Acqua pubblica in Messico: vinta una battaglia, ma non la guerra
Un ddl vorrebbe dimezzare il consumo idrico dei cittadini rispetto alla quota raccomandata dall’Oms
[13 Marzo 2015]
In Messico le organizzazioni non governative sono riuscite a stoppare, almeno per ora, quello che sembra a tutti gli effetti un progetto governativo per privatizzare il servizio idrico nazionale.
Il voto del Parlamento messicano su un disegno di legge che avrebbe, di fatto, aperto alla possibilità di una privatizzazione dei servizi di amministrazione e distribuzione delle risorse idriche è stato infatti posticipato a data da destinarsi. Dietro alla decisione ci sono le forti pressioni e proteste da parte delle organizzazioni non governative nazionali: le obiezioni sono state accolte dalla coalizione di minoranza, i cui membri non si sono fidati della promessa governativa di una legge “che avrebbe protetto il diritto costituzionale per cui la risorsa idrica appartiene alla nazione”.
Diversa l’opinione delle associazioni ambientaliste, secondo cui la definizione di “risorsa nazionale” non corrisponde a quelli che possono essere gli interessi della federazione, che potrebbero essere quelli energetici piuttosto che quelli di salvaguardia dell’acqua come bene pubblico. Un vulnus che trasformerebbe di fatto la legge in un tentativo di passare alle compagnie private il controllo della distribuzione dell’acqua, rendendole di fatto proprietarie della risorsa: un cambiamento pericoloso, soprattutto perché aprirebbe all’utilizzo delle risorse idriche per scopi non di pubblica utilità, come nei processi di estrazione del gas di scisto, il cosiddetto fracking.
Inoltre il disegno di legge in questione abbasserebbe a 50 litri pro capite il consumo giornaliero d’acqua massimo per i messicani, nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandi 100 litri. Lo stop alla legge rappresenta una piccola vittoria da parte della società civile messicana, a pochi mesi di distanza dal disastro ambientale della miniera gestita dalla compagnia Grupo Mexico nello stato settentrionale di Sonora, in cui una perdita nelle condutture aveva avvelenato le acque dell’area.
di Cospe