I primi 8 sistemi isola-oceano che verranno ripristinati dall’Island-Ocean Connection Challenge
Selezionati dalla Global Ridge-To-Reef Rewilding Campaign a Palau, Tonga, Polinesia Francese e Usa
[28 Aprile 2023]
Il cambiamento climatico, il degrado degli oceani e la perdita di biodiversità stanno causando il collasso di interi ecosistemi terra-mare e le comunità insulari ne sono colpite in modo sproporzionato. L’eradicazione delle specie invasive dalle isole e il ripristino con specie autoctone è una soluzione attuabile e che produce enormi benefici per la fauna selvatica, gli oceani e le comunità.
A solo un anno dal lancio dell’iniziativa comune Island-Ocean Connection Challenge (IOCC), Island Conservation, Re:wild e Scripps Institution of Oceanography dell’Università della California San Diego, insieme a un numero crescente di partner IOCC, hanno annunciato quali sono le prime 8 isole ed ecosistemi oceanici selezionati per essere ripristinati e rigenerati ridge-to-reef:
Sull’isola di Floreana nelle Galápagos, in Ecuador, vivono circa 140 persone che per la loro sopravvivenza dipendono da connessioni isola-oceano sane. Floreana ospita un’incredibile diversità di specie autoctone che non si trovano in nessun’altra parte del mondo, tra cui il Mimo di Floreana e la Tartaruga gigante di Floreana, ma diverse specie invasive stanno distruggendo la biodiversità insulare e hanno già contribuito all’estinzione di 13 specie autoctone e minacciano la sopravvivenza di altre 54 specie. Floreana è circondata da un ricco ambiente marino che soffre per la perdita di sostanze nutritive fornite dalla fauna selvatica autoctona. L’eradicazione delle specie invasive da Floreana realizzerà la visione della comunità di un’isola fiorente e sostenibile.
Il pescatore Max Freire di Floreana conferma: «Le specie invasive stanno distruggendo la nostra isola. Divorano i raccolti e stanno spingendo le nostre popolazioni di uccelli marini sull’orlo dell’estinzione. Ogni anno prendiamo meno pesce. Rimuovendo le specie invasive, abbiamo l’opportunità di ripristinare sia la terra che il mare e fornire per la prima volta maggiori opportunità di ecoturismo su un’isola abitata dell’arcipelago. I nostri mezzi di sussistenza, la nostra salute e il futuro della prossima generazione dipendono da questo».
Kamaka, nella Polinesia francese, è una piccola isola dell’Arcipelago delle Gambier, nell’Oceano Pacifico meridionale ed era nota per la sua abbondanza di uccelli marini, come l’uccello delle tempeste della Polinesi, la procellaria di Tahiti e la procellaria di Murphy. Ma i ratti invasivi hanno divorato le uova e i pulcini degli uccelli marini e distrutto l’habitat naturale, questo ha avuto un impatto a cascata sulla vita marina intorno all’isola e sulla gente del posto che fa affidamento sull’agricoltura e la pesca di sussistenza.
Il direttore della Société d’Ornithologie de Polynésie (Manu) Thomas Ghestemme, sottolinea che «Attraverso la Island-Ocean Connection Challenge speriamo che Kamaka diventi una roccaforte per gli uccelli marini, incluso l’uccello delle tempeste della Polinesia minacciato di estinzione. Questi uccelli prosperano nelle isole vicine rat-free, il che avvantaggia le barriere coralline e l’oceano circostanti».
Late Island, Tonga nel gruppo di isole Vava’u del Pacifico sud-occidentale ha alcune delle foreste insulari di latifoglie autoctone più intatte e a elevata biodiversità del mondo e ospita grandi popolazioni di molti uccelli e rettili di Tonga. A Late vivono due uccelli che non si trovano in nessun’altra parte del mondo: il Tongan whistler e la colomba di terra tongana. Anche a Late i roditori invasivi stanno divorando le uova di uccelli e rettili autoctoni, così come i loro piccoli, e stanno diffondendo piante invasive che sostituiscono la foresta nativa. La rimozione di ratti invasivi da Late ridarà una casa sicura alla fauna selvatica autoctona e potrebbe consentire una futura traslocazione del megapodio delle Tonga in via di estinzione.
