un compromesso per scegliere tra la crescita economica e la protezione dell'ambiente. In effetti, secondo il rapporto, i governi possono rilanciare le loro economie incoraggiando la creazione di posti di lavoro e migliorando l'equità sociale attraverso politiche intelligenti che favoriscono il progresso mantenendo l'impronta ecologica dell'umanità nei limiti sopportabili per il pianeta».