Recovery plan italiano e biodiversità, Lipu e BirdLife Europa: numerose violazioni delle regole e dei principi Ue

Lettera e dossier alla Commissione Ue: l’Italia investe lo 0,51% dei fondi sulla natura, 10 volte meno della Spagna

[4 Maggio 2021]

Secondo il dossier “Recovery Plan: un Piano “grigio” che dimentica la Natura italiana” di Lipu-BirdLife Italia e BirdLife Europa, «Il Piano nazionale di ripresa e resilienza inviato dal Governo Draghi alla Commissione europea ha “dimenticato” la natura italiana».

Il dossier, che presenta i  punti più critici del Pnrr italiano e alcune proposte correttive è accompagnato  e inviata alla Commissione europea nella quale gli ambientalisti denunciano «La scarsità di interventi a favore della biodiversità italiana, in contrasto con quanto stabilito dal Recovery Plan».

La Lipu evidenzia che «Se la cifra generale stanziata per la transizione ecologica non raggiunge il 37% dei fondi complessivi, richiesto come quota minima dal Regolamento europeo, l’investimento per la biodiversità si ferma a 1,19 miliardi su 231 complessivi, corrispondenti allo 0,51%. Tali fondi sono destinati alla rinaturalizzazione del Po (360 milioni), alla digitalizzazione dei parchi (100 milioni), a interventi sui sistemi marini e costieri (400 milioni) e alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (330 milioni). La Spagna, per fare un esempio, su 69,528 miliardi totali dedica alle opere di conservazione e restauro di ecosistemi e biodiversità 1,642 miliardi, cui vanno ad aggiungersi 2,091 miliardi destinati a interventi su tutela delle coste e le risorse idriche, per un totale di 3,733 miliardi, pari al 5,37% delle risorse complessive. Proporzionalmente, una quota oltre 10 volte superiore a quella italiana e peraltro ben mirata su azioni fortemente strategiche».

Lipu e BirdLife Europa denunciano che «Il Piano italiano è del tutto disallineato dalla Strategia europea sulla biodiversità per il 2030, che richiede azioni precise su ecosistemi, specie, agroecologia, estensione delle aree protette, completamento e gestione della rete Natura 2000, stop al consumo di suolo e altro ancora. Anzi il Piano paventa il rischio di una nuova artificializzazione del territorio favorita dal Decreto Semplificazioni».

Le proposte che Lipu e BirdLife Europa hanno avanzato alla Commissione europea si concentrano proprio su questi temi e riguardano: «L’aumento almeno al 2,5% del budget destinato a progetti mirati per biodiversità, specie e habitat e ai siti della rete Natura 2000; un’ampia opera di ristrutturazione degli ecosistemi danneggiati, a partire dalle zone umide; la necessità di chiarire che il Decreto Semplificazioni non si applichi alle normative e procedure di tutela ambientale. Inoltre, che gli impianti di energia rinnovabile, sia eolici che fotovoltaici, rientrino in una programmazione rispettosa di biodiversità e paesaggio e che il principio del “non arrecare danni significativi all’ambiente”, fondamentale per l’utilizzo dei fondi europei, rappresenti la premessa per ogni progetto infrastrutturale attivato».

Ariel Brunner, capo delle Politiche di BirdLife Europa e Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu-BirdLife Italia, concludono: «Il Recovery plan italiano contiene numerose violazioni sostanziali e formali delle regole e dei principi europei ma soprattutto rappresenta, qualora non corretto, una clamorosa occasione persa per dare risposte concrete e rapide alla Strategia europea sulla biodiversità. Per questo è essenziale che la Commissione europea intervenga chiedendo di correggere il Piano, per coerenza con la centralità data da Bruxelles alla natura europea e per rendere davvero verde un Piano che oggi tende molto più al grigio».