TTIP e arbitrarti: quel che esce dalla porta rientra dalla finestra. La minaccia nascosta degli Ogm
Stop TTIP al governo: «Riaprire il negoziato con il Canada: è un cavallo di Troia»
[14 Luglio 2015]
Durante il dialogo pubblico sul meccanismo ISDS, l’approfondimento proposto dal Governo Italiano sulle proposte di recente formulate dalla Commissione Europea, sull’inserimento nell’accordo TTIP di un arbitrato per la risoluzione delle controversie fra investitori e Stati, al Viceministro allo sviluppo economico, Carlo Calenda, è stato consegnato un documento con la formale richiesta al Governo italiano «Come membro di diritto del Consiglio europeo, di far riaprire quanto prima il Capitolo Investimenti dell’accordo di libero scambio con il Canada (CETA), concluso nel settembre 2014 e in fase di revisione delle bozze, rendendolo coerente con i cambiamenti che verranno applicati nel parallelo negoziato sul TTIP»
La Campagna Stop TTIP Italia ha previsto per martedì 14 luglio una campagna di informazione e di sensibilizzazione sui rischi dell’ISDS nel CETA verso gli europarlamentari, e sarà presente a Bruxelles fino al 15 luglio per monitorare il nuovo ciclo negoziale sul TTIP previsto per i primi giorni di questa settimana e per partecipare all’incontro delle reti internazionali Stop TTIP in vista delle mobilitazioni programmate per il prossimo ottobre.
Elena Mazzoni, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia, sottolinea: «Pur rimanendo fermamente contrari al TTIP e all’inserimento di un arbitrato di tutela degli investimenti (sia privato sia riformato) nel Trattato transatlantico, siamo convinti che lo scenario ad oggi più probabile, con un ISDS (Investor-State Dispute Settlement) vecchio stile nel Canada ed uno riformato nel TTIP, sia la soluzione peggiore, perché consentirebbe alle imprese statunitensi (o delle controllate straniere negli USA) con sussidiarie canadesi di denunciare gli Stati membri dell’Unione europea, aggirando senza problemi la presunta riforma dell’arbitrato prevista nel TTIP».
Monica Di Sisto, portavoce della Campagna Stop TTIP Italia, spiega: «Il documento che abbiamo consegnato oggi mette in evidenza tutte le criticità dell’ISDS nel CETA, le stesse che sono state riconosciute dalla Risoluzione recentemente approvata al Parlamento europeo. A questo punto crediamo che sia necessario e coerente da parte di chi ha fatto passare la proposta di un ISDS riformato come una risposta concreta alle nostre preoccupazioni, che risolva il cortocircuito che si sta determinando, dove a ciò che pare si voglia far uscire dalla porta si permetterà di entrare dalla finestra».
Infatti il documento si evidenzia come siano decine le imprese statunitensi con sussidiarie in Canada che potrebbero senza nessun problema utilizzare l’arbitrato previsto nell’accordo con il Canada, senza minimamente considerare qualsiasi riforma portata avanti all’interno dell’accordo TTIP.
Intanto è sempre più evidente che un o degli obiettivi del governo Usa è quello di garantire un miglior accesso degli OGM sul mercato Ue e che i negoziatori statunitensi considerano le norme sull’etichettatura e per la sicurezza alimentarfe europea come barriere discriminatorie per la loro industria biotecnologica.
Con il TTIP gli americani vogliono eliminare la “tolleranza zero” per gli Ogm nell’Ue e così gli europei si troverebbero a mangiare OGM senza nemmeno saperlo. Ma tutti i sondaggi, anche quelli realizzati da Eurobarometro per la Commissione europea, dicono che i cittadini europei non vogliono gli OGM e non vogliono che multinazionali come Monsanto impongano gli OGM nei loro campi e sulla loro tavola.
Nonostante le rassicurazioni di Bruxelles, il TTIP rappresenta un rischio concreto per le norme Ue sulla sicurezza alimentare ed ambientale e il TTIP potrebbe istituire una “minaccia istituzionalizzata”, l’Organo di cooperazione regolamentare, per vanificare l’attuazione delle leggi europee per la protezione dei cittadini e dell’ambiente.
I testi che circolano sulla Cooperazione regolamentare prevedono che ogni nuova norma dovrà essere valutata da esperti commerciali che formuleranno delle raccomandazioni già all’inizio dell’iter legislativo e l’esperienza dimostra che questo esperti si interessano di più delle conseguenze sulle multinazionali che di quelle sulla salute dei consumatori.
Questo smantellamento legislativo, che avrà ripercussioni sul divieto di OGM, si ispira proprio al trattato CETA tra Ue e Canada in fase di ratifica e che tra gli obiettivi congiunti ha quello dui «promuovere, per i prodotti delle biotecnologie, dei procedimenti autorizzativi efficaci, basati sulla scienza» e soprattutto di favorire «una cooperazione in materia regolamentare, per minimizzare gli effetti negativi sul commercio dovuti alle pratiche regolamentari relaive ai prodotti biotecnologici». Se questo sarà approvato, i prodotti OGM Usa, attraverso inermediari canadesi, avrebbero accesso all’Ue, senza contare che anche il Canada è un grosso produttore di OGM.