Secondo Richard Griffiths, South and West Pacific program manager di Island Conservation, «Eradicare i ratti da Late è un passo avanti enorme per Tonga e il Pacifico. Il progetto non solo fornirà sicurezza a una parte significativa della biodiversità rimanente di Tonga, ma migliorerà la produttività delle barriere coralline che sono una risorsa importante per le comunità di Vava’u».
L’atollo di Midway, Stati Uniti, è costituito da tre piccole isole nascoste all’estremità delle isole hawaiane nordoccidentali. L’atollo ospita la più grande colonia di albatros del mondo, centinaia di migliaia di procellarie delle isole Bonin e i germaio di Laysan in pericolo di estinzione. Intorno all’atollo c’è una ricca barriera corallina che ospita oltre 250 specie di pesci, 29 specie di coralli e moltissime specie di invertebrati. I ratti carnivori invasivi sull’isola stanno attaccando gli albatros autoctoni che non hanno la risposta evolutiva necessaria per fermare questi predatori.
Wes Jolley, capo delle operazioni per gli Usa di Island Conservation, spiega che «Il progetto Midway Seabird Protection mira a ripristinare l’atollo fermando definitivamente i danni noti e sconosciuti causati dai ratti invasivi, ponendo le basi per un ulteriore recupero a lungo termine e stabilendo che le intere isole hawaiane nordoccidentali siano libere da roditori invasivi».
L’isola di Ngerkeklau, a Palau è una bellissima riserva naturale di dello Stato gestita dalla Ebiil Society. Le mangrovie incontaminate, le foreste e le splendide spiagge di Ngerkeklau forniscono l’habitat a specie di uccelli palauani unici, tra cui il Megapode di Palau. Ngerkeklau vanta anche una ricca varietà di specie “connettrici” – come la tartaruga marina embricata e diversi uccelli marini – che frequentano sia sulla terraferma che il mare e contribuiscono in modo significativo all’ecosistema isola-oceano. Sfortunatamente, il Megapode e la tartaruga marina embricata sono vulnerabili ai predatori come i ratti invasivi. Queste specie distruttive degradano e distruggono anche l’ecosistema nel suo insieme riducendo la biodiversità e facendo saltare l’equilibrio naturale dell’isola.
Ma la direttrice esecutiva della Ebiil Society, Ann Singeo, fa notare che «A quasi un anno dall’eradicazione dei roditori su Ngerkeklau, abbiamo visto una crescita esponenziale delle piante e una natura rigogliosa che non avevamo mai visto prima, compresi i granchi».
Il Sonsorol State di Palau comprende 4 isole – Sonsorol, Fanna, Merir e Pulo Anna – che si trovano a circa 200 miglia a sud-ovest delle isole principali di Palau e che mostrano forti legami terra-mare, con diverse comunità di uccelli marini e granchi terrestri e sono circondate da maestose barriere coralline. I ratti invasivi hanno ridotto le popolazioni di uccelli marini, riducendo significativamente i tassi di deposizione di nutrienti, il che, a sua volta, limita la produttività delle barriere coralline circostanti. Gli impatti delle specie invasive, aggravati dai cambiamenti climatici, hanno fatto diminuire una comunità umana un tempo fiorente e dipendente dalle risorse naturali. Oggi a Sonsorol rimane solo una piccola popolazione.
Nicholas Aquino, governatore dello Stato di Sonsorol, descrive cosa è successo: «I ratti hanno infestato le nostre piante, inclusa la tuba. Minacciano la nostra sicurezza alimentare e diffondono malattie. La comunità ha voluto, ha chiesto a gran voce che questo tipo di progetto si realizzasse. Trarremo sicuramente beneficio dal ripristino di Sonsorol».
