Bambini, troppa chimica nei prodotti dei grandi marchi dell’abbigliamento
[14 Gennaio 2014]
Oggi Greenpeace Asia ha presentato a Pechino il rapporto “A little story about the monsters in your Closet” (nella versione in italiano “Piccoli mostri nell’armadio”) che rivela la presenza di sostanze chimiche pericolose in vestiti e calzature per bambini di 12 grandi marchi: Adidas, American Apparel, Burberry, C & A, Disney, GAP, H &M, LI-Ning, Nike, Primark, Puma, Uni-qlo.
Greenpeace Asia spiega che sono stati testati 82 articoli per bambini acquistati tra maggio e giugno 2013 in 25 Paesi del mondo in negozi monomarca o da altri rivenditori autorizzati. Gli articoli sono risultati prodotti in 12 Paesi. Poi i prodotti sono stati inviati ai laboratori di Greenpeace all’Università di Exeter in Gran Bretagna, da dove sono stati smistati a laboratori indipendenti accreditati. In tutti i campioni è stata ricercata la presenza dei nonilfenoli etossilati (Npe); alcuni prodotti sono stati analizzati anche per verificare la presenza di ftalati, composti organostannici e composti chimici perfluorurati (Pfc) o antimonio, nei casi in cui il tipo di prodotto giustificava ulteriori analisi. I test per rilevare l’antimonio sono stati condotti dai laboratori di Greenpeace presso l’Università di Exeter.
Quel che è emerso è abbastanza preoccupante: «I risultati mostrano che non vi è grande differenza tra le concentrazioni di sostanze chimiche nei vestiti per bambini – un gruppo che è più vulnerabile all’inquinamento – rispetto a quelle riscontrate nei vestiti per adulti che sono stati analizzati in precedenti analisi condotte dall’associazione».
Tutti i marchi testati hanno almeno un prodotto nel quale sono state rilevate sostanze chimiche pericolose. Greenpeace fa alcuni esempi: «Le concentrazioni di acido perfluorottanico (Pfoa), che in un costume Adidas erano molto più elevate del limite previsto da Adidas stessa nella sua lista di sostanze proibite, mentre una maglietta per bambini di Primark conteneva l’11% di ftalati. Alti livelli di nonilfenoli etossilati sono stati trovati invece in prodotti di Disney, American Apparel e Burberry». Gli ambientalisti sottolineano che Pfoa, ftalati e nonilfenoli etossilati sono interferenti endocrini, sostanze che, una volta rilasciate nell’ambiente, possono avere potenzialmente effetti dannosi sul sistema riproduttivo, ormonale o immunitario».
Secondo Chiara Campione, responsabile del progetto The Fashion Duel di Greenpeace Italia, si tratto di «Un vero incubo per i genitori che desiderino comprare vestiti che non contengano sostanze chimiche pericolose. Questi piccoli mostri chimici li troviamo ovunque, dai vestiti di lusso a quelli più economici, e stanno contaminando i nostri fiumi da Roma a Pechino. Le alternative per fortuna ci sono e per questo l’industria dovrebbe smettere di usare i piccoli mostri, per il bene dei nostri bambini e delle future generazioni. Grazie alla pressione dei genitori e dei consumatori in tutto il mondo, alcuni dei maggiori marchi hanno già aderito all’impegno Detox che abbiamo proposto loro, e molti di loro hanno già iniziato un percorso orientato alla trasparenza e all’eliminazione delle sostanze tossiche dalla loro filiera, ma non basta».
La Cina è ancora il maggior produttore al mondo di tessile e Greenpeace chiede al governo di Pechino di bandire le sostanze pericolose dall’industria: «È importante che il governo pubblichi una lista nera di sostanze da eliminare e chieda alle imprese di agire immediatamente rendendo pubbliche le informazioni sulle sostanze impiegate, per facilitare un processo di trasparenza e pulizia dell’intera filiera».
Alle imprese l’associazione ambientalista chiede di «Riconoscere l’urgenza e di comportarsi da leader sulla scena globale, impegnandosi a non rilasciare sostanze chimiche pericolose entro il 1 gennaio 2020». Dal lancio della campagna di Greenpeace “Detox” nel luglio 2011, 18 importanti aziende del settore dell’abbigliamento: Benetton, C&A, Canepa, Coop Svizzera, Esprit,G-Star Raw, H&M, Inditex, Levi’s, Limited Brands, Mango, Marks & Spencer, Puma, Fast Retailing, Valentino, Adidas, Li-Ning, Nike.