India: il cotone Ogm Monsanto dietro i suicidi di migliaia di agricoltori? (VIDEO)

In 20 anni si sono uccisi 290.000 agricoltori indiani

[25 Maggio 2015]

I contadini indiani sarebbero obbligati a coltivare il cotone BT geneticamente modificato della Monsanto, 0 volte più caro dei cotono tradizionali, e che necessita di condizioni speciali per crescere. Se è vero quello che scrivono alcuni giornali indiani e che viene rilanciato oggi dalla TV russa RT con il documentario “100% Cotton. Made in India”, che afferma:  «Centinaia di migliaia di agricoltori indiani potrebbero essersi suicidati per essere stati obbligati a coltivare cotone geneticamente modificato del gigante internazionale Monsanto  invece del cotone tradizionale. Una delle ragioni principali che spiega questi fatti e che l’impresa promuove e aggressivamente la pubblicità del suo prodotto e non chiarisce di quali condizioni di coltivazione siano necessarie».

Monsanto assicura che il suo cotone BT Ogm si può coltivare sia su terreni irrigui che in quelli aridi, ma RT dice che «La realtà è che il prodotto della Monsanto non è solo l’8.000 per cento più caro del cotone tradizionale  –  – che quasi non entra nel mercato indiano perché Monsanto lo impedisce – ma esige anche un mantenimento molto più complesso (in particolare per quel che riguarda l’irrigazione, al contrario di quel che assicura la  Monsanto). Anche gli agricoltori con minor potere di acquisto e meno istruiti ricevono sementi  Monsanto dagli agricoltori più grandi, i quali informano poco i primi sui rischi che corrono».

Il risultato è che i piccoli contadini analfabeti non sanno o non possono rispettare le condizioni speciali richieste per coltivare il costosi semi di cotone BT Ogm Monsanto e quando sono ridotti in rovina si suicidano.

L’ultimo caso clamoroso è avvenuto nella capitale a New Delhi il 24 aprile, quando un contadino di Dausa, nel Rajasthan, è salito su un albero e si è suicidato in mezzo alla folla durante una manifestazione indetta dal Partito Aam Aadmi contro la riforma agraria del premier induista Narendra Modi che vuole facilitare l’accaparramento delle terre agricole da parte di grandi imprese e molti contadini temono di essere obbligati ad abbandonare le loro coltivazioni.

Secondo G. V. Ramanjaneyulu, del Centre for Sustainable Agriculture, «A livello nazionale, negli ultimi 20 anni si sono suicidati 290.000 agricoltori».  E un altro ricercatore dello stesso centro, Kirankumar Vissa, aggiunge: «Il cotone BT fu promosso come qualcosa che avrebbe davvero risolto i problemi degli agricoltori indiani che coltivano cotone. Però quello che è stato promosso come la soluzione della crisi ha creato più problemi. Quel che ha fatto Monsanto è un inganno».

Alexis Baden-Mayer, direttrice della Organic Consumers Association, sottolinea che «Per controllare il mercato del cotone indiano, Monsanto ha privato i contadini delle diverse opzioni su come coltivare il cotone, costringendo coloro che non hanno possibilità di irrigare a coltivare sementi che richiedono irrigazione».

Monsanto respinge le accuse e ribatte che il fenomeno dei suicidi è iniziato molto prima che introducesse il cotone BT Ogm in India, ma le organizzazioni anti-ogm fanno notare che qualche legame tra BT e suicidi deve pur esserci, visto i troppi i contadini che coltivano cotone BT Monsanto che si tolgono la  vita.

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