L’atollo di Tetiaroa, nella Polinesia francese, sorge nell’Oceano Pacifico a soli 56 chilometri da Tahiti, è composto da 12 isolotti o motu. Gli isolotti ospitano habitat di nidificazione essenziali per gli uccelli marini della Polinesia francese e molte specie di fauna selvatica come le tartarughe marine verdi, i granchi del cocco, altri invertebrati autoctoni e specie di uccelli endemiche in via di estinzione come la tortora polinesiana e il piro-piro delle Tuamotu. Oltre alle foreste tropicali e alle paradisiache spiagge sabbiose, a Tetiaroa si trova uno degli ecosistemi di barriera corallina più appartati e quasi incontaminati del mondo. I ratti invasivi minacciano gli animali e le piante autoctoni dell’atollo, con un impatto negativo sulle popolazioni ittiche circostanti, sul plancton e su innumerevoli altre specie marine.
Stan Rowland, presidente del consiglio di amministrazione della Tetiaroa Society, evidenzia che «Il nostro ecosistema vulnerabile non può funzionare con le persistenti minacce di animali invasivi. Quando la fauna e la flora terrestri vengono ripristinate, hanno un impatto profondamente positivo sugli ecosistemi collegati. Siamo entusiasti di facilitare lo studio degli ecosistemi collegati e di come interventi mirati possano portare a una quantità straordinaria di cambiamenti positivi, che vanno al di là di una singola isola».
Ulong Island, Palau, si trova a 24 chilometri a ovest di Koror nelle iconiche Rock Islands. Oltre ad avere un’antica storia culturale, Ulong ospita innumerevoli animali, piante e organismi che dipendono dalla fitta e fragile rete dell’ecosistema insulare. Sfortunatamente, le specie invasive stanno sconvolgendo l’equilibrio di Ulong e decimando quella che una volta era l’enorme abbondanza di uccelli marini che vi prosperavano. Sono stati colpiti anche rari uccelli che vivono nelle foreste locali come il megapode di Palauan e la tortora di Palauan, ma anche lumache, granchi e tartarughe, con un effetto a cascata sulle barriere coralline e la vita marina.
Tutii Chilton, responsabile del Micronesian Program di Island Conservation, ricorda che «Abbiamo visto in prima persona gli incredibili vantaggi che l’eradicazione delle specie invasive ha avuto a Palau. Ulong può servire da modello per interventi simili nella regione. Ne trarranno beneficio sia la fauna selvatica autoctona che le nostre comunità».
L’IOCC, lanciato nell’aprile 2022 nell’aprile 2022 alla conferenza Our Ocean a Palau, per iniziativa delle repubbliche di Panama e Palau, ha visto tra i suoi primisostenitori la David and Lucile Packard Foundation, Oceankind , Cookson Adventures, la Leo Model Foundation e la North Equity Foundation. Da allora, la campagna ha accolto nuovi partner e sostenitori, tra il quali i governi di Repubblica Dominicana, Cile, Ecuador, Isole Marshall e American Bird Conservancy, Ebiil Society, Tetiaroa Society,Global Island Partnership (GLISPA), Secretariat of the Pacific Regional Environment Programme (SPREP), Société d’Ornithologie de Polynésie.Danny Faure Foundation, Marisla Foundation, Oceans Finance Company e molti altri. ;L’IOCC vuole dare il via a una nuova era della conservazione incentrata sul ripristino olistico a beneficio della fauna selvatica, degli oceani e delle comunità. Una sfida mira a ripristinare 40 ecosistemi insulari-oceani di importanza mondiale entro il 2030.
Penny Becker, vicepresidente di Island Conservation, conclude: «I primi 8 ecosistemi oceanici insulari selezionati per l’IOCC ospitano alcuni degli ecosistemi più ricchi di biodiversità e minacciati del pianeta. Il ripristino e il rewilding di questi ecosistemi isola-oceano avranno risultati eccezionali per la fauna selvatica autoctona, l’ambiente marino circostante e le comunità locali dipendenti da queste risorse naturali, fungendo da modello per altri ecosistemi isola-oceano».