A tutto gas, ma nella direzione sbagliata. Il 12 febbraio mobilitazione contro le bufale fossili e nucleari

44 associazioni, comitati e movimenti: «Al Governo chiediamo più serietà e concretezza nell’affrontare la crisi climatica. Decuplicare la velocità di sviluppo delle fonti rinnovabili»

[10 Febbraio 2022]

44 associazioni, comitati e organizzazioni annunciano una grande mobilitazione territoriale e di piazza per sabato 12 febbraio che toccherà oltre 20 città come ad esempio Civitavecchia, Ravenna, La Spezia, Napoli, Presenzano, Falconara, Fusina, Brindisi, Venezia, Firenze, Potenza, Pescara, Portoscuso/Portovesme, solo per citarne alcune, unite nel messaggio “A tutto gas. Ma nella direzione sbagliata. Contro le bufale fossili e nucleari”. 

Nell’appello inviato al Governo draghi i promotori della manifestazione scrivono: «Il cambiamento climatico continua la sua inarrestabile corsa e il limite di 1,5° C è sempre più vicino. Continuando con le attuali politiche globali si avrà un aumento delle temperature fino a circa 2,7° C, di molto oltre gli obiettivi fissati negli Accordi di Parigi. Non possiamo perdere altro tempo. In questo contesto il Ministero della Transizione Ecologica, secondo il Sole24ore, sta valutando interventi legati a circa 50 centrali a gas fossile per 20.000 MW di nuova potenza distribuita, parte di un piano da 30 miliardi di euro fatto di più di 115 interventi infrastrutturali del gas fossile. Oltre a rispolverare pericolose e velleitarie ricette come il nucleare. L’Italia sta sbagliando strada. Per uscire dal carbone, il nostro Paese non ha bisogno né di nuove centrali a gas fossile né del nucleare, ma di accelerare lo sviluppo delle fonti rinnovabili».

I promotori delle manifestazioni ricordano che «Il gas fossile viene descritto come l’unica opzione praticabile per affrontare il cambiamento climatico, quando in realtà è una risorsa altamente climalterante la cui dipendenza la stiamo pagando a caro prezzo nelle nostre bol Dlette. L’Italia importa il 94% del gas naturale che utilizza e ciò porta ad un’eccessiva dipendenza dal contesto internazionale e una conseguente vulnerabilità, assolutamente non mitigabile da eventuali nuove estrazioni dalle irrisorie riserve nazionali, che non si avrebbe se investissimo nelle rinnovabili. L’aumento dei costi in bolletta è da considerarsi, infatti, come diretta conseguenza proprio di questa politica di dipendenza dal gas fossile indipendentemente dalla sua provenienza e non è imputabile alla necessaria transizione ecologica».

Le 44 organizzazioni hanno sottoscritto un manifesto nel quale spiegano le loro motivazioni e  chiedono al  Governo Draghi: «Di assumere seriamente l’emergenza climatica come prioritaria nelle agende politiche e di trattarla al pari di altre emergenze, mettendo da subito in campo azioni di sviluppo di fonti rinnovabili, accumuli, valorizzazione dei pompaggi esistenti e di investimento nelle reti smart; Di avviare un piano di phase-out dal gas fossile allo stesso modo di come si è fatto per il carbone; Di aggiornare il Piano Nazionale integrato Energia e Clima entro 3 mesi, in linea con le indicazioni della comunitá scientifica per evitare l’innalzamento della temperatura globale di 1.5° C rispetto al periodo preindustriale, e di costruire un piano per una reale transizione ecologica da qui al 2050 definendo chiaramente tappe, obiettivi, strumenti e mezzi e considerando, da subito, il gas fossile come fonte energetica residuale, stabilendo l’obiettivo di uscita definitiva al 2040 e escludendo false soluzioni come il CCS e il nucleare e nuove autorizzazioni per estrazioni, stoccaggio, gasdotti e centrali legati al gas; Di semplificare la normativa ed agire per rendere possibile ogni anno l’installazione in Italia di 9 GW di nuova potenza da fonti rinnovabili, fatte bene; Di stimolare, con urgenza, le Regioni e le Amministrazioni comunali a sviluppare politiche finalizzate a favorire la realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili, a cominciare dalle aree SIN in cui ad oggi si verificano spesso impedimenti legati ad esempio all’assenza di analisi di rischio; Di adottare strumenti e azioni, come quelli delle comunità energetiche, efficientamento dell’edilizia popolare, risparmio energetico, mobilità sostenibile e riassetto e rinaturalizzazione del territorio secondo un principio di giustizia sociale proprio con l’obiettivo di combattere le diseguaglianze sociali e con esse il crescente problema dell’energy poverty (anche attraverso una revisione dei sistemi di incentivazione), trasformando la crisi climatica in opportunità; Di sviluppare un piano che preveda entro il 2025 l’eliminazione e la rimodulazione dei sussidi fonti fossili, come il Capacity Market, mantenendo gli incentivi alle energie rinnovabili e chiedendo contributi di solidarietà alle grandi imprese energetiche che oggi ricavano crescenti utili, con l’intento di contrastare il caro bollette; Di esprimere in sede Ue e in particolare nel Parlamento Europeo una netta contrarietà all’introduzione di gas e nucleare tra le fonti verdi».

Il Manifesto “A tutto gas, ma nella direzione sbagliata. Contro le bufale fossili e nucleari” è stato sottoscritto da: A Sud; Assemblea Ecologista; Associazione agricoltori Antica Rufrae Presenzano; Associazione ambientalista Eugenio Rosmann; Associazione Comitato di Rione “ENEL” Monfalcone; Assotziu Consumadoris Sardigna; AIACeNA Associazione Interprovinciale Apicoltori Casertani e Napoletani;  Benkadì APS; Città Futura; Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”; Comitato Milanese Acquapubblica; Comitato SOLE Civitavecchia; Comitato Stop Veleni Augusta-Priolo-Melilli-Siracusa; Rete dei Comitati Territoriali Siciliani; Disarmisti Esigenti; Earth Day Italia; Ecolobby; Ecomapuche;  EkoŠtandrež; Extinction Rebellion Palermo; Fridays For Future; Forum Ambientalista AdV;  Greenpeace Italia; ISDE Italia – Sezione Sardegna e Lazio; Il Paese che Vorrei; Laudato Sì, alleanza per il clima, la cura della terra, la giustizia sociale; Legambiente; Mamme per la Salute e l’Ambiente ODV di Venafro; Movimento aretuseo per il lavoro la sicurezza e le bonifiche; AmbientiAMOciaSIRACUSA; No al Fossile Civitavecchia; NOplanetB APS; Osservatorio sulla Transizione Ecologica – PNRR; Rete degli Studenti; Rete dei Comitati Territoriali Italiani; Rete della Conoscenza (Unione degli Studenti e Link); Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia Romagna; Rete per la rinascita dell’Area Enel della Spezia, Si Rinnovabili No Nucleare (Oltre il Nucleare); Rete delle Mamme da Nord a Sud; Unione degli Universitari; UP – Su la testa!; WILPF Italia; Wwf Italia.