Adidas farà scarpe e abbigliamento sportivo con i rifiuti di plastica marini
Presentato anche il 2014 Sustainability Progress Report. Aumenta il cotone sostenibile
[21 Aprile 2015]
Adidas Group ha annunciato una partnership con Parley for the Oceans, un’iniziativa dedicata alla sensibilizzazione sulla bellezza e la fragilità degli oceani e di collaborazione su progetti che possono mettere fine alla loro distruzione.
Un comunicato della multinazionale dell’abbigliamento sportivo spiega che «Adidas Group e Parley for the Oceans attueranno un programma di partnership di lungo periodo che si basa su tre pilastri: comunicazione ed educazione, ricerca e innovazione, nonché azioni dirette contro l’inquinamento di plastica dell’oceano. La partnership è un esempio di approccio all’innovazione open-source dell’Adidas Group, dell’impegno con i partner, delle idee crowd-source per co-creare il futuro dell’industria. Tra l’altro, questa collaborazione accelererà la creazione di prodotti innovativi e l’integrazione nel 2016 di materiali prodotti con rifiuti oceanici di plastica nell’offerta di prodotti del marchio Adidas» .
Eric Liedtke, della direzione Adidas e responsabile global brands, ha sottolineato che «la salvaguardia degli oceani è una causa che mi sta molto a cuore, come a molti dipendenti dell’Adidas Group. Grazie alla collaborazione con Parley for the Oceans stiamo contribuendo a una grande causa ambientale. Collaboriamo nella creazione di tessuti fabbricati con rifiuti di plastica oceanica che integreremo nel nostro prodotto».
«I nostri oceani sono sul punto di crollare e non c’è molto tempo per girare attorno alla questione. Nessuno può risolvere da solo il problmea. Ognuno deve essere parte della soluzione. E “collaborazione” è la formula magica – ha detto Cyrill Gutsch, fondatore di Parley for the Oceans, Cyrill Gutsch – Siamo estremamente entusiasti di questa partnership. Non c’è nessun altro marchio che porti nel DNA la cultura della collaborazione come Adidas. Insieme, non ci concentreremo solo sulla creazione della prossima generazione di design concepts, tecnologie, materiali e prodotti. Ci sarà anche da coinvolgere consumatori, atleti, artisti, designer, attori, musicisti, scienziati e ambientalisti perche alzino la voce e contribuiscano con le loro competenze alla causa dell’oceano».
Adidas sembra aver compiuto un altro passo nella strada intrapresa per diventare una multinazionale più sostenibile e “green”, con buone performances nel campo della sostenibilità dei prodotti. Adidas ha annunciato la partnership con Parley for the Oceans insieme alla presentazione del suo 2014 Sustainability Progress Report , dal quale emerge che il 30% del cotone utilizzato l’anno scorso dalla multinazionale l’anno scorso era proveniente da fonti sostenibili, il 5% in più dell’obiettivo che si era prefissata. Entro quest’anno il cotone sostenibile dovrebbe rappresentare il 40% delle forniture, per arrivare al 100% entro il 2018.
Nel 2014 la multinazionale ha portato la sostenibilità nei suoi negozi introducendo il primo “green”’ retail concept nello store HomeCourt a Norimberga, in Germania, gestito da un sistema di controllo intelligente che ottimizza automaticamente riscaldamento, raffreddamento e ventilazione, ed è completamente attrezzato con luci a LED ed altri dispositivi a basso consumo energetico , per ridurre l’impronta di carbonio globale del negozio.
Ora la multinazionale dice che «la partnership con Parley for the Oceans ci ha già portato a rivedere alcune delle nostre pratiche di business. Impedire l’uso di sacchetti di plastica nei nostri negozi è un esempio primario di questo e della cosa giusta da fare». Anche se il problema, come dovrebbe essere ormai chiaro, non sta nella plastica in sé ma nella cattiva gestione (quando non basta la semplice inciviltà) di cui spesso è incolpevole protagonista a fine vita.
Adidas non è la prima azienda a guardare ai rifiuti marini di plastica come materiali di produzione innovativi. Nel 2014 la G-Star Raw denim ha collaborato con il produttore e musicista Pharrell Williams per lanciare una linea di jeans realizzati con tessuto filato dai rifiuti marini riciclati. Williams è il direttore creativo di Bionic Yarn, che crea tessuti utilizzando principalmente bottiglie di plastica, ed anche lui ha collaborato con Parley for the Oceans per realizzare il progetto Vortex, che recupera plastica marina per trasformarla in un filato che può essere utilizzato nella produzione di capi di abbigliamento per l’industria della moda.
Questi comportamenti virtuosi sono il frutto anche della pressione di associazioni ambientaliste e di una parte crescente di consumatori, i quali pretendono sempre di più che le grandi imprese diventino più sostenibili lungo tutta la catena di approvvigionamento e produttiva. Infatti, Adidas non è l’unica multinazionale a spostare la sua attenzione verso la sostenibilità dei materiali: secondo la Reuters, il retailer svedese H & M, il principale acquirente di cotone biologico al mondo, si è impegnato a triplicare entro la fine del 2015 la quantità di prodotti a base di fibre riciclate. A marzo, Eileen Fisher ha anche annunciato piani per cominciare approvvigionarsi solo di lino e cotone biologici e di puntare a diventare al 100% “sostenibile” entro il 2020.