La Regione pensa a un’assicurazione per le aree ad elevato rischio idraulico in Toscana

Rossi: «La proposta di una forma assicurativa specifica è realizzabile in tempi brevi»

[25 Novembre 2019]

La Toscana viene oggi risparmiata dall’allerta meteo, che solo una settimana fa aveva però tornato ad assumere i contorni dell’emergenza sul territorio, dove la tenuta delle nuove opere di mitigazione del rischio idraulico ha evitato il peggio. Nonostante tutto però il territorio toscano rimane particolarmente fragile di fronte all’avanzata dei cambiamenti climatici, tanto che la Regione sta pensando a una forma di assicurazione sostenuta dalla Regione per le aree ad elevato rischio idraulico.

«Ascoltando le richieste delle persone e delle istituzioni che ho incontrato – ha detto il presidente Rossi durante la visita in Maremma nei luoghi colpiti dall’ondata di maltempo della scorsa settimana – ho capito che qui è forte la necessità di tutelare le aree agricole di fronte ad eventi come quello di domenica scorsa. Dato che non è possibile pensare di impedire alle acque di fiumi e torrenti di confluire nelle loro naturali aree di regimazione, potremmo pensare ad una forma di assicurazione per le aree ad elevato rischio idraulico, una polizza per aiutare chi ha avuto danni a causa delle esondazioni e che sarebbe sostenuta anche dalla Regione».

Un documento recentemente elaborato dall’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), riporta che nel 2011 è stata prodotta dal mercato assicurativo una prima simulazione dei danni potenziali delle alluvioni per il patrimonio abitativo italiano, un aggregato che al tempo era composto (secondo le stime dell’Istat relative al censimento 2001) da 27 milioni di unità abitative con un costo di ricostruzione valutato in 3.900 miliardi di euro. Secondo lo studio, condotto dall’Ania in collaborazione con il broker Guy Carpenter e Consap (concessionaria pubblica di servizi assicurativi) ha utilizzato per le alluvioni il modello simulativo Sigra, relativo unicamente alle esondazioni di tratti fluviali il danno atteso annuale per il rischio alluvionale relativo al patrimonio abitativo italiano modellato è stato stimato in circa 230 milioni, cifra che sale però 3,3 miliardi considerando il massimo danno possibile con un tempo di ritorno di 200 anni. Numeri che sembrano però destinati a crescere ancora, insieme ai rischi legati ai cambiamenti climatici, e che necessitano di adeguati e aggiornati approfondimenti sul territorio.

«Porterò questa proposta davanti alle associazioni di categoria – conclude Rossi – anche perché sappiamo che i contributi statali sono difficili da ottenere ed anche quando arrivano lo fanno dopo molto tempo. La proposta di una forma assicurativa specifica è invece realizzabile in tempi brevi, visto che già abbiamo mappe che documentano quali sono le aree più a rischio».

L. A.