Cingolani riceve i giovani di Extinction Rebellion, ma il dialogo non c’è

Blitz di Scientists Rebellion in Regione Piemonte: tre ricercatori affiggono l’ultimo rapporto IPCC

[17 Febbraio 2022]

Ieri, il ministro della Transizione Ecologica (MiTE) Roberto Cingolani ha accettato di incontrare a porte chiuse con dei rappresentanti di Extinction Rebellion Italia/ Ultima Generazione (Laura, Peter e Neal) e in un comunicato il MiTe sottolinea che «Dopo le scuse ai lavoratori e all’istituzione, ha accettato di ricevere alcuni attivisti di Extinction Rebellion, due dei quali in sciopero della fame da nove giorni. Ai ragazzi il ministro ha assicurato che il governo italiano ha come priorità quella di una transizione equa sul fronte ambientale e sociale, come dimostrano anche gli impegni assunti in ambito internazionale, e ha ribadito di essere al lavoro in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici. Il ministro ha dato ai giovani la disponibilità per un ulteriore incontro in futuro, ma sempre sulla base di un dialogo civile e non violento, in contrasto con quanto successo l’1 e 2 febbraio, quando gli attivisti di XR, dopo essersi introdotti al MiTE con la forza, avevano spaventato i lavoratori presenti e causato danni all’esterno e all’interno dell’edificio».

Cingolani ha auspicato «Un confronto basato su dati riconosciuti dalla comunità scientifica, fermo restando che è il Parlamento il luogo in cui siedono i rappresentanti dei cittadini, viene portato avanti il dibattito democratico e si decide a maggioranza». Poi è andato al Consiglio dei ministri e ha approvato nuove trivellazioni e estrazione di gas in Italia…

Gli attivisti di Extinction Rebellion danno un’altra versione dell’incontro con Cingolani, sottolineando che il ministro non ha accettato la richiesta degli attivisti in sciopero della fame da 9 giorni e che all’incontro avvenuto in privato al ministero era vietato fare qualsiasi registrazione e portare telefoni. Per gli attivisti di Extinction Rebellion Italia, «Lo scambio con Cingolani si è risolto con uno scaricabarile: il Ministro ha detto che non spetta a lui decidere in quanto sottoposto di Draghi, presidente del consiglio. Per questo Ultima Generazione continuerà con lo sciopero della fame a oltranza, chiedendo un incontro pubblico per parlare di crisi ecoclimatica in primis a Draghi e poi ai suoi colleghi Carfagna, Giorgetti, Orlando, Patuanelli e anche Cingolani».

Laura riferisce di un clima molto teso: «Il ministro mi ha definito una ragazzina con manie di gigantismo ipertrofico perché ho osato dettare la sua agenda in quanto ministro. Ci tengo inoltre a riportare l’atmosfera dell’incontro: ho trovato davanti a me una persona molto nervosa, molto arrabbiata e molto in crisi, segno che il fatto che stiamo portando avanti questo sciopero è estremamente scomodo per lui».

Al presidio davanti al MiTE si è unita anche Carmen, di Legambiente, che ha dichiarato: «Anche io appartengo all’ultima generazione, per questo sono qui a supportare i cittadini e le cittadine che vogliono denunciare l’inazione del governo. Facciamo appello alla cittadinanza per avere il supporto di tutti e di tutte».

Peter ha concluso: «Che queste persone si siano unite a noi ci dà forza ne abbiamo davvero bisogno».

Intanto, Extinction Rebellion è entrata in azione anche in Piemonte: a meno di una settimana dal Consiglio Regionale aperto del Piemonte sullo stato di emergenza ecoclimatica, tre dottorandi di ricerca del Politecnico e dell’Università degli Studi di Torino hanno incollato l’ultimo report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) sulle vetrate degli uffici dell’assessorato all’ambiente della Regione Piemonte e hanno spiegato che il loro obiettivo «E’ quello di richiamare la giunta regionale alle proprie responsabilità e chiedere agli stessi funzionari che hanno scritto la Strategia Regionale sui cambiamenti climatici, completamente ignorata dall’attuale giunta regionale, di prendere posizione pubblicamente».

Dopo aver consegnato alla portineria della Regione una copia del report IPCC indirizzata all’assessore all’ambiente. il leghista Matteo Marnati, i tre ricercatori in can mice bianco hanno iniziato a incollare le pagine del rapporto su tutte le vetrate del palazzo. Poi si sono seduti in terra, aspettando l’arrivo delle forze dell’ordine e reggendo un cartello che faceva riferimento al film “Don’t Look Up” con su scritto: “Ogni film di fantascienza comincia con il governo che non ascolta gli scienziati”,.
Un’iniziativa che riprende quelle attuate da altri scienziati in diverse parti del mondo, in particolare da Scientists Rebellion, una community di scienziati dentro Extinction Rebellion, nata per sottolineare come sia ormai necessario e non più procrastinabile ascoltare la scienza e come sia un dovere degli scienziati prendere posizione: «Se nemmeno noi scienziati abbiamo un comportamento coerente con questa situazione di emergenza, come possiamo pretendere che lo faccia la gente?»
Caroline Vincent, una delle scienziate più attive di Scientists Rebellion, ha dichiarato a Nature: «Molti accademici non si espongono perché temono la disapprovazione dei colleghi e perché sono formati per comunicare in maniera distaccata. A loro dico: non ci saranno docenze universitarie su un pianeta morto, tutte le nostre speranze per il futuro sono appese a un filo, a meno di avere comportamenti emergenziali nei prossimi pochi anni».
Tornando al blitz di Torino, con questo atto simbolico il gruppo locale di Extinction Rebellion «Vuole ancora una volta richiamare la giunta regionale alle proprie responsabilità, a pochi giorni dal Consiglio Regionale aperto ottenuto grazie ad uno sciopero della fame durato otto giorni di Ruggero Reina, attivista del movimento». Intanto i tre ricercatori invitano tutti coloro che si occupano di scienza e ricerca nelle Università piemontesi e in altre istituzioni a «Prendere parola e ad unirsi a Extinction Rebellion con azioni di disobbedienza civile nonviolenta. È tempo che chi è stato eletto per tutelare la cittadinanza prenda sul serio la gravità dei fatti riportati dalla scienza e inizi a trattare la crisi climatica come tale, mettendo in campo tutte le misure necessarie».