[15/11/2012] News
Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha illustrato l'appello "Fermando le grandi opere inutili, subito 10 miliardi per la messa in sicurezza del territorio" che il Cigno Verde ha lanciato al governo Monti chiedendo di rinunciare ad alcune grandi opere inutili, per destinare le risorse recuperate agli interventi per l'attuazione del Programma nazionale per la sicurezza e la manutenzione del territorio proposto dal ministero dell'ambiente. «Via la Tav Torino-Lione ed ecco 5.623 milioni di euro; via l'autostrada Tirreno-Brennero ed eccone altri 1.430 - ha detto Cogliati Dezza - Cancellando anche la Orte-Mestre recuperiamo ben 1.428 milioni di euro mentre rinunciando definitivamente al Ponte sullo Stretto possiamo ottenerne altri 250. Aggiungiamo pure i 711 milioni previsti per la realizzazione dell'autostrada Cisterna Valmontone e del corridoio autostradale Roma-Latina, e abbiamo ben 9.442 miliardi di euro da poter investire nella prima grande opera pubblica necessaria al Paese: la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico».
All'appello pubblicato sul sito di Legambiente hanno già aderito: Graziano Delrio, presidente Anci e sindaco di Reggio Emilia, Luca Mercalli, climatologo e metereologo, Ilaria Borletti Buitoni, presidente Fai, Franco Iseppi, presidente Touring club italiano, Mario Tozzi, geologo Cnr, Gianvito Graziano, presidente Ordine dei geologi, Leopoldo Freyrie, presidente Consiglio nazionale degli architetti, Andrea Sisti, presidente Ordine nazionale dottori agronomi e forestali
Nell'appello si legge: «La prima grande opera pubblica necessaria al Paese è la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico in Italia. La mancata prevenzione ci è costata, solo dall'ottobre 2009, oltre 1milione di euro al giorno, senza contare la drammatica perdita di vite umane, di affetti e di beni personali. Chiediamo al Governo nazionale di rinunciare ad alcune grandi opere pubbliche palesemente inutili e dannose per il nostro Paese per recuperare risorse per la tutela e la sicurezza del territorio. Il Governo, evitando di continuare a investire in alcuni grandi interventi infrastrutturali in via di realizzazione, potrebbe disporre da subito di circa 10 miliardi di euro, (derivanti da previsioni di spesa e non da impegni, che quindi si possono rinviare), da destinare alla prevenzione e alla mitigazione del rischio idrogeologico. Chiediamo che queste risorse sostengano l'attuazione del Programma nazionale per la sicurezza e la manutenzione del territorio, proposto dal Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Vista l'entità degli investimenti necessari e l'urgenza delle azioni da mettere in campo, condividiamo e sosteniamo la proposta del Ministro Corrado Clini alla Commissione Europea, di derogare al patto di stabilità la spesa prevista per gli interventi di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico. Il territorio e i fiumi italiani hanno oggi più che mai bisogno di una concreta ed efficace politica di tutela ambientale, di prevenzione e mitigazione del rischio e di un'alleanza di tutti i soggetti portatori d'interesse: le imprese, gli enti competenti, gli esperti, le università, gli enti di ricerca, i soggetti professionali e le amministrazioni locali, con l'obiettivo comune di avanzare proposte d'intervento anche al fine di ottenere e indirizzare le risorse necessarie. Un'intesa su cui costruire un processo di partecipazione e condivisione che individui gli interventi prioritari e quelli di medio periodo e ne garantisca una corretta attuazione, con l'obiettivo di coniugare la mitigazione del rischio idrogeologico con la tutela ambientale».
L'appello al Governo nazionale: "Fermando le grandi opere inutili, subito 10 miliardi per la messa in sicurezza del territorio" può essere firmato on-line:
http://www.legambiente.it/alluvioni-stop-opere-inutili-salvare-il-paese