
[11/10/2012] News
Il Patto di Stabilità consenta ai comuni questi interventi
A Legambiente piace il progetto "Cieli Blu", contenuto nella Legge Stabilità e che prevede di ridurre l'illuminazione di edifici pubblici e strade urbane ed extraurbane nelle ore notturne, ma c'è qualcosa da "aggiustare" sia dal unto di vista energetico che politico.
Secondo il vice-presidente nazionale del Cigno Verde, Edoardo Zanchini «il provvedimento è infatti sicuramente lungimirante da un punto di vista ambientale, ma più che spegnere i lampioni, dovrebbe essere il primo di una serie di interventi seri e mirati per investire partendo dalle tecnologie di illuminazione a 360 gradi sull'efficienza energetica da parte delle amministrazioni pubbliche. Nel campo dell'illuminazione pubblica intervenire sull'efficienza degli impianti significa produrre un triplice risultato positivo: ridurre la spesa, come vuole il Governo, ridurre i consumi energetici ma anche limitare l'inquinamento luminoso, che in alcuni territori ha raggiunto livelli rilevantissimi. Per questo è importante che l'Esecutivo intervenga in questo campo fissando degli obiettivi di risparmio, ma poi modifichi il Patto di Stabilità, che impedisce ai comuni questo tipo di interventi. E' assurdo che provvedimenti di efficienza energetica sull'illuminazione o sui consumi degli edifici pubblici siano impediti per miopi ragioni di bilancio anche quando permettono di realizzare dei guadagni quantificabili nel tempo».
E' più o meno il pericolo che paventa oggi il sindaco di Bari, Michele Emiliano, che in un'intervista a La Repubblica critica la proposta: «Certo, c'è troppa luce nelle città. Il governo però manca di senso pratico, mi sembra che ai professori succeda spesso. Bisogna valutare con attenzione le condizioni di sicurezza nei diversi quartieri. Non è solo una questione di percezione, secondo molti studi nelle zone meno illuminate i reati violenti o di effrazione sono più frequenti.
Secondo Emilano «La realtà è che nella maggior parte dei Comuni italiani gli impianti di illuminazione sono vecchi di decenni. C'è un interruttore: acceso o spento. E quando si preme finisce al buio un'intera strada, o magari un quartiere, senza nessuna possibilità di modulare l'intervento».
Qualche soluzione per il sindaco barese c'è: «Le lampadine a led per esempio, basterebbe installarle per risparmiare più che spegnendo la città per tutta la notte. La vera differenza però sarebbe un sistema informatico centrale che consenta di monitorare ogni singolo lampione, lasciandoli accesi nelle zone più a rischio e abbassando l'intensità nelle altre. Ma per installare una tecnologia del genere ci vogliono soldi da investire» e aggiunge «Stiamo sperimentando l'illuminazione a led in alcune aree, ma le risorse sono poche. Alcune grandi aziende del settore ci hanno fatto una proposta, come è successo anche ad altre amministrazioni: l'impianto lo finanzierebbero loro, ma poi dovremmo ripagarle garantendo una percentuale sulle bollette. Alla fine il costo rischia di ricadere sui cittadini. Insomma, il suggerimento di risparmiare sulla luce, per quanto condivisibile, può trasformarsi in un business. Specie se dall'esecutivo dovessero arrivare vincoli stringenti».
Emiliano come Legambiente chiede di «Dare la possibilità ai Comuni di investire nelle infrastrutture senza dover ricorrere a meccanismi di privatizzazione», ma poi conclude polemicamente: «Prima è venuto il patto di stabilità, ora il governo ci dice anche quando spegnere o accendere la luce. Poi manca solo una dichiarazione di guerra».
Legambiente fa alcuni esempi esistenti di un'illuminazione innovativa che producono risultati: «Dibawatt, una tecnologia per l'ottimizzazione dell'efficienza delle lampade d'illuminazione esterna di Sorgenia Menowatt, ha consentito solo negli ultimi tre anni a 335 comuni di risparmiare nelle proprie bollette intervenendo su oltre 400mila punti luce. Grazie a questi interventi sono stati risparmiati 91.424.328 di chilowattora (KW/h), 55.768 tonnellate di anidride carbonica (CO2) e 19.1999 di Tep (Tonnellate Equivalenti Petrolio). In pratica una riduzione immediata di almeno il 30% dei consumi elettrici complessivi, con la riduzione dei costi fissi per la potenza impegnata e il raddoppio della durata delle lampade, con il dimezzamento dei costi di manutenzione. A dimostrare che investire nell'efficienza conviene alle casse pubbliche e all'ambiente».