Un Parlamento europeo frammentato riuscirà a trovare l’unità sul clima?
Quanto ha contato l’emergenza climatica nelle elezioni europee?
I Verdi: Saremo un forte e chiaro antidoto contro tutte le forze nazionaliste e di estrema destra. Unità con le altre forze progressiste contro chi cerca di seminare paura e divisione
[27 Maggio 2019]
Anche se in queste elezioni le forze antieuropee della neodestra che propugnano un evidente o strisciante scetticismo/negazionismo climatico (come la Lega) hanno ottenuto buoni risultati in Paesi come l’Italia, il Regno Unito, la Francia e l’Ungheria, in molti sottolineano che i cambiamenti climatici siano si sono imposti – anche per gli scioperi per il clima dei ragazzi e ragazze europei – come un tema determinante delle elezioni e ci si chiede come le forze politiche presenti nell’Europarlamento risponderanno alla crisi climatica.
Wendel Trio, direttore di Climate Action Network (Can) Europe, sottolinea che «I cittadini europei si aspettano che l’Ue agisca sul cambiamento climatico. Ora abbiamo bisogno di una vasta alleanza di partiti politici, compresi liberali e conservatori, che riconoscano l’emergenza climatica e l’urgenza di agire. Questo inizia con l’assicurare che le politiche e gli obiettivi climatici dell’UE siano in linea con l’impegno dell’Accordo di Parigi per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 ° C e proteggere i cittadini europei dagli impatti climatici devastanti».
Una delle principali artefici dell’Accordo di Parigi, Laurence Tubiana, amministratrice dell’European Climate Foundation, è convinta che «Il clima è la questione che ha definito queste elezioni e ora la gente, i politici, i partiti e le istituzioni a tutti i livelli, da quello locale a quello europeo, hanno bisogno di sedersi e prenderne atto. La risposta alla crisi climatica è ora in cima all’agenda pubblica dell’Europa. Dobbiamo agire, e dobbiamo agire ora. I governi, l’industria, tutti devono recuperare il ritardo e raggiungere i nostri giovani, riconoscere che siamo ad un punto di crisi e agire subito».
Ma il quadro politico del Parlamento europeo è terremotato, con il Partito popolare europeo e i Socialisti & Democratici che perdono seggi e voti, i liberali che avanzano in molti Paesi e i Verdi che segnano risultati sopra il 10% nell’Europa centro-settentrionale e diventano la quarta forza con 68 seggi e i veri vincitori delle elezioni, sfondando in Germania dove sono solidamente il secondo partito dopo aver inanellato una serie ininterrotta (e crescente) di successi nelle elezioni nazionali e nel Lander.
Inoltre, nonostante il tema sia stato quasi completamente ignorato nella campagna elettorale italiana, quasi la metà degli elettori europei ha citato il clima come motivo principale per il loro voto e dove i Verdi hanno avuto buoni risultati (Olanda, Belgio, Lussemburgo, Francia, Irlanda, Paesi scandinavi, Austria, Croazia e Regno Unito) sono stati votati in massa dai giovani.
Thomas Pellerin-Carlin, a capo del Jacques Delors Energy Center, conferma: «Il cambiamento climatico è stata una delle principali preoccupazioni dei cittadini dell’Ue che sono andati a votare. E questo si è riflettuto nei risultati. Progressi nei Paesi Bassi, Danimarca, Irlanda, Francia e Germania: c’è stata chiaramente un’onda verde in Europa ieri».
Ma c’è un problema: come dimostrato dalla classifica dei gruppi politici e dei partiti nazionali dell’UE pubblicata dal Can Europa ad aprile, i partiti conservatori europeisti hanno troppo a lungo ignorato la necessità di affrontare i cambiamenti climatici. Can ricorda che «All’inizio di questo mese un’ampia coalizione che rappresentava centinaia di città, regioni, imprese, gruppi giovanili e religiosi e organizzazioni della società civile ha invitato tutti i nuovi deputati, la nuova Commissione europea e tutti i governi dell’Ue ad aumentare notevolmente l’azione dell’Ue per combattere i cambiamenti climatici. Gli stakeholders hanno sviluppato un progetto congiunto – un invito all’azione per il clima – con 5 richieste per limitare l’aumento della temperatura a 1,5° C.
Intanto i Verdi Europei si godono la vittoria: Ska Keller, presidente del gruppo Versi/ALE e co-candidata a presidente della Commissione Ue per l’European Green Party, ha commentato: «”L’Onda verde ha investito l’Europa. Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno votato per il cambiamento e l’azione climatica. Paesi come la Germania, la Francia, l’Irlanda, la Danimarca, la Finlandia e l’Austria svolgeranno un ruolo sempre più importante nel plasmare il dibattito politico in tutta Europa nei prossimi anni: questa fiducia che ci viene data dagli elettori è sia un compito che una responsabilità per spingerci ad agire per politiche verdi».
Bas Eickhout, vicepresidente del gruppo Verdi/ALE e co-candidato per il Partito verde europeo, a presidente della Commissione Ue aggiunge: «L’Onda verde di Tonight ci dà il mandato e il dovere di guidare il cambiamento in Europa: ogni nuova Commissione dovrebbe tenerne conto, poiché il nostro programma di protezione del clima, giustizia sociale e difesa dello stato di diritto e della democrazia ha dato ai Verdi questa importante vittoria. E’ tempo che l’Unione europea si impegni in un futuro sostenibile e inizi a prendersi cura dei suoi cittadini, questo deve essere al centro del programma del prossimo presidente della Commissione. Il gruppo Verdi/ALE è l’unica forza politica credibile in materia di azione climatica e porteremo la nostra voce al tavolo dei negoziati.
Il presidente del gruppo Verdi/ALE spiega quale sarà la loro strategia politica: «Nei prossimi giorni ci metteremo in contatto con i deputati progressisti eletti recentemente e con movimenti che non sono ancora affiliati a nessun gruppo del Parlamento europeo per sfruttare il successo delle elezioni e per discutere della cooperazione futura. Saremo un forte e chiaro antidoto contro tutte le forze nazionaliste e di estrema destra in Parlamento e invitiamo altre forze progressiste a stare fianco a fianco contro coloro che cercano di seminare paura e divisione. La difesa dello stato di diritto rimane al centro della nostra attenzione. non ci sarà spazio per la corruzione, i conflitti di interesse o la limitazione della libertà di stampa nell’Ue».