Wwf: il clima deve essere al centro dell’azione dell’Europa
Le richieste ai leader dell’Ue che devono decidere l’obiettivo sui gas serra
[9 Dicembre 2020]
Domani il leader dell’Unione europea si riuniranno per discutere dell’aumento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra Ue per il 2030, che attualmente è «almeno del 40%» e il Wwf ricorda loro che «La scienza è chiara: solo una riduzione delle emissioni del 65% è in linea con la limitazione del riscaldamento globale a + 1,5° C. Tuttavia, la Commissione Ue ha proposto un obiettivo “netto” di riduzione delle emissioni del 55%. L’aggiunta di “netto” all’obiettivo significa che includerebbe l’assorbimento naturale del carbonio (foreste, terreni agricoli, ecc.) e renderebbe la riduzione effettiva delle emissioni più simile al 50-52%. Nel suo recente voto sulla legge climatica dell’Ue, il Parlamento Europeo è stato più coraggioso, sostenendo una riduzione delle emissioni del 60%».
Secondo il Panda, «Questa è l’ultima possibilità per l’Ue di finalizzare il suo nuovo obiettivo prima della scadenza per la presentazione di un piano climatico aggiornato (“Contributo determinato a livello nazionale” o NDC) all’Onu, come concordato nell’accordo sul clima di Parigi del 2015.
A livello globale, l’azione per il clima sta prendendo sempre più piede. Negli ultimi mesi e settimane, paesi come Cina, Giappone e Corea del Sud si sono impegnati per la neutralità climatica e molti, dal Cile al Ruanda alla Nuova Zelanda, hanno già presentato i loro NDC aggiornati. Più di recente, il Regno Unito si è impegnato a raggiungere un obiettivo di riduzione delle emissioni del 68% per il 2030. Con il rapido peggioramento degli impatti climatici in tutto il mondo, l’UE non deve indugiare».
Il Wwf conferma il suo giudizio positivo sull’European Geen Deal perché «Mira a ricucire l’economia europea per un futuro sostenibile e neutro dal punto di vista climatico». Ma ritiene che ci sia bisogno di »una politica climatica, basata sulla scienza e socialmente equa, come forza motrice per arrivare a questo obiettivo. In termini pratici, questo significa che i leader dell’Ue questa settimana devono impegnarsi a raggiungere un obiettivo di riduzione delle emissioni davvero ambizioso – non un obiettivo ‘netto’ – e chiudere la porta ai finanziamenti Ue per i combustibili fossili, fornendo al contempo sostegno alle regioni per soluzioni rinnovabili».
Il Wwf chiede ai capi di Stato e di governo dell’Ue di «Dimostrare la propria leadership in materia di clima e sostenere una riduzione delle emissioni di almeno il 65% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, in linea con le indicazioni della comunità scientifica per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5° C. Rifiutare l’idea di introdurre nell’NDC europeo il concetto di obiettivo “netto” di riduzione delle emissioni, cioè usare scappatoie e compensazioni. Sulla base della valutazione d’impatto della stessa Commissione Ue, la proposta di una riduzione netta del 55% significherebbe una riduzione delle emissioni reali di appena il 50,5% – 52,8%, a seconda del valore dato ai pozzi di assorbimento del carbonio Ue. Aggiungerebbe inoltre una notevole incertezza, facendo sì che l’UE e gli Stati membri si affidino a livelli di assorbimento altamente incerti che non possono essere considerati intercambiabili con le riduzioni delle emissioni e che devono essere affrontati separatamente; Evitare di dare alcun sostegno, per motivi di “neutralità tecnologica”, al gas fossile o al nucleare, nessuno dei quali ha nulla a che fare con l’urgente riduzione delle emissioni necessaria nel prossimo decennio».